Frezza: “A Palermo niente feeling con Mutti” - Live Sicilia

Frezza: “A Palermo niente feeling con Mutti”

Il rosanero che fu
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Ha giocato in dodici squadre, in una stagione anche al Palermo. Giammarco Frezza, esterno sinistro offensivo, è stato uno dei “campioni” assoluti delle plusvalenze del calcio italiano.

Cresciuto calcisticamente nella Lodigiani, il 4 luglio 2001 la Roma lo acquistò dell’Inter, proprietaria del suo cartellino, per l’incredibile cifra di 8 miliardi e 800 milioni di vecchie lire. Per la stagione 2001/02 il club di Sensi lo girò poi al Palermo, che all’epoca era un club satellite di quello giallorosso. A fine stagione la Roma incamerò 15 miliardi di vecchie lire, cedendo Frezza al Torino, che vendette alla società capitolina il centrocampista Luigi Panarelli per 20 miliardi di lire. Panarelli per un breve periodo restò in ritiro con il Palermo, poi quando arrivò Zamparini, fu spedito in prestito gratuito alla Florentia, in serie C-2. Frezza, invece, dal Torino, squadra di serie A, finì al Pescara in B e poi in formazioni di serie C. Da un paio di anni è alla Cavese, in Prima Divisione.

I suoi primi trasferimenti sono stati al centro di inchieste…
“Acqua passata”.

Lei non sapeva nulla di quello che accadeva?
“Acqua passata”.

La vedremo presto con la tredicesima maglia addosso?
“Spero di no, spero di restare ancora qui, mi trovo bene”.

E a Palermo come si trovò?
“In città meravigliosamente. Dal punto di vista sportivo meno, perché quella stagione in B del Palermo fu a dir poco di transizione. Il club rosanero non era in cima ai pensieri della proprietà, anzi a quelli della capitale non fregava quasi nulla di noi”.

Il suo campionato durò appena nove partite…
“Sì, giocate a fine stagione. Un infortunio al crociato compromise la mia annata e mi tenne fermo sette mesi. Fu il mio infortunio più grave e la ripresa più lunga, nonostante ad avermi operato fosse stato il professor Mariani a Villa Stuart. Qualcosa andò storto. In precedenza risolsi un problema al crociato dell’altra gamba in soli quattro mesi”.

È mai più tornato in Sicilia?
“Né da avversario, né in vacanze, e mi spiace. Negli ultimi anni la dimensione della squadra rosanero è arrivata ad essere europea, sono contento per i tifosi, se lo meritano. Io continuo a giocare e a divertirmi”.

Con i suoi compagni del Palermo di allora ha mantenuto qualche amicizia?
“No, è difficile. Mi capita di sentire Luca Aprile e Luca Ferri. Qualche volta ho visto Franco Brienza”.

E il tecnico Lino Mutti l’ha più sentito?

“Assolutamente no. Con lui non ci fu mai feeling, non avevamo proprio rapporti”.


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