La condanna per gli extrabudget| Indagini su altri 25 milioni - Live Sicilia

La condanna per gli extrabudget| Indagini su altri 25 milioni

La condanna inflitta a politici e burocrati per un presunto danno erariale da 4 milioni riguarda solo il 2007. Al vaglio della Finanza e della Procura della Corte dei conti ci sono anche gli anni successivi.

PALERMO – Quattro milioni da restituire. Una stangata che potrebbe assumere proporzioni ben più imponenti. Perché in ballo ci sono altri 25 milioni di euro. A tanto ammonta la cifra assegnata in extrabudget dalla Regione agli enti di formazione e su cui il Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo ha acceso i riflettori.

Ieri la Corte dei Conti ha condannato politici e burocrati che hanno avuto un ruolo nell’assegnazione di fondi agli enti di formazione siciliani in aggiunta a quelli previsti dal solo Prof 2007. A risarcire il danno erariale – siamo ancora in primo grado e la condanna può essere appellata – sono chiamati l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo, l’attuale segretario generale della Presidenza, Patrizia Monterosso, gli ex assessori Santi Formica Carmelo Incardona e Luigi Gentile, i dirigenti Alessandra Russo, Maria Carmela Di Bartolo, Salvatore Di Francesca e Nino Emanuele.

Il processo ha riguardato, solo ed esclusivamente il Prof, piano regionale per l’offerta formativa, del 2007. Il punto è che il sistema extrabudget è andato avanti nel 2008 (14, 5 milioni di euro), nel 2009 (4,9 milioni), e nel 2010 (4, 9 milioni). Dal 2010 in poi, probabilmente in concomitanza con l’avvio dei controlli, niente più soldi extra. Prima, però, la Regione aveva già erogato i 25 milioni di euro. Una montagna di soldi pubblici su cui la Procura regionale della Corte dei Conti ha aperto da tempo una mega inchiesta.

E non è l’unica possibile grana pere le persone citate in giudizio e ora condannate. Nel corso del processo giunto ieri a sentenza, gli avvocati delle difese hanno sostenuto che il danno erariale fosse venuto meno visto che la Regione ha avviato le procedure per recuperare le somme erogate. Come? Attraverso le ingiunzioni di pagamento oppure attraverso la compensazione, e cioè il blocco dei finanziamenti dell’Avviso 20 o di altri bandi per gli enti interessati.

Alcuni enti, però, si sono opposti costituendosi in giudizio. Tanto basta, si legge nella motivazione della sentenza, per dire che “se il credito dell’amministrazione è condizionato da un contenzioso pendente, mai può ritenersi un credito, certo, attuale e concreto”. La Corte aggiunge pure che “soltanto per gli enti che non hanno impugnato le ingiunzioni, versando spontaneamente quanto dovuto, può predicarsi, allo stato, efficacia estintiva del danno”.

La parola “spontaneamente” ha un suo peso e rimanda alla risposta del Commissario europeo per le politiche regionali, Johannes Hahn, ad un’interrogazione presentata, a metà febbraio, dal deputato siciliano Giovanni La Via. In sostanza Hahn ricordava che la compensazione è possibile solamente nel caso in cui sia il beneficiario, dopo avere ricevuto, in termini contabili e integralmente, il contributo pubblico a chiedere all’autorità di pagamento, in questo caso la Regione, la riduzione dell’importo corrispondente al debito nei riguardi della pubblica amministrazione. Visto che la Corte dei Conti ha anche il compito di tutelare il bilancio dell’Unione europea non può escludersi un’iniziativa sui quattro milioni recuperati dalla Regione sul Prof 2007. E cioè i soldi che il Dipartimento dell’istruzione e della formazione ha trattenuto sui fondi comunitari destinati all’Avviso 20. Come dire, oltre al danno si profila anche la beffa?

 


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