Formazione, dirigenti, pensioni | Corte dei conti: un anno di scandali - Live Sicilia

Formazione, dirigenti, pensioni | Corte dei conti: un anno di scandali

Contributi gonfiati, assunzioni illegittime, troppi esterni. C'è di tutto tra le condanne per danno all'erario nel 2018. E tanti casi sono pendenti.

LA RELAZIONE
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PALERMO – Dagli otto casi di malasanità alla formazione professionale passando per gli illeciti riguardanti gli impiegati pubblici. Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, Guido Carlino, c’è ogni tipo di “danno” alle casse pubbliche: da un dipendente del Genio civile che ha valutato un terreno cento volte meno del suo valore per consentire l’acquisto a buon prezzo da parte di un proprio familiare fino a un dipendente dell’Inps che ha riconosciuto 441 sussidi di disoccupazione a soggetti che non ne avevano diritto. I risarcimenti richiesti dai magistrati, solo per il 2018, ammontano a oltre 15,5 milioni di euro.

In alcuni casi – scrive il presidente Carlino – la cattiva gestione comporta “profitti di carattere personale” nella maggior parte invece causa uno sperpero di risorse pubbliche. Alla base di alcuni casi infatti, stando alla relazione non c’è il desiderio di guadagnare ma la “negligenza nell’espletamento degli obblighi di servizio e agevolato da carenze nei controlli da parte degli organi a ciò preposti”.

Così fra le 118 sentenze di giudizi per responsabilità amministrativa si può leggere del caso dell’ ente di formazione ’Istituto di Istruzione Privata San Gabriele (A.I.P.R.G) di Partinico, a gestione familiare in cui le spese per l’affitto della sede erano troppo alti. I giudici hanno così scoperto non solo che la proprietà dell’immobile era riconducibile ai familiari degli amministratori dell’ente di formazione ma che il fabbricato oltre ad essere usato come sede era la casa d’abitazione della famiglia.

Tra i danni per la gestione del patrimonio pubblico c’è poi quello che è stato causato dai funzionari della ex Provincia di Palermo che hanno continuato a pagare l’affitto di un edificio usato come plesso scolastico a Bagheria anche se la scuola aveva cambiato sede: un danno da circa 90 mila euro.

Poi ci sono i casi di danni causati dai funzionari dell’Inps. Un impiegato, ad esempio è stato condannato a un risarcimento di 950mila euro per avere riconosciuto a una famiglia degli assegni a cui non avevano diritto. Un altro invece ha attribuito senza motivo dei crediti contributivi a dei soggetti.

Tanti sono i casi che riguardano il personale. Si parte con le storie di professionisti, specialmente medici, che sono stati condannati per avere violato il dovere di esclusività nel servizio verso la propria pubblica amministrazione. I medici in particolare avevano percepito l’indennità per il fatto di conferire il proprio lavoro solo verso la struttura ospedaliera ma hanno percepito redditi per altre prestazioni. Quindi sono stati condannati a restituire l’indennità.

All’ospedale di Ragusa, invece, ecco il caso di una assunzione illegittime perché fondata su titoli inesistenti (oltre 131 mila euro di risarcimento), mentre alcune amministrazioni comunali hanno creato posizioni organizzative solo per erogare indennità aggiuntive agli impiegati incaricati: l’allora sindaco di Pachino Paolo Bonaiuto è stato condannato a un risarcimento di oltre 326 mila euro. Alla sezione giurisdizionale della Corte dei conti poi non sono mancati i casi di incarichi esterni. E spesso i consulenti degli organi politici hanno avuto mansioni di amministrazione. Una cosa che i giudici ritengono inaccettabile dato che bisogna ricorrere il più possibile al personale interno.

La mappa degli illeciti non risparmia alcuna categoria di enti. Nello Iacp di Palermo, istituto autonomo per le case popolari, ai dirigenti è stata attribuita l’indennità di risultato ma senza che esistesse un atto che fissasse gli obiettivi da raggiungere. E così ecco la maxi-condanna da oltre mezzo milione di euro per gli amministratori di allora.  Caso simile quello avvenuto al Consorzio universitario di Agrigento. L’ente ha attribuito al direttore amministrativo il compenso senza indicare i parametri di riferimento. Insomma, soldi spesi in modo totalmente discrezionale.

Infine ci sono tutti i casi di illeciti nella gestione di contributi e finanziamenti pubblici. I giudizi sulla questione sono stati 24 e hanno portato all’accertamento di un danno pari a 7,8 milioni, la metà dell’intero ammontare dei danni calcolati in tutto il 2018 dai giudici contabili. In questi casi Guido Carlino parla di “occasioni di sviluppo buttate al vento”. E così, c’è la condanna al risarcimento da un milione per un’azienda che avrebbe dovuto costruire un impianto di riproduzione digitale ma che ha simulato sia l’acquisto dell’immobile per l’impianto sia il pagamento di alcune spese. Numerosi sono stati poi gli accertamenti di frodi da parte di imprenditori agricoli o presunti tali. Per avere più contributi, ad esempio, c’è stato chi ha presentato dichiarazioni false sul possesso dei terreni. Per farlo ha così falsificato la sottoscrizione degli affitti da parte o di proprietari morti o di affittuari ignari.

E se questi sono i casi decisi ci sono, poi, le 109 citazioni in giudizio elencate dal procuratore regionale della Corte dei conti Gianluca Albo. In totale il valore della cause stimato dalla Procura è di 75 milioni. Fra questi ricorsi c’è quello, iniziato nel 2012, dal valore di 35 milioni che riguarda gli amministratori del Ciapi di Priolo e il dirigente della formazione professionale in servizio all’epoca dei fatti contestati. All’ente strutturalmente inadatto sarebbe stato richiesto di fare servizio di orientamento al lavoro così sarebbero state fatte delle assunzioni di ex dipendenti degli enti di formazione. Sarebbero state così commesse una serie di atti illegittimi.

Danno milionario riguarderebbe, anche, la distrazione di 14 milioni operata in pregiudizio dell’Istituto musicale “Vincenzo Bellini” di Catania. L’ultimo danno erariale plurimilionario riguarderebbe il Comune di Palermo. La procura ha chiesto una condanna da 9,5 milioni per il danno derivante dal mancato raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla normativa sulla raccolta differenziata.


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