Lo slogan, ai tempi, era efficace, giusto e secco. Meglio un giorno da Borsellino che cento da Ciancimino. Borsellino era Paolo. Basta la parola. Ciancimino era don Vito, politico mafioso e tessitore di trame oscene. Non poteva esserci partita. Oggi suo figlio Massimo – parrebbe così – ha preso un’altra strada, il sentiero della collaborazione con la giustizia e del disvelamento (presunto) di certi angoli oscuri. Due sono le correnti di pensiero, entrambe a sensazione. Alcuni pensano che Massimo Ciancimino sia un millantatore. Dell’Utri, addirittura, arriva a elogiare la discrezione del “babbo”, una cara persona. Altri ritengono che Massimo Ciancimino dica la verità. Quest’ultima posizione si divide in due sotto-posizioni. Massimo Ciancimino dice la verità perché gli conviene, per evitare destini tremendi in mano alla mafia o alla giustizia. Massimo Ciancimino dice la verità perchè vuole cambiare il corso della storia, perché vuole ripulire il suo nome, dopo anni di fango, perchè vuole modificare l’antico slogan, perchè è un ragazzo fragile, folgorato sulla via di Damasco della coscienza. Ed è nel giardino della possibile conversione che i lettori di Livesicilia piantano commenti di fiducia e di consolazione. Soprattuto adesso. Il giovane Massimo attraversa un momento di sconforto e lo ha annunciato a blogsicilia. Dirò quello che so. Poi, basta, non collaboro più.
Scrive Geronimo: “Gent.le sig. Ciancimino, io la apprezzo per quello che sta facendo continui così e non si arrenda!”. Scrive Monica: “Buonasera sig. Ciancimino…io credo e spero come tanti siciliani onesti, e che lottano ogni giorno con ingiustizie mafiose…che lei sia la rivalsa..il riscatto di tanti che come me..credono in lei…non si faccia intimorire da falsi amici, ognuno di noi ne soffre di questo…ma non molli adesso…proprio adesso che stiamo cominciando a vedere un po’ di luce…di verità…lei deve essere forte…coraggio…perchè tanti come me… siamo con lei…”. Qualcuno attacca anche. Ma la linea della solidarietà è maggioritaria. Su blogisicilia, Pippo Giordano ha scritto un post di sostegno: “Massimo, lei non deve buttare la spugna e non si curi di quelle persone che lei riteneva amiche”. Lui risponde: “Grazie, sia per le critiche, che per le Vostre affettuose manifestazioni di solidarietà, sicuramente fonte e grande stimolo per continuare ad andare avanti. Oggi il dovere ed il rispetto sia verso i Magistrati, sia verso gli imputati, protagonisti di quel delicato processo che mi vedrà ancora sedere nel banco dei testi, mi impongono un giusto e doveroso silenzio. Mi dispiace non poter continuare a dialogare ma è giusto così anche vista l’attenzione che ne è scaturita dalla mia semplice risposta al Sig. Carmelo, di fatto non voleva certo essere un’intervista, Vorrei rispondere come già in passato a molti di Voi lettori di BogSicilia, ma come anticipato sopra il momento ora è quello di rispondere in aula lunedì prossimo”.
Sarebbe eccessivo iscrivere Massimo Ciancimino nella lista degli eroi della repubblica e del riscatto. Tuttavia tanti lettori gli credono, secondo i commenti che riceviamo. Tutto semplice? No. Pure questa fiducia si presta a due interpretazioni vicine e diverse, una consolatoria, una sconsolata. Due riflessi non lontani, ma dal traguardo contrapposto. La gente si fida, che sia illusione o sostanza, esattezza o bugia, perché vuole cambiare davvero ed essere protagonista di una mutazione attiva nata dalla consapevolezza. La gente si fida perché ha un disperato bisogno di figure pulite in cui specchiarsi, guardandole in tv, per carità, dal tinello di casa. Niente rivoluzioni, solo terapia. In mancanza di Paolo Borsellino e di onesti sosia, ci accontentiamo passivamente di quello che c’è. Di un (lungo) giorno da Ciancimini.
Ps. Sono aumentati i messaggi non amichevoli circa il personaggio. Per questo, nel titolo, abbiamo inserito un punto di domanda.