Scontro commercianti-Comune | Il Tar 'salva' un altro ristorante - Live Sicilia

Scontro commercianti-Comune | Il Tar ‘salva’ un altro ristorante

I giudici amministrativi concedono la sospensione dello smontaggio del gazebo di "Pizzo & Pizzo", di via XII gennaio. Confartigianato, Confesercenti, Confcommercio, Cidec e Confindustria Palermo scrivono al sindaco: "Subito un incontro per evitare azioni legali collettive". Albanese: "Questa vicenda è un papocchio, il Tar sconfessa la linea dell'assessore Di Marco".

PALERMO - IL CASO Gazebo
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PALERMO – I commercianti tornano sul piede di guerra. Confartigianato, Confesercenti, Cidec, Confcommercio e Confindustria Palermo prendono carta e penna per scrivere al sindaco Leoluca Orlando e chiedere un incontro immediato, per evitare contenziosi giudiziari e azioni risarcitorie. Una mossa che, se da un lato offre all’amministrazione comunale la possibilità di un’ulteriore mediazione, dall’altra mette in allerta Palazzo delle Aquile, specie dopo l’ultima sentenza del Tar con cui “Pizzo & Pizzo” ha ottenuto la sospensiva per lo smontaggio del gazebo.

E non è un caso isolato. Prima il Giudice di pace ha accordato la sospensiva della chiusura di cinque giorni a un negozio di via Franz Liszt, martedì scorso il Tar si è espresso a favore de “Lo scrigno dei sapori” di piazza Principe di Camporeale decretando che non dovrà per il momento smontare il gazebo, né chiudere per cinque giorni. E ieri sempre il Tar ha deciso di fermare lo smontaggio del gazebo del locale di via XII gennaio. “Siamo contenti di avere ottenuto questo risultato – dice Gaetano Pizzo, il titolare – ma la cosa più importante è che il consiglio comunale esiti il nuovo regolamento per poterci adeguare nei tempi che ci saranno dati. I venti giorni di proroga per la chiusura di cinque giorni non hanno alcun senso e non risolvono il nostro problema”.

Già, perché i problemi dei commercianti sono due. Da un lato i gazebo ormai irregolari e che andrebbero sostituiti con i dehors, per i quali però il consiglio comunale non ha ancora approvato un regolamento ad hoc, bloccato su tre versioni diverse all’esame di una commissione tecnica composta da alcuni componenti di Sala delle Lapidi e guidata da Paolo Caracausi (Idv). Dall’altro l’ondata di chiusure di cinque giorni per un centinaio di negozianti, conseguenza delle multe elevate dal 2012 a oggi: la nuova ordinanza del sindaco Orlando evita la chiusura alla prima multa per il futuro, ma l’atto non ha effetto retroattivo e quindi per chi è già stato multato c’è solo la possibilità di differire la chiusura di massimo 20 giorni.

“Non vogliamo scontrarci con nessuno, ma trovare alternative – dice il presidente di Confartigianato Nunzio Reina – insieme alle altre associazioni di categoria vogliamo sapere che fine ha fatto il nuovo regolamento su gazebo e dehors, chi se ne sta occupando e in che modo. Non possiamo permettere che siano i commercianti a pagare le conseguenze di una situazione che si è trasformata in una matassa da districare. E’ in gioco la loro vita e quella delle loro famiglie”. “E’ utile chiudere la vicenda al più presto – aggiunge Mario Attinasi, presidente di Confesercenti – per andare incontro alle famiglie che vivono momenti di difficoltà, meglio riunirsi e trovare una soluzione”

“Le regole ci sono, poi non ci sono, poi ci sono le deroghe, poi le deroghe non valgono, poi non valgono per tutti – attacca Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo – la vicenda dei gazebo è diventata un papocchio, una barzelletta che non fa ridere più nessuno. E adesso anche il Tar ha sconfessato la linea dell’assessore alle Attività Produttive, Marco Di Marco”. “Noi siamo sempre disponibili al confronto, sebbene i margini per annullare delle sanzioni siano veramente scarsi“, replica l’assessore Marco Di Marco che aggiunge: “Non conosciamo i provvedimenti del Tar, in questa fase c’è l’ufficio legale del Comune che ci darà il supporto necessario”.

“Malgrado l’ostruzionismo dell’assessore Di Marco che ha frenato i lavori del consiglio comunale sulla modifica del regolamento già da ottobre – dice Caracausi – la commissione sta operando speditamente e contiamo di arrivare a un testo definitivo la prossima settimana”.

Ma la questione resta calda, anzi caldissima e l’intenzione di decine e decine di locali, bar, ristoranti e pub è quella di adire alle vie legali per non dover chiudere o smontare alcunché, ma in quel caso il Comune potrebbe essere costretto anche a dover risarcire eventuali danni. E nella loro lettera le associazioni mettono nero su bianco anche la possibilità che la linea decisa da piazza Pretoria non sia esente da vizi, in riferimento all’ultima ordinanza. Una “pistola fumante” sul tavolo delle trattative al quale le associazioni dei commercianti vogliono riportare l’amministrazione. Che al sindaco piaccia o no.


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