Fusione Asec-Sidra, l'ultimo rimbrotto: "Sarà danno erariale" - Live Sicilia

Fusione Asec-Sidra, l’ultimo rimbrotto: “Sarà danno erariale”

L'ex vicesindaco Roberto Bonaccorsi, lo scorso 8 agosto, aveva sollecitato il senato cittadino a votare lo statuto di Sidrag.
CONSIGLIO COMUNALE
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CATANIA – L’ultima tirata d’orecchie dell’ex vicesindaco Roberto Bonaccorsi al Consiglio comunale di Catania porta la data dell’8 agosto 2022. Prima dell’effettività delle dimissioni del sindaco Salvo Pogliese e, quindi, prima dell’arrivo di commissario e vicecommissario. Il rimbrotto ha la forma di una lettera di sollecito al senato cittadino, affinché approvi – con trattazione d’urgenza – lo statuto della Sidrag, la società che nascerà dalla fusione di Catania rete gas (ex Asec) e Sidra, le due società partecipate che si occupano rispettivamente di gas e acqua. Da Sidrag, soprattutto, passa il risanamento del municipio dopo il dissesto.

Nel corso delle ultime sedute del Consiglio comunale, il tema della fusione non è arrivato al punto di essere trattato. Eppure la prima volta che Bonaccorsi lo aveva chiesto all’aula era il 28 luglio. Ormai quasi due mesi fa. La fusione di Catania rete gas e Sidra, si legge nella missiva indirizzata dall’ex vicesindaco ai consiglieri, è necessaria “nell’ottica della realizzazione di un efficientamento del segmento“, tramite “la creazione di un soggetto unico, società unipersonale in house del Comune di Catania”. Cioè Sidrag, appunto. Il processo per le due partecipate è lo stesso attraverso il quale sono già passate Amt e Sostare, adesso fuse nell’unica Amts che gestisce insieme sia il trasporto pubblico locale sia le aree di sosta a pagamento con le strisce blu.

Che la strada della fusione si debba imboccare è ormai noto da tempo. E lo stesso Consiglio comunale ne ha approvata l’idea nel 2018, quando c’era da mettere mano agli atti propedeutici al bilancio stabilmente riequilibrato 2019-2023. Cioè il bilancio post dissesto del Comune di Catania, rispettando il quale il risanamento di Palazzo degli elefanti dovrebbe essere alla portata del capoluogo etneo. Un documento approvato sia dal Consiglio comunale sia dal Ministero dell’Interno, chiamato a verificarne la validità e l’effettiva efficacia.

“Successivamente all’approvazione del Ministero dell’Interno, le società coinvolte nel processo di razionalizzazione hanno dato corso agli adempimenti funzionali alle misure di revisione del costo dei servizi“, prosegue Roberto Bonaccorsi nella lettera. E mentre con Amt e Sostare il percorso è apparso rapido, lo stesso non si può dire dell’ex Asec e di Sidra. Le due assemblee straordinarie delle partecipate sono riuscite a deliberare il “progetto di fusione per incorporazione” solo l’11 marzo 2022. Cioè sei mesi fa.

A questo punto la palla è passata al Consiglio comunale, che avrebbe dovuto discutere dello statuto della nascente Sidrag e votarlo. Cosa che non è ancora avvenuta. L’8 di agosto, nella sua lettera, Bonaccorsi parlava di “indifferibilità” del voto e di “improcrastinabilità” palese. Anche alla luce del fatto che “l’ulteriore ritardo nel dare corso alla fusione potrebbe comportare ipotesi di danno erariale per quanto già speso dalle società per gli adempimenti, e soprattutto per i mancati risparmi“. I primi a cui viene da pensare sono quelli dei consigli di amministrazione: da due che sono, con la fusione ne rimarrebbe uno soltanto.

“La mancata esecuzione della delibera – aggiunge Bonaccorsi – costituirebbe un inadempimento degli obblighi assunti con il bilancio stabilmente riequilibrato approvato dal Ministero dell’Interno”, e potrebbe “vanificare il processo di risanamento” che vede “tra i suoi fondamenti la razionalizzazione delle partecipate”, conclude l’ex vicesindaco, ripassando la palla all’aula consiliare. Trascorsi quasi due mesi dall’invio della missiva, la situazione non è cambiata. E Sidrag esiste solo sulla carta.


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