Formazione professionale in stallo: “La Regione non utilizza i fondi”

Formazione professionale in stallo: “Ci sono i fondi, la Regione non li utilizza”

Parla Benedetto Scuderi, presidente dell'Asef: “Nessuna idea di programmazione”

È sul piede di guerra il settore della Formazione professionale in Sicilia, che non è più in grado di sostenere gli impegni assunti con i lavoratori. A lanciare l’allarme sono le associazioni di categoria dell’isola: Federterziario Sicilia, Asef, Forma Sicilia, Cenfop, Forma.Re, A.N.Fo.P Sicilia. E Benedetto Scuderi, presidente dell’Asef, denuncia “l’incomunicabilità tra le parti sociali che rappresentano il comparto e la politica non predisposta all’ascolto”.

Presidente Scuderi, a chi imputate le responsabilità?

“Le responsabilità sono sia dell’assessorato al Lavoro sia della Formazione. Considerano il dialogo come una cosa della quale tener poco conto. Abbiamo sempre dovuto sollecitare incontri. Non tutti andati a buon fine”.

La questione centrale sono i ritardi nei pagamenti?

“Non soltanto, c’è il mancato utilizzo dei residui del Fondo Sociale Europeo (FSE) che, nell’ambito della Formazione professionale, sono circa 40 milioni. Eppure i solleciti non sono mancati. Non è accettabile che siano irrimediabilmente persi e destinati ad altre Regioni più virtuose”.

E poi una situazione di complessivo stallo della spesa per il settore

“I capitoli di spesa del Bilancio della Regione Siciliana, in particolare quelli relativi ai fondi extraregionali, sono ancora bloccati a causa delle mancate procedure di riaccertamento. Una paralisi finanziaria che vede dallo scorso dicembre ad oggi, le casse regionali ancora chiuse. Il perdurare di questa grave mancanza di liquidità non consente più agli enti di onorare gli stipendi delle migliaia di lavoratori, né tantomeno di sostenere i costi di gestione”.

I fondi ci sono però. È così?

“E vanno spesi entro il 31 dicembre, non oltre. Siamo a maggio è ancora non sappiamo come saranno investiti”.

Avete anche indicato delle linee guida?

“Abbiano posto una indicazione di priorità dedicata ai soggetti svantaggiati, che hanno abbandonato gli studi, che trovano la possibilità di qualificarsi, di apprendere un mestiere e di cercare di inserirsi nel mondo del lavoro”.

Lamentate un deficit di programmazione?

“Abbiamo denunciato la mancata convocazione del comitato regionale che si dovrebbe occupare, in termini consultivi e non decisionali, della nuova programmazione. Noi siamo indietro di circa un anno e mezzo, due. Mentre le altre regioni hanno già fatto avvisi, bandi e sono andati avanti nell’utilizzo dei fondi europei. Non vi è ombra di un’idea di programmazione”.

Quanto pesa l’alternarsi degli interlocutori?

“Pesa perché il dirigente generale che c’era prima, la dottoressa Patrizia Valenti, che gestiva il Fondo sociale come autorità di gestione, ha passato la mano al nuovo dirigente generale, Ettore Riccardo Foti, che deve ambientarsi. Anche i cambi di assessore hanno una loro incidenza. Basti pensare alla questione dell’accreditamento degli enti che risale al 2015 e che oggi non risponde più alle esigenze odierne”.

Qual è il destino della Formazione professionale dell’isola?

“Arrivati a questo punto è un amaro destino. Non utilizziamo i fondi europei e siamo indietro di un anno e mezzo, anche due. Siamo impantanati in una situazione che ci vede vittime, tutti quanti: enti, utenza e lavoratori della formazione. Ormai da diversi anni non vengono più finanziate intere tipologie formative, soprattutto quelle destinate ai neet, ai disoccupati di lunga durata e all’utenza speciale (FAS) e quei pochi percorsi non ricevono nei tempi pattuiti le somme dovute causando grave nocumento alla filiera che si trova obbligata a pagare onerose polizze fidejussorie per decenni ad arricchimento delle compagnie assicurative. Siamo vittime di un sistema che si è impantanato”.

Speranze?

“Ho chiesto da anni un tavolo concreto dove i tre soggetti, ovvero la Regione che finanzia, gli enti che formano e i rappresentanti delle aziende che partecipano e assumono, si prendono le proprie responsabilità e danno una spinta al mondo del mercato del lavoro e dell’occupazione. Occorre metterci assieme e fare squadra”.


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