Lo Bello i corsi? Bando pronto | I sindacati: lavoratori a spasso - Live Sicilia

Lo Bello i corsi? Bando pronto | I sindacati: lavoratori a spasso

L'assessore: "Stiamo lavorando a un Avviso-ponte di un anno, in attesa di approvare la legge che metterà ordine nel settore". Ma ancora si attende l'ok alle nuove norme sull'accreditamento. Le parti sociali: "Tempi troppo lunghi. Prima della nuova programmazione potrebbero passare mesi. Che faranno i dipendenti nel frattempo?".

PALERMO – “I corsi di Formazione? Ripartiranno presto”. Mariella Lo Bello prova a resistere alla valanga di attacchi e critiche giunte, ieri, anche da esponenti dela maggioranza di Crocetta: “L’assessore non è in grado di far partire i corsi”. E le rassicurazioni della vicepresidente della Regione non convincono nemmeno sindacati e addetti ai lavori: “Così come stanno le cose, i lavoratori rischiano di rimanere a spasso per sei mesi o addirittura per un anno”.

Un pasticcio. L’ennesimo caos, nel Caos grande che è la Formazione siciliana. Nei prossimi giorni “scadrà” la terza e ultima annualitàù del cosiddetto “Avviso 20”, che negli ultimi anni ha solo mutato il proprio nome in Piano giovani. Finiscono i corsi. E con essi i finanziamenti destinati agli enti. E i lavoratori?

I circa 8 mila addetti ai lavori, tra formatori, ex “sportellisti” e addetti all’Obbligo istruzione e formazione (i corsi destinati ai giovanissimi, per evitare la dispersione scolastica) rischiano di rimanesere senza un lavoro almeno fino alla fine di quest’anno. Se non di più. E col rischio anche di non poter ricevere una forma di sostegno, un ammortizzatore sociale.

Il motivo è legato all’iter per la pubblicazione del nuovo Avviso per i corsi, quello che dovrebbe “aprire” la nuova programmazione triennale. Un avviso che è naufragato contro l’iceberg dell’accreditamento. In pratica, il governo Crocetta aveva emanato i nuovi criteri attraverso i quali concedere agli enti di formazione il diritto di accedere ai fondi regionali. Un decreto bocciato dal Cga per alcune irregolarità. In particolare, ad essere contestato era il passaggio in cui si prevede la revoca in caso di presenza di contenziosi tra l’ente e la pubblica amministrazione. Un provvedimento che agli organizzatori dei corsi era apparso contrario persino alle regole del buon senso. Ma il Tar è andato oltre. Bocciando, di fatto, l’intero provvedimento. Quello sulla base del quale sono stati distribuiti e sono stati tolti gli accreditamenti agli enti. E il motivo è quasi grottesco: quel provvedimento, firmato da Nelli Scilabra, doveva invece – stando allo Statuto – essere sottoscritto dal presidente della Regione. Uno scivolone clamoroso.

Così, mancando un sistema di accreditamento, non si può nemmeno aprire agli enti le porte verso i corsi. E quindi, di conseguenza, i corsi stessi. Una prima “pezza” il governo l’ha messa approvando in finanziaria una norma che offre anche un riferimento normativo a sostegno del nuovo sistema. Ma adesso quei requisiti dovranno ripassare dal Cga, che dovrà restituire il decreto “vistato”, poi dopo la verifica della Corte dei conti bisognerà attendere il regolamento firmato da Crocetta. Nel frattempo? I lavoratori attenderanno. Probabilmente senza stipendio. E anche dopo l’ok all’accredimento bisognerà sperare ancora per un po’.

Perché solo a quel punto si potrà emanare un Avviso per chiedere agli enti di accreditarsi. Con tutto ciò che ne consegue: termini entro cui presentare le domande, periodo per vagliare le richieste, margini per proporre integrazioni e controdeduzioni. Mesi. Che dovranno accompagnare fino al vero e proprio Avviso, con l’elenco dei corsi e i relativi finanziamenti. “Stiamo pensando – annuncia l’assessore Lo Bello – a una sorta di bando-ponte, in attesa dell’approvazione della legge sulla Formazione. Per accelerare i tempi, insomma, non lavoreremo a una programmazione triennale, bensì all’Avviso di un solo anno. Abbiamo già trovato i finanziamenti”. E anche questa è un novità. Perché i soldi della nuova Formazione saranno reperiti dalla nuova programmazione europea (2014-2020). La somma è di 150 milioni. In pratica, tutti quelli già previsti, sugli 820 milioni complessivi di Fondo sociale europeo, per i corsi di Formazione. Tutti, sparati sul primo anno di corsi. “Ma per quelli successivi – assicura la Lo Bello – abbiamo già verificato la possibilità di utilizzare fondi Pac”. Fondi che quest’anno, ad esempio, in buona parte sono “svaniti” dopo la decisione del governo Renzi di riprendersi quelli non spesi al 30 settembre 2014. “Intanto, – assicura Mariella Lo Bello – faremo ripartire entro giugno i corsi dell’Obbligo formativo”. Quelli attorno ai quali pochi giorni fa era montata un’altra polemica, persino tra l’assessore alla Formazione e il collega dell’Economia, Alessandro Baccei, e culminata con l’ipotesi-commissariamento avanzata dal sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.

Parole che non convincono le parti sociali e gli addetti ai lavori. Alcuni di loro, ad esempio, già mercoledì hanno inscenato una protesta, giunta di fronte al tribunale e culminata con la consegna al Procuratore Lo Voi di un esposto sui mali della Formazione. Ma anche i sindacati attaccano: “Dobbiamo precisare, intanto – dice Giovanni Migliore, della Cisl – che i corsi Oif che l’assessore afferma di voler far partire entro giugno, sono quelli che dovevano partire a settembre. In pratica, in Sicilia questi corsi, nati per combattere la dispersione scolastica, inizierebbero quando nelle altre parti d’Italia si concludono. Nel frattempo, ad esempio, i ragazzi di Librino, dello Zen, o anche della Gela del governatore, sono rimasti in uno stato di dispersione scolastica. Una condizione che facilita l’avvicinamento di questi ragazzi da parte delle organizzazioni criminali”. Ma non solo. Secondo Migliore, per i mesi che separano questo giugno dal nuovo avviso, “i lavoratori, circa 8 mila persone, rischiano di restare in mezzo a una strada. Per questo motivo chiederemo un intervento urgente per il riconoscimento degli ammortizzatori sociali”. Ma anche su questo tema, i dubbi sono tanti. Il governo nazionale ha ribadito a più riprese, ad esempio, che la Cassa integrazione in deroga non può essere concessa ai lavoratori della Formazione. “Vedremo – dichiara Giuseppe Raimondi della Uil – se il Ministero del lavoro è disponibile a pensare a un intervento d’urgenza, eccezionale. E dovremo verificare anche se alcuni lavoratori possono essere ‘sostenuti’ dagli interventi della Garanzia giovani. In caso contrario dovremo pensare ad altre forme di ammortizzatori, come ad esempio i contratti di solidarietà o l’accompagnamento alla pensione. Il rischio, oggi, è che, prima della pubblicazione del nuovo Avviso possa passare anche un anno”. Un anno senza stipendio, per migliaia di lavoratori. Nel settore già incandescente della Formazione siciliana.


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