PALERMO – Una giornata infernale, con alte temperature e incendi che hanno divorato ettari di boschi e macchia mediterranea, contorniata da polemiche politiche e dalla notizia peggiore: la morte di un agricoltore a Paternò, schiacciato dal suo trattore mentre cercava di trasportare una tanica d’acqua nel tentativo di spegnere i roghi divampati nella zona di Ponte Barca. È l’epilogo di una giornata che assomiglia a un calvario per la Sicilia, messa a dura prova dalle altissime temperature e dagli incendi: nel Siracusano il record di 48,8 gradi registrati dalla stazione Sias.
Il dramma di Paternò e le fiamme che devastano Giarratana
Nel Catanese a metà pomeriggio si contavano già 112 interventi dei vigili del fuoco: i più rilevanti a Paternò e ad Aci Catena. Drammatica la situazione nel Ragusano, dove sono andati completamente distrutti il parco e l’area attrezzata di contrada Calaforno, tra Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi. I vigili del fuoco stanno lavorando per arginare le fiamme che pare siano partite contemporaneamente da più punti, ciò che fa propendere per l’origine dolosa. Nel pomeriggio sono intervenuti i Canadair che hanno consentito di salvare alcune abitazioni ed un agriturismo della zona. Evacuate alcune abitazioni, anche della periferia di Giarratana, mentre in prefettura ci si mobilita con al riunione del Centro coordinamento soccorsi.
Pergusa nella morsa degli incendi
Pomeriggio di paura anche a Pergusa, frazione di Enna, con residenti allontanati dalle abitazioni e un sito archeologico a rischio. Anche in questo caso il numero elevato di punti di innesco rende quasi certa la matrice dolosa. Le fiamme hanno invaso le contrade Parasporino, Cannavò e Jacopo fino a minacciare i siti archeologici di Cozzo Matrice e Montagna di Marzo. Il Comune ha deciso di chiudere per precauzione le piscine scoperte.
“Sulle Madonia una catastrofe”
Le geografia del disastro conduce fino alle Madonie, nel Palermitano, e in questo caso è Legambiente Sicilia a dare l’immagine di quanto accaduto: “Una catastrofe”, dice il presidente Gianfranco Zanna. L’associazione ha scritto al premier Mario Draghi per chiedere la mobilitazione dell’esercito. Su tutta la zona, però, le fiamme sono ancora presenti: i roghi sono a Polizzi Generosa, ancora a Petralia Soprana e Sottana, Altavilla Milicia e Giuliana. Vigili del fuoco e forestali sono impegnati a spegnere i roghi alimentati anche dalle temperature roventi.
Il giorno delle polemiche
Uno scenario infernale su cui si innesta la polemica politica tra le forze a sostegno del governo regionale e l’Esecutivo nazionale, che oggi ha inviato in Sicilia il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli per incontrare i sindaci dei comuni palermitani più colpiti dai roghi. La miccia la accende una dichiarazione di Alessandro Aricò e Sergio Tancredi, capigruppo di Diventerà bellissima e Attiva Sicilia all’Ars: “Ci chiediamo con quale faccia il ministro Patuanelli venga in Sicilia – le loro parole -. Della sua solidarietà per gli incendi che stanno devastando la Sicilia non sappiamo cosa farcene, visto che è responsabile in prima persona dell’abbandono di quelle terre che, incoltivate e prive di presidi, sono facile preda del fuoco e dei criminali che lo propagano”. Da Palazzo Comitini, dove ha avuto un lungo faccia a faccia anche con il presidente di Anci Sicilia Leoluca Orlando, Patuanelli ha replicato: “Se con qualche mese da ministro sono responsabile dell’abbandono dell’agricoltura da parte dei siciliani chiedo scusa, ma non credo sia così. Mi dispiace sentire queste parole dal partito del governatore Musumeci che avrebbe potuto essere un po’ più accogliente perché insieme le cose le risolviamo e con le contrapposizioni come questa non si va da nessuna parte”. Poi la stoccata: “In Sicilia non manca personale. Mancano forse dei mezzi e manca forse un maggiore coordinamento e forse i piani regionali non sono sempre aggiornati e attuati”.
Primi fondi dal governo regionale
Il governo regionale, intanto, ha stanziato i primi fondi in favore delle aziende zootecniche. La decisione è stata presa, nel pomeriggio, nel corso della seduta della giunta. Il provvedimento di oggi segue la dichiarazione dello “stato di crisi ed emergenza”, già deliberato la scorsa settimana. Le prime risorse serviranno per l’acquisto di foraggio e per ripristinare le recinzioni dei pascoli danneggiati. Nel contempo, il governo regionale ha proclamato oggi stesso lo “stato di calamità”, con la conseguente richiesta, alla presidenza del Consiglio dei ministri, della dichiarazione dello “stato di emergenza”. “Oltre quattromila uomini – sottolinea il governatore Nello Musumeci – sono impegnati nella nostra Isola su decine di fronti. Mai vista una catastrofe del genere. Tutti i mezzi disponibili sono scesi in campo. Anche questa dura prova sarà superata e saremo vicini alle aziende colpite con le necessarie risorse finanziarie. Spero che Roma faccia la sua parte”.