PALERMO – Avrebbero divulgato sui social le fotografie intime di una loro coetanea. Sono scattate le perquisizioni nei confronti di un gruppo di minorenni adesso accusati della diffusione illecita di immagini e video sessualmente espliciti. Le indagini, disposte dal sostituto procuratore Massimo Russo della Procura dei Minori di Palermo ed eseguite dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura di Termini Imerese hanno svelato uno scenario preoccupante, ricostruendo una vera e propria rete di minori che in provincia utilizzerebbe la chat di WhatsApp per diffondere materiale sessualmente esplicito.
Comportamenti che contribuirebbero al fenomeno del “revenge porn”, che prevede una normativa ad hoc. Nel corso delle indagini, partite dalla testimonianza dei familiari della vittima, sono stati sequestrati i cellulari ed è così stata interrotta la diffusione delle foto. Il fenomeno del revenge porn negli ultimi anni, ha visto una crescita esponenziale degli episodi di ‘vendetta pornografica’, anche con risvolti drammatici. Un fenomeno dilagante che in Italia viene contrastato con una linea dura, visto che non esisteva alcuna legge specifica in materia fino all’agosto 2019, quando è stato introdotto l’articolo 612ter del codice penale previsto nell’ambito della legge del “Codice rosso”, approvata per garantire maggiore tutela alle vittime di violenza domestica e di genere.
Le indagini di polizia giudiziaria sono tuttora in corso per l’eventuale individuazione di altri soggetti che possono detenere illegittimamente le foto della minore ed invita, in linea generale, “coloro che ricevono foto sessualmente esplicite divulgate senza l’autorizzazione dell’autore, a rivolgersi agli organi di polizia giudiziaria per denunciare il fatto”.