PALERMO – L’ex assessore Santi Formica aveva provato a blindare il suo patrimonio per evitare che la Procura regionale della Corte dei conti lo aggredisse dopo la sentenza di condanna. Come? Trasferendo una sfilza di beni in un trust intestato ad alcuni parenti e attivato a Jersey, isola nella Manica. I pm contabili, però, hanno ottenuto dalla sezione giurisdizionale presieduta da Luciana Savagnone la revocatoria del trust che altro non è che un contenitore schermato di titoli e proprietà. In soldoni, i beni di Formica tornano, dunque, “aggredibili”.
Formica sulla base di una condanna in appello, e dunque definitiva, deve restituire 379 mila euro alla Regione siciliana. La vicenda è quella degli extrabudget, fondi assegnati a enti di formazione siciliani in aggiunta a quelli previsti dal Prof 2007. La sentenza ha sancito che si era in presenza di una “trasgressione dei canoni comportamentali”. Quei canoni previsti dal “buon senso comune, secondo cui un ente privato non può gestire arbitrariamente risorse pubbliche” e dal “buon senso gestionale” che deve rispondere ai principi di trasparenza ed economicità. Insomma, non era possibile incrementare la cifra dei finanziamenti già stanziati. Si deve spendere quanto si riceve. Vietato sforare anche di un solo centesimo il budget. L’indagine era stata condotto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Palermo.
La condanna più pesante arrivò per il segretario generale Patrizia Monterosso: quasi 1,3 milioni di euro sborsati la dall’assicurazione dell’alto burocrate. In questa maniera è venuta meno la richiesta di revocatoria da parte del procuratore Giuseppe Aloisio e del vice Gianluca Albo. Resta in ballo quella che riguarda un altro ex assessore, Carmelo Incardona (deve sborsare 800 mila euro).
Intano la sezione giurisdizionale sblocca i beni di Formica. Si tratta di sei immobili, una cinquantina di terreni nel Messinese e una Porsche 911 Carrera. Formica si è difeso su più punti. Riteneva che ci fosse un difetto di giurisdizione, visto che il trust soggiaceva a leggi straniere, e poi contestava l’esistenza stessa del debito, sostenendo che le somme erogate agli enti di formazione fossero state recuperate dalla Regione. Una linea difensiva contestata dai pm contabili che hanno fatto rilevare come il recupero delle somme sia fermo a poco più di ventimila euro.
Il vice procuratore Albo ha potuto sfruttare l’ampliamento dei poteri previsto dalle nuove norme del codice di contabilità pubblica entrato in vigore lo scorso 7 ottobre. Il pm contabile ha degli strumenti in più per ottenere l’esecuzione delle sentenze e tutelare il patrimonio dei condannati in caso di depauperamento per evitare la condanna della corte dei conti.
*Aggiornamento ore 13.18
“Mi preme precisare la vicenda anche a salvaguardia della mia reputazione e della mia condotta politica da sempre improntata all’onestà”. E’ quanto si legge in una precisazione a firma di Formica. “Intanto non è vero che si tratta di fondi offshore bensì di un fondo patrimoniale in favore dei figli comprendente i beni di famiglia costituito e registrato in Italia con sede in Italia comunicato all’Agenzia delle Entrate e che paga quindi tutte le tasse in Italia – si legge -. In merito poi alla vicenda extra budget è utile precisare quanto segue: il sottoscritto non si è appropriato neppure di un centesimo e quindi non deve ‘restituire’ niente. E’ stato condannato dalla corte dei conti a pagare di tasca propria i finanziamenti aggiuntivi che in base alla legge 24 da sempre la regione ha erogato agli enti di formazione qualora ne ricorressero i presupposti e ciò al fine di evitare licenziamenti. A tale proposito basti precisare che non solo la legge 24 prevede espressamente che in circostanze particolari l’assessore può intervenire ed apportare modifiche e integrazioni al piano dell’offerta formativa (art 6 legge 24),ma addirittura il sottoscritto era stato autorizzato dalla cri (commissione regionale per l’impiego) organo deputato dalla legge ad approvare il piano,a concedere integrazioni extra budget agli enti che ne avessero dimostrato la necessità sempre al fine di tutelare i lavoratori e dopo ovviamente approfondita istruttoria da parte degli uffici centrali e periferici della Regione, cosa puntualmente avvenuta.ma c’è di più ,ed infatti non solo i finanziamenti sono stati deliberati dopo attenta verifica anche da me sollecitata per iscritto,ma addirittura i relativi decreti sono stati registrati dalla stessa corte dei conti che in caso di diniego del visto li avrebbe resi carta straccia. La procura della corte dei conti – sostiene Formica – è stata di diverso avviso e io certamente essendo rispettoso delle leggi mi adeguerò, ma penso che sarebbe stato più ragionevole e di garanzia per tutti se questa vicenda in appello fosse stata esaminata alla corte dei conti centrale di roma come avviene in tutte le regioni a statuto ordinario. In merito poi alle somme che eventualmente dovrei pagare si precisa che la Regione nel frattempo ha già recuperato quasi la metà degli extrabudget erogati agli enti e sta continuando la sua azione di recupero nei confondi degli enti stessi,se alla fine di tale azione rimangono delle somme da pagare lo farò senza battere ciglio (basti qui ricordare che in sede di dibattito avevamo proposto idonea fideiussione bancaria e quindi solidi liquidi e immediatamente esigibili,proposta inspiegabilmente non accettata dalla corte dei conti).Come si evince da tutta la vicenda a mio giudizio appare chiaro che non vi è stato alcun intento illecito nella vicenda extrabudget , ma semplicemente l’adozione di procedure previste dalla legge da parte mia per evitare licenziamenti e una interpretazione diversa della norma è della procedura da parte della corte .Tanto mi sembra dovuto per fare chiarezza e difendere la mia onorabilità”.