Sicilia, Galvagno: "Lombardo alleato serio e leale"

Galvagno: “Così ripartirà l’Ars, Lombardo? Alleato serio e leale”

Parla il presidente di Sala d'Ercole: "Con Schifani rapporto solido"
L'INTERVISTA
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PALERMO – L’emergenza cenere con l’Sos di cittadini e Comuni, la crisi idrica e la legge di contrasto al crack. Sono alcune delle priorità in agenda all’Assemblea regionale siciliana. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, in piena pausa estiva, fa il punto sull’attività di Sala d’Ercole, conferma la sintonia con il governatore Schifani (“con Palazzo d’Orleans il rapporto è solido e stabile”) e, da esponente FdI, dice la sua sulle reali intenzioni del leader Mpa Raffaele Lombardo, che ha appena accolto Gianfranco Miccichè. “Lombardo è un alleato serio e leale, faccio fatica a vederlo come una minaccia per il governo regionale o per la maggioranza”, afferma.

Ars in pausa estiva, quali saranno le priorità alla ripresa?
“I fatti di cronaca di questi giorni ci hanno dimostrato che il tema della cenere vulcanica proveniente dall’Etna non può più essere affrontato come se fosse un’emergenza, ma servono risposte strutturali: interverremo subito. Alla ripresa, poi, sarà data priorità alla crisi idrica, ai Consorzi di bonifica, al disegno di legge che prevede gli strumenti di contrasto alla droga e in particolare al crack. Mi piacerebbe, poi, dare impulso al protocollo ‘Liberi di scegliere’, ideato dal procuratore del tribunale dei minori di Catania, Roberto Di Bella: un modo per offrire una concreta opportunità ai giovani che crescono in contesti difficili. Abbiamo deciso, infine, di suddividere in alcuni distinti disegni di legge tutte le norme di natura ordinamentale, quelle, cioè, che non prevedono impegni di spesa. L’obiettivo è quello di evitare che questi provvedimenti finiscano per confluire nella prossima Finanziaria, appesantendola”.

Alla cerimonia del Ventaglio lei ha posto l’accento sul netto calo delle leggi regionali impugnate dal Cdm.
“In meno di due anni abbiamo provato a rendere i lavori connessi all’esame dei disegni di legge meno disordinati rispetto al passato. Il testo, prima di giungere in Aula, è esaminato con grande attenzione dagli uffici dell’Ars e dalle commissioni di merito. È un lavoro impegnativo ma gli effetti sono nei numeri: come diceva lei, il numero delle leggi impugnate dal Consiglio dei Ministri è calato di molto”.

Sull’emergenza siccità crede che sia stato fatto il massimo da parte della Regione o si poteva fare di meglio?
“A mio parere si è fatto quello che era possibile fare, ma non è mai abbastanza, considerato che la nostra terra vive anche di agricoltura. In questo periodo servirà un impegno straordinario per la manutenzione degli invasi, quasi asciutti, in modo da riuscire a raccogliere meglio l’acqua nei periodi di pioggia e poterne poi usufruire nei mesi caldi come quelli che stiamo vivendo. È un lavoro che deve vedere lo sforzo unito e coeso di tutti gli organi competenti”.

Da un’emergenza all’altra, torniamo all’Etna. Lei ha chiesto un intervento al governatore Schifani che ha formulato la richiesta di stato d’emergenza.
“Nel Catanese, l’ultimo Ferragosto verrà ricordato a lungo: la provincia si è ritrovata coperta dalla cenere. Un fenomeno che crea problemi gravissimi ai nostri operatori del turismo, ai privati e alle amministrazioni locali, perché incide sulla viabilità, sulla diffusione di polveri sottili, sul tema complesso dello smaltimento e su quello dei costi. Lo stesso giorno ho sentito il sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enrico Trantino, oltre a tanti sindaci di altri Comuni della zona. Quindi ho chiamato il presidente della Regione Renato Schifani che ha manifestato una sensibilità e una disponibilità per nulla scontate e per questo lo ringrazio pubblicamente”.

