Formazione, si torna ad assumere | Gli enti cercano nuovi lavoratori - Live Sicilia

Formazione, si torna ad assumere | Gli enti cercano nuovi lavoratori

Nei bandi per la ricerca di docenti e impiegati non si fa riferimento all'albo unico. Altri dipendenti potranno così aggiungersi ai vecchi.

PALERMO – Si riaprono i cancelli del grande circo della Formazione siciliana. Gli enti infatti si preparano ad assumere, ignorando l’albo dei formatori. Quello che ha superato quota ottomila lavoratori, (la metà dei formatori italiani), e che il governo Crocetta aveva annunciato di voler dimezzare almeno, attraverso procedure di prepensionamento e incentivi all’esodo.

E invece, ecco che presto nuove persone potrebbero addirittura aggiungersi al lungo elenco, rendendo vano il tentativo dell’assessorato alla Formazione di ridurre a non più di quattromila lavoratori il bacino. O meglio, al momento i soldi sono sufficienti a garantire lo stipendio solo a quel numero di lavoratori. “Ma non possiamo garantire in nessun modo – ammette Bruno Marziano – che questi siano tutti presi dall’albo”.

Insomma, lavoratori storici della Formazione, messi lì in attesa di una chiamata, potrebbero essere “sorpassati a destra” da nuovi dipendenti, con una esperienza nel settore assi inferiore. I primi enti sono già partiti. L’Anfe, ad esempio, ha pubblicato pochi giorni fa un “avviso pubblico per manifestazione di interesse” per la costituzione di una long list di docenti e formatori. A decidere chi farà parte della lista sarà una commissione interna dello stesso ente. I requisiti? Niente di particolare: in molti casi basterà un solo anno di esperienza da formatore, un titolo di studio congruo rispetto alla materia di insegnamento, l’assenza di condanne o procedimenti penali e il fatto di non essere escluso dall’elettorato attivo. Gli incarichi, si legge sempre nel bando, “saranno affidati alle figure professionali individuate su base fiduciaria”. Decidono, insomma, come vogliono, i dirigenti dell’ente stesso.

E l’albo? Nel bando non si fa alcun cenno all’elenco dei lavoratori “fotografati” dalla Regione al dicembre del 2008. “Utilizzando, per il finanziamento dei corsi, fondi europei – spiega l’assessore Marziano – non è possibile porre alcun vincolo di quel tipo. Un vincolo che in qualche modo avevo posto nella precedente versione dell’Avviso, ma che è stato spazzato via dal ricorso che ci ha costretto a riscrivere il bando. Gli enti però – precisa – saranno obbligati a riassumere i lavoratori messi in Cassa integrazione con l’impegno di riammetterli nel posto di lavoro con l’arrivo dei finanziamenti”.

E quello dell’Anfe non è l’unico bando di quel tipo. L’Eris ad esempio cerca personale docente e non docente “da impegnare nei primi anni dei percorsi di istruzione e formazione professionale”. Formatori, quindi e anche impiegati amministrativi e addetti alla logistica. Anche in questo caso, si potrà accedere a prescindere dall’iscrizione all’albo. I requisiti minimi sono identici a quelli posti dall’Anfe. Stavolta, però, quantomeno è prevista una sorta di griglia con i punteggi relativi a titoli posseduti ed esperienza professionale.

Due esempi, che presto si moltiplicheranno. “E’ proprio così – conferma Marziano – avverrà lo stesso per i prossimi corsi dell’Avviso 8. Noi non possiamo opporci”. E le conseguenze rischiano di essere paradossali. L’assessorato alla Formazione, infatti, in questi giorni è impegnato col Ministero del Lavoro nel piano per “snellire” l’enorme bacino di formatori siciliani, cresciuto a dismisura negli ultimi dieci anni, proprio a ridosso delle elezioni. Il progetto prevede il prepensionamento per circa tremila lavoratori e un percorso di reinserimento anche per gli ex sportellisti. Alla fine, insomma, nell’albo dovrebbero rimanere circa quattromila persone. Ma sarà una presenza utile solo in vista della concessione di ammortizzatori sociali. Non tutti, infatti, potranno tornare a lavoro, come dimostrano già i nuovi bandi. Altri formatori arriveranno “da fuori”. Gli enti già li cercano. Riapre il circo della Formazione. Si riaprono i cancelli del settore simbolo del clientelismo siciliano.

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