PALERMO – Una chiesa affollatissima ha accolto il feretro di Giuseppe Liotta, il medico di 40 anni che ha perso la vita a Corleone, durante l’alluvione di sabato scorso. Il funerale si celebra nella chiesa Mater Ecclesiae di viale Francia.
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–La moglie di Giuseppe Liotta, Floriana Di Marco, è intervenuta al termine dell’omelia: “Mio marito non è un eroe, ma un uomo che faceva piccolo cose, ma giuste. Un uomo mosso da un grande senso del dovere. Ora dovrò affrontare tutto questo da sola, ma lui mi ha insegnato ad essere forte e con me c’è l’intera comunità di questa chiesa”.
-Tra la folla, anche gli uomini del Soccorso Alpino che insieme ai vigili del fuoco e alle forze di polizia sono stati impegnati in cinque giorni di serrate ricerche. Presente Vincenzo Biancone, il tecnico del Cnsas che il giorno del ritrovamento era a bordo dell’elicottero che ha individuato il corpo senza vita in un vigneto.
-Mezza città dentro e fuori dalla chiesa di viale Francia. Tra le lacrime, qualcuno ricorda l’ultima volta che ha incontrato Giuseppe: “Eravamo compagni di scuola – dice Fabrizio – dopo tanti anni ci eravamo incontrati questa estate, promettendoci che ci saremmo visti presto”. Al funerale, concelebrato da monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, sono presenti il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il prefetto Antonella De Miro e il commissario dell’Asp Antonino Candela.
-“Cari genitori di Francesco, parenti, fratelli e sorelle, sento forte il bisogno di stringermi accanto a voi, di farvi giungere la mia vicinanza per questa lacerante sofferenza per la perdita di Giuseppe – ha detto l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice durante la sua omelia -. Dopo gli estenuanti giorni di ricerca, nella Bibbia, con la quale Dio continua il dialogo con noi, il Cantico dei Cantici parla della ricerca spasmodica dell”amato: ‘Voglio cercare l’amato, ma non l’ho cercato. Nel Vangelo, Maria trova il sepolcro vuoto, non sapeva dove l’avevano posto. Dio ha sentito il vostro grido, conosce già la vostra angoscia, lui conosce la nostra sofferenza, quella di chi perde la.persona sempre amata. Anche Gesù è morto per amore, solo per amore. Lui è l’amore, che si rivela.sulla croce. Le grandi acque non possono spegnere l’amore. Né i fiumi travolgerlo. La morte continua a riempire i sepolcri, ma per chi muore avendo conosciuto l’amore di Cristo, il testimone di Dio è amore, nulla può la morte. Giuseppe è stato trovato in un vigneto, è un vero discepolo di Cristo. A loro Gesù dice: ‘Rimanete in me ed io in voi’. Fino all’ultimo Giuseppe ha amato tutti, la sua adorata famiglia, i suoi parenti, i tanti figli che ha curato ed accompagnato per il suo lavoro da pediatra. Giuseppe affrontava la giornata con un alto senso del dovere, come padre, marito, membro della comunità parrocchiale e come medico. Giuseppe è vivo perché ha amato, è con noi. Le grandi acque non possono travolgere l’amore”.