Schifani recentemente è tornato a tessere le sue lodi, i rapporti tra i due palazzi principali della politica siciliana sono quindi ottimi?
“La stima è assolutamente reciproca. Il rapporto tra Palazzo dei Normanni e Palazzo d’Orleans è solido e stabile. Mi auguro che questo rapporto ottimo produca dei benefici per i siciliani, attraverso l’approvazione di leggi e provvedimenti che possano risolvere i tanti problemi di cui soffre, storicamente, la nostra terra. La sua esperienza, insieme con l’aiuto del governo nazionale e un particolare modo dei ministri Musumeci e Urso, del presidente del Senato La Russa e di tutti i parlamentari e senatori che hanno a cuore le sorti della Sicilia, rappresentano per la nostra terra una straordinaria occasione, da non lasciarsi sfuggire”.

C’è qualche auspicio che intende rivolgere al governo in vista della ripresa dei lavori?
“Da siciliano, prima ancora che da presidente dell’Ars, auguro al governo di trovare modi e mezzi per fronteggiare le questioni più complesse e di contribuire, così, alla ripartenza della Sicilia. Una rinascita che può avvenire solo di concerto col governo nazionale di Giorgia Meloni i cui provvedimenti hanno già prodotto una crescita del Pil e dell’occupazione in tutto il Mezzogiorno”.

Anche alle ultime variazioni di bilancio non sono mancati i contributi a pioggia per i collegi elettorali di riferimento dei deputati, e con questi le polemiche. È un comportamento da evitare o bisogna guardare alla realpolitik e ammettere senza ipocrisia che quei finanziamenti servono ai territori e alla fine agevolano il percorso delle finanziarie?
“Non vedo nulla di scabroso nell’impegno di un deputato rivolto al proprio territorio di origine. Del resto, molti di questi interventi sono stati semplicemente ‘recuperati’, perché rimasti fuori da altre fonti di finanziamento. D’altra parte, ritengo sbagliata l’impostazione di chi pensa che le risorse vadano distribuite in maniera identica tra Comuni molto diversi. L’amministratore e il legislatore, invece, da buon padre di famiglia, deve comprendere quali siano i Comuni maggiormente in ritardo e fare in modo che questi possano colmare il divario con quelli che si trovano in condizioni migliori. Oppure, verificare quali siano quelli già nelle condizioni di utilizzare le risorse, magari perché già in possesso di progetti esecutivi, per scongiurare il rischio che quei fondi possano essere persi. Insomma, bisogna valutare caso per caso, a mio parere, evitando polemiche pretestuose”.

Ha fatto scalpore l’annunciato ingresso di Miccichè nel gruppo Mpa e sono in tanti a credere che in autunno ci saranno altri movimenti tra gruppi: come giudicherebbe questa eventualità?
“Credo che la scelta di Micciché rientri nella normalità di un Parlamento all’interno del quale questi spostamenti possono avvenire. E probabilmente il cambio di gruppo di Micciché non sarà nemmeno l’ultimo della legislatura. Sono cose che all’Ars sono sempre accadute e possono accadere in qualsiasi momento”.

Lombardo giura che l’ingresso di Miccichè non sarà una minaccia per il governo e Schifani ricorda che ingrossare le truppe non servirà ai partiti per ottenere assessori in più. Lei, da esponente di uno dei due partiti maggiori azionisti del governo, teme un aumento delle fibrillazioni interne?
“Lombardo è un alleato che ha le proprie idee e le conosciamo tutti. Ha un’identità chiarissima e dice sempre quello che pensa, a cominciare dalle sue convinzioni autonomiste, note a tutti, che vorrà portare avanti col proprio gruppo. Ma Raffaele Lombardo è un alleato serio e leale. Per questo motivo faccio fatica a vederlo come una minaccia per il governo regionale o per la maggioranza, sotto ogni punto di vista”.


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