Forza Italia, battesimo etneo per il nuovo corso di Schifani e Caruso - Live Sicilia

Forza Italia, battesimo etneo per il nuovo corso di Schifani e Caruso

Il momento è caldo e le sorti del centrodestra tengono inevitabilmente banco.
LA KERMESSE
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PALERMO – “Dai Forza Italia che siamo tantissimi”. E, in effetti, la sala dell’Hotel Nettuno di Catania è gremita mentre riecheggia l’inno storico degli azzurri. “C’è un’atmosfera quasi da 1994”, commenta il presidente Renato Schifani appena prende la parola. In questa cornice gli azzurri catanesi battezzano “il nuovo corso del partito” guidato da Marcello Caruso, seduto al tavolo dei relatori insieme al presidente della Regione Renato Schifani e ai dioscuri Marco Falcone e Nicola D’Agostino.

La partita delle amministrative

Il momento è caldo e le sorti del centrodestra tengono inevitabilmente banco. Schifani cerca di mediare. E rimette in riga gli alleati.  “Vorrei dimenticare quello che è successo, anche perché il nuovo commissario regionale della Lega ha chiarito che quella di Valeria Sudano era una proposta di candidatura, quindi ha ridimensionato questa iniziativa dei cartelloni pubblicitari”, dice Schifani a margine del meeting . “Noi dobbiamo guardare avanti con serenità e con calma per potere ricondurre tutti allo stesso tavolo e fare in modo che si eviti una divisione che gli elettori di centrodestra non meritano”, aggiunge. “Attendiamo il candidato di Fratelli d’Italia e poi occorre discutere all’interno della coalizione come si è fatto anche per Palermo, dove si è fatto un grande lavoro, dove c’è stata la convergenza su un ottimo candidato, che si sta dimostrando un ottimo sindaco. Non escludo che per una città metropolitana come Catania, all’altezza di Palermo, forse con un Pil maggiore, nel pericolo di una eventuale rottura, possano essere i leader a trattare definitivamente questa soluzione. Non lo posso escludere ma non la do per attuale perché attualmente la responsabilità deve essere dei partiti a livello regionale”, argomenta il presidente che si trova tra l’incudine (la Lega) e il martello (FdI).  

Gli appelli all’unità

Gli fa eco il nuovo commissario regionale azzurro. “Noi qui continueremo a portare esattamente il valore della coesione della maggioranza e questo è un richiamo che facciamo a tutti i nostri compagni di viaggio dando un monito, un avviso ai navigati: insieme si vince, divisi possiamo farci del male. E’ un richiamo per tutti ed un auspicio che non vi siano né fughe in avanti, né tanto meno pretese, che possono essere giustamente portate al tavolo della coalizione e lì ragionate”, dice. Appelli all’unità arrivano anche dall’assessore Falcone e dal deputato regionale Nicola D’Agostino. “Noi rivendichiamo un candidato serio, competente, che ami questa città. Forza Italia lavora per ridare alla politica il primato che le spetta nel dare una prospettiva a Catania e alla cittadinanza. Faremo una lista di persone radicate sul territorio, aperta al contributo di professionisti e componenti di varia estrazione. Il centrodestra unito è un valore per noi irrinunciabile, nelle ultime ore però questa particolare unità non c’è stata. Il nostro messaggio agli alleati e di avere un atteggiamento più sobrio e responsabile, nell’interesse di Catania e della coalizione”, dice Falcone in sala. “Forza Italia ha recuperato in queste settimane entusiasmo e centralità politica. In Sicilia svolge un ruolo determinante ed a Catania ha la responsabilità di portare ordine con intelligenza. Occorre andare uniti e vincere. Perché Catania è ad un bivio e un sindaco in sintonia con i governi regionale e nazionale è necessario. Ci penseranno Schifani e Caruso a riportare le cose sulla giusta strada. Il ruolo di FI sarà decisivo prima delle elezioni e anche dopo, se sapremo essere la prima lista. Rivendicando spazi e ruoli in amministrazione comunale, e guardando alle provinciali con l’interesse di chi guida processi politici importanti”, spiega D’Agostino. 

Il “nuovo corso” di Forza Italia

Ma all’ordine del giorno c’è  il tema del partito, soprattutto alla luce del nuovo assetto siciliano. Schifani detta la linea e segna una cesura con il passato. “Nel partito apriamo la stagione delle regole. Nessuno scavalcherà nessuno per volontari del coordinatore regionale o di chissà chi. Da capogruppo Pdl al Senato ho fatto così. Tuteleremo l’equilibrio dentro Forza Italia, tutti devono sentirsi militanti protagonisti della linea del presidente Berlusconi. Tutti uniti, tutti alla pari”. E assicura: “Non faremo decapitazioni”. 

Poi un passaggio sulle amministrative etnee. “Il nostro obiettivo è essere il primo partito a Catania”, dice sottolineando di avere una lista molto competitiva. Ma il ragionamento sul nuovo corso del partito va incastonato all’interno di una cornice più ampia di livello nazionale. “L’elezione del nuovo segretario del Pd apre uno scenario nuovo e cementa un’alleanza organica tra Pd e Cinquestelle con un conseguente spostamento a sinistra”, dice Schifani che intravede praterie nel mondo liberale, terreno fertile per il partito. 

“Forza Italia deve guardare ai liberali e ai riformisti, all’ala moderata: la parola libertà è nel nostro dna”, dice. Un orizzonte al quale guarda anche Caruso. “Il partito non parte da zero, il nuovo corso è solo un cambio che può motivare quelli che come noi credono che in una fase di forte polarizzazione politica liberali, riformisti e conservatori possano continuare ad avere una loro storia dentro un contenitore come Forza Italia”, conclude il commissario regionale. 


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