PALERMO – Rudi Garcia ammette di aver visto due versioni diverse della Roma nella stessa partita. Impacciata, arruffona e disattenta nel primo tempo, e al contrario decisa, combattiva e lucida nella ripresa. Il tecnico francese, intervistato a fine gara nella zona mista del “Renzo Barbera”, analizza così i 90 minuti della sfida contro il Palermo: “Nel primo tempo non abbiamo giocato, eravamo piantati e non facevamo movimento. Se incontriamo una squadra in piena fiducia e facciamo un regalo dopo due minuti, è una corsa a handicap. Per fortuna la squadra si è ritrovata nel secondo tempo, abbiamo cambiato modulo di gioco, abbiamo corso di più e siamo stati più intensi. Nel primo tempo eravamo anche più lontani dagli avversari, dobbiamo fare meglio oppure continueremo a perdere punti. Dobbiamo entrare subito in partita, lo diciamo sempre ma non lo facciamo. Tutti devono capire che ogni momento della partita è importante, non dobbiamo entrare in gioco solo quando prendiamo gol o gli avversari giocano bene. Serve maggiore continuità, è ciò che ci manca in queste partite”.
Sotto i riflettori c’era ancora una volta Iturbe, al quale Garcia sta dando compiti importanti ma che stasera non ha risposto al meglio: “Oggi Iturbe era più difficile, anche se è stato propositivo mi è piaciuto molto di più nelle due partite precedenti. Deve fare delle scelte migliori, oggi nel primo tempo non era solo un suo problema, ma tutti e undici hanno giocato male. Il giovane Verde? Non credo che si possa definire un azzardo, Daniele ha le stesse qualità di Iturbe, essendo mancino e molto veloce. Era il suo esordio, dobbiamo essere tranquilli nel giudizio. Con più esperienza e più minuti ci darà una mano maggiore, non potevo scegliere diversamente perchè Gervinho non c’è e Totti ha l’influenza, in panchina avevo solo Borriello. Ci serviva profondità e caratteristiche simili a Iturbe”.
Una Roma migliore nella ripresa, grazie anche agli accorgimenti tattici imposti da Garcia durante l’intervallo: “Abbiamo messo più giocatori in mezzo al campo ed eravamo molto più equilibrati, non solo nella fase difensiva. Strootman ha gestito molto meglio la marcatura su Vazquez e ha aiutato la fascia centrale del campo. Avevamo molta più libertà offensiva per i tre attaccanti, in particolare Ljajic che preferisce giocare in una posizione che gli consente di coprire una porzione maggiore di campo.”.