CATANIA. La psicosi da rosso fisso per via dei blocchi annunciati dai Forconi è ufficialmente scattata. Già dal pomeriggio di ieri ai distributori di benzina è scattata la ressa. File di automobilisti con le loro auto o, in alternativa, con bidoni di benzina in mano da dieci, venti litri per la paura di restare a secco. Chilometri di code ai rifornimenti. La protesta che scatta a cavallo tra domenica e lunedì ha già messo tutti in allerta. Insomma, il primo successo i promotori della protesta l’hanno già ottenuto: ed è quello di avere scatenato l’attenzione massima su quello che potrà accadere da qui a qualche ora. Per la notte di domenica il quartier generale della protesta nella provincia di Catania sarà all’inizio solo il casello di San Gregorio. “Ma non è una questione di benzina – spiega Franco Crupi, uno degli storici portavoce della protesta -: la gente non ne può più e stiamo ricevendo tante adesioni dal mondo del lavoro, dei professionisti e della gente qualunque”. Ieri, nel pomeriggio, l’incontro in questura a Catania per definire i contorni di ciò che potrà accadere da lunedì mattina: “Tutto deve restare nei canoni della civiltà – prosegue Crupi -, noi dalla notte di lunedì saremo al casello di San Gregorio per distribuire volantini e poi vediamo cosa accade”. Già, la domanda è: cosa può accadere? E, soprattutto, quando potrebbe concludersi la protesta? Franco Crupi ha pochi dubbi: “Tutto dipende da come il governo nazionale avrà intenzione di reagire. Che si sappia: noi vogliamo portare a Roma un milione di persone. Questi rappresentanti devono andarsene a casa, non possono più rappresentare il popolo. Ci hanno fatto perdere la dignità, hanno dato i soldi dell’Unione Europea alle banche; non hanno fatto una legge anti-tarocco e ci hanno fatto mettere in concorrenza con chi all’estero fa le repliche dei nostri prodotti per 5 euro al giorno. Hanno fatto suicidare padri di famiglia: adesso basta!”.
Il punto, adesso, è tentare di capire cosa accadrà da lunedì mattina e se le serrate ai distributori di benzina sono giustificati: “Quello che so è che noi non possiamo certo vietare agli autotrasportatori che intenderanno aderire allo sciopero, di farlo. Ma ripeto: non basta fare benzina, la gente deve scendere in piazza! Lunedì si parte da San Gregorio e poi si vedrà dove si arriverà”.
Intanto, l’Aias, l’associazione degli autotrasporti che fanno riferimento a Giuseppe Richichi ha fatto marcia indietro al termine di un incontro tenutosi in Prefettura: “Non prenderemo parte alla protesta. Abbiamo avuto rassicurazioni che il governo prenderà in considerazioni le nostre richieste. Non è giusto dare un altro duro colpo all’economia: preferiamo trattare”.