Fucilate in campagna a Catania: annullati due ergastoli

Fucilate in campagna a Catania: annullati due ergastoli

La Cassazione rinvia a un'altra sezione della Corte d'appello
IL VERDETTO
di
2 min di lettura

LICODIA EUBEA (CATANIA) – La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato i due ergastoli inflitti dalla Corte d’assise d’appello di Catania per l’omicidio di Giuseppe Destro. Cinquantenne, fu ucciso con un fucile da caccia il 26 febbraio 2018 in campagna, a due passi da Vizzini.

Gli assassini di Destro tentarono anche di uccidere suo fratello, Carmelo, che si è salvato grazie all’elisoccorso e ai medici del Cannizzaro di Catania. Il movente, si disse, era legato a contrasti tra pastori. Ma ora i giudici della Suprema Corte hanno annullato le condanne con rinvio a un’altra sezione della Corte d’assise d’appello.

Tutto da rifare

Tutto da rifare, dunque, e cadono – almeno in questa fase – le condanne al carcere a vita che erano state inflitte a Salvatore Montagno (assolto in primo grado), e a Nunzio Nuccio Montagno, che in primo grado aveva preso 30 anni.

Improcedibile ogni accusa da tempo, invece, per il papà di Nuccio, Sebastiano, che è morto. La Cassazione, presieduta da Filippo Casa, relatore Aprile, ha rinviato tutto nuovamente a Catania. È chiaro che le motivazioni del verdetto, quali punti della sentenza saranno “cassati” a Roma, si scoprirà solo non appena sarà depositata la sentenza.

Il processo in Cassazione

Tuttavia fonti di difesa esprimono ottimismo che le condanne possano cadere definitivamente nel cosiddetto “processo bis” in appello. Salvatore Montagno è difeso dagli avvocati Francesco Antille e Domenico Acciarito, il fratello Nuccio dal professore Giovanni Grasso e dall’avvocato Massimo Alì.

Le parti civili, per conto dei familiari delle vittime, sono assistite dagli avvocati Concetta Ceraldi del foro di Siracusa e Katia Ceraldi del foro di Catania. In aula il pg della Cassazione, così come le parti civili, avevano chiesto il rigetto dei ricorsi dei difensori dei due imputati.

La ricostruzione

Il delitto maturò nelle campagne della profonda Sicilia. Allevatori contro, era la ricostruzione dell’accusa. La zona del delitto si trova nel Calatino, a metà strada tra Mazzarrone e il minuscolo centro di Licodia.

È una zona, contrada Giurfo, dove insistono vari terreni da pascolo. Carmelo Destro, fratello della vittima, morì durante il processo, ma per un grave male, non come conseguenza delle ferite riportate.Gli imputati hanno sempre respinto le accuse.

Le dichiarazioni del fratello

Un elemento importante delle accuse era proprio legato alle dichiarazioni di Carmelo Destro, che ha effettuato un riconoscimento. Ma la difesa ha sempre dato battaglia relativamente a questo riconoscimento. Una battaglia durata anni.

“Abbiamo combattuto per anni perché venisse rispettato il giusto processo – afferma ora, commentando la sentenza, l’avvocato Antille – e adesso accogliamo la decisione con soddisfazione e con grande rispetto”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI