CATANIA – Un patto tra mafiosi del clan Laudani e importanti funzionari di enti pubblici, colletti bianchi e professionisti, per gestire 500 assunzioni farlocche nel settore dell’agricoltura. LE FOTO DEGLI ARRESTATI Un giro d’affari da un milione e mezzo di euro, soldi sottratti all’Inps, grazie alla collaborazione di un funzionario infedele, Filippo Bucolo, ammanettato dagli uomini della Tributaria della Guardia di Finanza. Un’indagine poderosa, frutto di due anni di lavoro, con intercettazioni e appostamenti degli uomini del Gico guidati dal comandante Paolo Bombaci, che hanno messo a nudo un sistema di truffa che vedeva protagonisti uomini ritenuti vicini al clan Laudani, reclusi in carcere e una vera e propria organizzazione per la gestione dei fondi pubblici dell’Inps concessi come indennità ai braccianti.
L’INDAGINE – Una vera e propria industria, se si pensa che erano ben 500 i falsi braccianti destinatari di fondi grazie a 10 finte aziende e qui, viene fuori il lavoro della Finanza, che Carmelo Zuccaro ha lodato più volte, una sincronia “perfetta” con il pubblico ministero Barbara Tiziana Laudani, che ha condotto le indagini, affidate al Gico del capitano Bombaci e alla Tributaria di Francesco Ruis che, insieme al comandante provinciale Roberto Manna hanno, nell’ultimo anno, inferto colpi micidiali a Cosa nostra e alla borghesia mafiosa di Catania.
IL SISTEMA – La mafia comandava da dietro le sbarre, si tratta di pezzi da novanta del clan Laudani, “uno dei più pervasivi di Catania, in grado di infiltrarsi in molti settori”.
Un clan spietato, che ha segnato con il sangue la storia di Catania, ma che ha dimostrato di essere in grado di creare e gestire alberghi di lusso, concessionarie d’auto, ristoranti e di accumulare un vero e proprio tesoro.
L’operazione è stata ribattezzata podere mafioso, segna l’ennesimo colpo alle agromafie inferto dalla magistratura. Ai vertici del sistema ci sono, secondo i finanzieri, Antonino Magro, “capo del gruppo di Paternò del clan Laudani”, Leonardo Patanè detto “Nardo Caramma”, detenuto ad Augusta per associazione per delinquere e Giovanni Muscolino, “capo del gruppo di Giarre del Clan Laudani”.
Stretti collaboratori di Patanè sarebbero il figlio Orazio Patanè, la figlia Ramona e la moglie Daniela Wissel. Il sistema era semplice: grazie a fidati collaboratori, gli uomini del clan gestivano finte assunzioni di finti braccianti e poi riscuotevano, direttamente, le indennità dell’Inps, tra tre e sei mila euro ogni anno. Tutto per 500 finti braccianti, un esercito.
Cuore del sistema sarebbero Filippo Bucolo, dipendente dell’Inps e Alfio Lisi, perito commerciale.
Per controllare e gestire ogni fase della rendicontazione del lavoro dei finti braccianti, erano previsti dei ruoli precisi. Carmelo Tancredi sarebbe il coordinatore dell’apparato burocratico al servizio della mafia, lungo l’elenco dei reclutatori: Michele Cirami, Vincenzo Cucchiara, Francesco Gallipoli, Fabrizio Giallongo, Agatino Guarrera, Ettore Riccobono, Claudio Speranza, Vincenzo Vinciullo. Tutti ai domiciliari, su disposizione del Gip Santino Mirabella.
AZIENDE FANTASMA – “Un vorticoso proliferare di aziende “fantasma” – scrivono gli inquirenti – prive di ogni consistenza patrimoniale, improduttive e senza lavoratori, utilizzate esclusivamente quali veicoli per la realizzazione del grave sperpero di denaro pubblico. La rapidità con la quale nascevano e sparivano queste realtà imprenditoriali solo di facciata serviva a eludere e rendere vano ogni controllo o ispezione da parte degli organi competenti”. Un sistema architettato nei minimi particolari.
“Patanè – scrivono gli investigatori – era incaricato di formalizzare la costituzione delle aziende agricole, di iscrivere i falsi lavoratori e di chiudere il cerchio “cartolare” con la predisposizione delle buste paga. Le investigazioni hanno consentito di appurare che il ragioniere riceveva fondi dall’organizzazione attraverso il versamento di contanti (fino a 800 euro a settimana) e la messa a disposizione di un’autovettura”.
