Fratture imballate, persone a terra: le vergogne della sanità siciliana - Live Sicilia

Fratture imballate, persone a terra: le vergogne della sanità siciliana

L'incredibile storia della gamba nel cartone, con le altre
L'EMERGENZA CURA
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“Quando il medico è andato a cercare le stecche per ingessarmi, ha scoperto che erano finite. A quel punto, non sapendo come fare, il medico ha usato del cartone per immobilizzare il piede”. Il ragazzo siciliano che ha una gamba ormai celebre, per la frattura imballata con il cartone, ha descritto così la sua odissea in ospedale. A lui vanno l’abbraccio e la solidarietà di tutti, a margine di una cronaca ricostruita da Riccardo Lo Verso.

Ma noi andiamo oltre. Noi cerchiamo di immaginare pure lo stato d’animo di quel medico che voleva compiere soltanto il suo dovere e che si è trovato a operare con un pezzo di cartone, in mancanza di altro. Lo immaginiamo e non è difficile.

Da pazienti e da cronisti, li abbiamo annotati più volte le donne e gli uomini del servizio sanitario nazionale in volo – tra corridoi e barelle – con la disperazione di chi non sa come fare, mentre il tempo scorre.

Era il settembre del 2022 quando raccontammo la vicenda di una persona stesa a terra, a Villa Sofia, a Palermo, tra piedi che lo sfioravano e sguardi che cercavano di capire. Ci fu il soccorso, infine. Quella foto, a suo modo, è diventata l’icona dei dolori e delle vergogne della sanità siciliana.

Il problema, che è generale, con recrudescenze più taglienti quaggiù, ha cadenza quotidiana. Ogni giorno, nelle nostre strutture pubbliche, specialmente d’emergenza, si consuma il dramma dell’impotenza e dell’angoscia, condiviso da curanti e sofferenti.

Ed è una ferita che va suturata dalla politica. Se i disservizi si susseguono, non possiamo certo pensare che tutti gli operatori sanitari siano degli inetti.

Più logica, più verosimile, è l’idea che conduce alle falle di un sistema da rifondare in tanti aspetti, premiando, per esempio, i meriti, non le appartenenze. Affermazione, quest’ultima, che interroga una prospettiva tangibile, dopo le nomine dei manager, con relative polemiche.

Il presidente della Regione, Renato Schifani, è intervenuto, indicando nella istituzione di una commissione tecnica di controllo una strada da seguire, dopo la deflagrazione mediatica del caso. L’assessorato alla Sanità manderà gli ispettori, mentre infuria l’ovvia sarabanda politica.

Ma l’indignazione di oggi, per essere utile, dovrà produrre risultati concreti, come auspichiamo che accada. Altrimenti non resterà altro da fare che contare i giorni, prima del prossimo corpo a terra, prima di un nuovo arto (chissà, un braccio) imballato come un pacco da spedire.


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