Le polemiche e il caso Fiumefreddo | Riscossione, società della discordia - Live Sicilia

Le polemiche e il caso Fiumefreddo | Riscossione, società della discordia

La decisione della Commissione di chiudere l'azienda, dopo una sfilza di polemiche e accuse.

PALERMO – Da un lato le polemiche. Dall’altro i “numeri che non tornano”. E al centro della scena un amministratore che non piace a tutti. Anzi quasi a nessuno, dentro quell’Assemblea sulla quale, del resto, era piovuta l’accusa di “pirateria” e che era stata descritta come la sede di evasori seriali. E così, ieri si è compiuta la rottura. L’ennesima, a dire il vero, perché lo “schiaffo” dato dall’Ars a Crocetta è ovviamente solo il primo atto di un nuovo duello. Del resto, già in occasione della scorsa Finanziaria, il parlamento siciliano aveva condizionato la ricapitalizzazione della società al cambio del management. Che arrivò. Ma solo apparentemente. Fiumefreddo fu “dimesso” per pochi giorni, ma dopo l’approvazione del finanziamento alla società, fu rinominato come amministratore unico.

Non è escluso che la storia possa ripetersi. E che la scelta di liquidare Riscossione Sicilia possa “rientrare” in Aula. Una cosa però è certa. Sul tappeto resteranno una miriade di problemi. A cominciare da quelli che ha paventato lo stesso Fiumefreddo, sul rischio che lo stop all’azienda possa favorire qualche grosso evasore. Ma ovviamente, non solo questo. Restano in sospeso i numeri sui conti dell’azienda: costantemente in rosso, così come sono calati – questi i numeri più recenti reperibili dalla Corte dei conti – i numeri sulla capacità di riscuotere. E ancora, va compreso il futuro del personale, circa 700 persone che dovrebbero passare nell’ente che sostituirà Equitalia, ma tutto dovrà essere frutto di un accordo col Ministero dell’Economia. E poi, restano quelle ombre su un contenzioso milionario con Monte dei Paschi di Siena. Di cui Crocetta avrebbe dovuto dare notizie più certe proprio nei giorni scorsi. E invece, il governatore di notizie non ne ha date, anzi si è guardato bene dal passare dalla Commissione bilancio. Che ha rotto gli indugi. E ha deciso: basta con Riscossione. Ma la guerra riprenderà in Aula.


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