LE INTERCETTAZIONI – Patanè viene intercettato mentre chiede informazioni dei pagamenti dell’Inps, contatta il call center.
Operatore: Buon giorno…sono Rosi, come posso aiutarla…. ??!!
Patanè: Si, buon giorno, per la mia disoccupazione agricola…..se sono in pagamento…!!!
Operatore: Allora, il suo codice fiscale …!!!
Patanè: Allora….VNCVCN71E07G371B….!!!
Operatore: Cognome e nome…???
Patanè: VINCIULLO VINCENZO….7 5 71….!!!
Operatore: Residenza..???
Patanè: Paternò, via Lucania !!!!
Operatore: Un recapito telefonico, un cellulare…!!!
Patanè: 346………..!!!!!
Operatore: Una domanda agricola, per gli agricoli..???
Patanè: Si, si…!!!
Operatore: E..allora, è oggi il pagamento….!!!
Patanè: Grazie mille…!!!
DI PADRE IN FIGLIO – In un’altra intercettazione, Patanè parla con il figlio Orazio.
Orazio: Ascoltami, questa mattina ho parlato con BUCOLO (n.d.r. dipendente INPS Giarre)….ehhh, è già ti ha fatto liquidare una pratica, di una, quella di MELINA, te l’ha fatta liquidare…!!!!
Patanè: di chi…???
Orazio: Di MELINA…!!! E glieli danno mercoledì soldi li prende, va bene..???? Perciò, ti fai il conto, che io ho il numero di telefono, che poi gli chiamo a lei…!!!
IL CONTATTO – Leonardo Patanè contatta Francesco Gallipoli
Patanè: ascolta, digli alla signora, che tra il 16 ed il 18 ha preso 3.000 euro……MI HA TELEFONATO ORA ORA QUELLO DELL’INPS (n.d.r. Bucolo Filippo)…..di andaremi a prendere i soldi ora….ora subito……che sto scendendo…!!!!
Gallipoli: Tra il 16 ed il 18 di questo mese..?????
Patanè: Si, ha preso 3.000 euro…!!!!
Gallipoli: va bene..!!!
I SOLDI – Il funzionario dell’Inps è stato beccato mentre discute dei soldi con Patanè
BUCOLO: Oh senti che tuo figlio MI HA VERSATO L’ASSEGNO DI 500 EURO…!!!
PATANÈ: ma come …!!!
BUCOLO: … perché quello là domani mattina lo vuole coperto se no me lo fa protestare PATANÈ: …ascolta DOMANI MATTINA TI DO I SOLDI, seguimi, lo vai a coprire e poi me ne fai un altro e ci metti la data a due mesi … va bene ??
IL RAGIONIERE – Beccato anche il ragioniere Lisi, mentre discuteva con Patanè del compenso settimanale di 800 euro.
Lisi: Non è solo quello….sono le spese….io non campo solo con le spese…!!!
Patanè: A me mi sembra che tu stai andando oltre le spese ALFIO…!!! ALFIO, senti una cosa, tu devi fare gli uLtimi,….quelli di coso…..ALFIO, se li vuoi fare …se non li vuoi fare, dimmelo prima, che i soldi che ti ho dato te li mangi e non ne voglio tornati più…ALFIO….!!!!
Lisi: Tu mi hai detto venerdì’, l’ultima volta che ci siamo visti…..!!!
Patanè: Buono, va, forse non ci stiamo capendo…te li ho lasciati 200 euro la..???? Cosa vuoi ancora ALFIO…!!! Quanto è che vuoi ancora…..!!!!
Lisi: Ma per telefono, ne dobbiamo parlare per telefono.. di queste cose…????
Patanè: Non ti sto capendo…. VEDI CHE TI HO DATO 800 EURO NEL GIRO DI UNA SETTIMANA…!!!
IL FALSO BRACCIANTE – Proprio Patanè dispone come gestire le giornate dei falsi braccianti. La finanza lo intercetta con Antonio Magro.
Patanè: UNA TRENTINA LEVAGLIELI, ahhh…!!! Va bene..???
Magro: Ehhm scusa, me lo dici ora..??? Quando glielo devo mandare, il tempo oggi scadeva….(n.d.r. scadenza presentazione DMAG)…!!!
Patanè: Ehh, ora vediamo, questa sera…!!!
Magro: E me lo dici così…????
Patanè: Una ventina, la, hai capito..???
Magro: Ehh, ma te li devo dare i nominativi, (n.d.r. da eliminare quali dipendenti) così, come te li do..????