CATANIA – Marijuana dall’Albania e cocaina e hashish dalla Calabria. Sono questi i due canali della droga di cui si sarebbe servita l’organizzazione criminale retta dai fratelli Vito e Michele Musumeci per rifornire due piazze di spaccio a San Cristoforo, in via Alogna e in via Mulini a Vento. Due roccaforti dello stupefacente direttamente referibili al clan Cappello Bonaccorsi, anche se a nessuno dei soggetti arrestati è stata contestata l’associazione mafiosa. La Squadra Mobile ha fatto scattare le manette nei confronti di 19 persone: 12 in carcere e 7 ai domiciliari. Tra questi anche il corriere albanese, residente a Vittoria, Mondi Shyti, conosciuto nell’ambiente come “Raimondo”, che metteva in contatto i trafficanti catanesi con i rifornitori di marijuana.
Gaetano Musumeci e Natale Cavallaro, due collaboratori di giustizia ed ex spietati killer dei Carateddi di Iano Lo Giudice, raccontano agli inquirenti che i fratelli Musumeci gestiscono un florido giro d’affari sulla droga. Forniscono la mappa dello spaccio e da lì parte l’indagine (da novembre 2012 a aprile 2013) che inchioderà il gruppo mafioso disarticolando anche corrieri e fornitori. Delicatissima e complicata l’attività di intercettazioni svolta dalla polizia giudiziaria che è riuscita a decriptare il metodo affinato dai trafficanti che si è avvalso da telefonini “citofono” per organizzare gli appuntamenti e le consegne. “In alcuni casi si utilizzava solamente lo squillo – spiega il pm Tiziana Laudani – evitando completamente sms e conversazioni”. Stratagemma scoperto dalla polizia.
Via Alogna e via Mulini a Vento riescono a far guadagnare a settimana somme che vanno “tra i 20 mila e i 30 mila euro a settimana” – afferma il dirigente della Mobile Antonio Salvago. Due sono i fedelissimi dei fratelli Vito e Michele Musumeci, il calabrese trapiantato a Catania, Bruno Cidoni e Calogero Alagona che avevano il ruolo di rifornimento di cocaina e marijuana. La polvere bianca era caricata dal versante jonico della Calabria e poi “stoccata” a Messina, mentre la marijuana arrivava via mare dall’Albania. La gerarchia è quella collaudata: alla base della piramide la manovalanza composta da vedette e pusher.
Due erano i quartier generali del gruppo: casa dei fratelli Musumeci era la base logistica mentre un bar a Nesima di Stradale Cravona era il luogo dove avvenivano gli incontri operativi per organizzare le attività illecite. L’abitazione di Vincenzo Lenti e il garage di Giovanni Viglianesi erano i magazzini per custodire le riserve di droga.
Un gruppo pericoloso quello sgominato dalla polizia, perchè poteva contare sul possesso di diverse armi: nel corso delle indagini infatti sono state sequestrate, insieme alla droga, anche alcune pistole. Il 24 gennaio 2013 Michele Musumeci fu arrestato con duecento grammi di cocaina e 4000 euro in contanti. Il 14 marzo 2013 Vincenzo Lenti invece fu beccato con due chili di hashish, 360 grammi di cocaina e un’arma clandestina. Un mese dopo le manette scattarono nei confrotni di Giovanni Viglianesi arrestato con 20 chili di marijuana, pochi giorni dopo toccava a Calogero Alagona, Angelo Toscano, Alfio Bracciolano e Rosetta Buda accusati del trasporto di 670 grammi di cocaina. Toscano inoltre oggi è stato arrestato perchè deve espiare una condanna definitiva a quattro anni di carcere per droga.
Le accuse nei confronti degli indagati sono associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di essere l’associazione armata. L’inchiesta, denominata Jonica Way, ha ricostruito le due fonti di approviggionamento della droga: due assi già scandagliati da diverse organizzazioni dedite al traffico illecito di marijuana, hashish e cocaina. Una nuova operazione che mette in luce come la droga sia ancora una delle fonti di guadagno primare della criminalità catanese.