La notizia del possibile stop a 220 milioni di fondi europei destinati alla Sicilia ha sparigliato l’ordine del giorno della seduta d’Aula di oggi, mettendo da parte la discussione sul Ponte o sui punti nascita e trasformando la stessa seduta in una sorta di “fuoco incrociato” contro il presidente Lombardo. Presidente che prima di entrare a Sala d’Ercole ha replicato seccamente a chi aveva criticato la sua assenza una settimana fa: “Statistiche alla mano – ha detto Lombardo – credo di essere stato più presente di tanti onorevoli”.
Ma dall’opposizione, le critiche piovute oggi sono state feroci. A cominciare da quelle del capogruppo del Pdl, Innocenzo Leontini (nella foto): “Siamo la vergogna d’Europa – ha detto – queste gravi inadempienze rischiano di innescare nuove misure di disimpegno. La Sicilia non può permettersi in questi momenti di crisi errori del genere. La nostra Regione oggi è la Cenerentola dei territori in via di sviluppo. Oggi siamo i titolari di un primato negativo che può essere spazzato solo cacciando questo governo”.
“E’ assolutamente da irresponsabili continuare a perdere, in un momento di pesante crisi come quella attuale, provvidenziali fondi erogati dall’Europa proprio per lo sviluppo della Sicilia” ha incalzato il vice presidente degli azzurri all’Ars Salvo Pogliese, mentre il collega Nino D’Asero ha snocciolato numeri: “Noi abbiamo tre miliardi di euro non spesi: dai 360milioni del 2009 ai 980milioni del 2011. E allora? – si chiede D’Asero – quale ipotesi di lavoro per spendere tutto ciò che è già spendibile e per creare le condizioni perché mai più si perdano fondi della comunità europea? Quali risposte da questo governo? Il parlamento e le commissioni – conclude D’Asero – fanno il loro dovere, il governo e tutto ciò che dal governo è direttamente controllato non lo fa”. “Il governo siciliano – ha attaccato Toto Cordaro del Pid – ha perso ogni credibilità istituzionale per l’inadeguatezza amministrativa e l’azione nefasta che non ci ha fatto perdere oltre due miliardi di euro dei fondi comunitari, forse anche a causa di un’ossessione che ha portato il presidente a creare governi ribaltonisti cambiando in quattro anni 43 assessori e 50 dirigenti generali. Lombardo ha saputo fare solo operazioni clientelari, basti guardare alla moltitudine di consulenze attivate, alle false riforme ed ai danni che ha provocato al personale della formazione ed in ultimo anche a quello delle società di informatizzazione”. “Speriamo che nei due mesi di tempo concesso per correre ai ripari – ha detto invece Michele Cimino di Grande Sud – ed evitare che il blocco si trasformi in un taglio delle risorse la Regione faccia quello che non ha fatto prima. In questo momento di grande crisi – ha aggiunto Cimino – perdere dei fondi per incuria degli uffici è gravissimo,il governo regionale invece di riqualificare e di accelerare la spesa dei fondi europei perde tempo a polemizzare, a fare rotazione di dirigenti regionali, a organizzare conferenze stampa.”
E la polemica si fa puramente politica nelle parole di Nino Beninati: “Lei presidente – l’accusa in Aula – è l’artefice dello sfascio in Sicilia. Chiedo scusa a tutti gli elettori ai quali, nel 2008 ho chiesto di sostenere lei come presidente della Regione. L’unica cosa che è riuscito a compiere – conclude – è quella di sfasciare i partiti. Ma di questo non può certamente andare fiero”.
Per Carmelo Incardona di Grande Sud, invece, “il governo di Lombardo si è tradotto in una semplice gestione del potere. Il governatore non ha fatto altro – incalza – ha solo piazzato amici dell’Mpa a gestire questo o quell’ente o ufficio, incurante dei reali bisogni del territorio. Siamo di fronte a una semplice occupazione del potere, che infatti non riesce a ottenere risultati concreti per lo sviluppo della Sicilia”.