È un arresto destinato a fare rumore. Ai domiciliari finisce l’imprenditore Giovanni Salsetta, componente dell’associazione antiracket di Gela.
La Procura gelese ha chiesto e ottenuto dal Gip la misura cautelare nei confronti di Salsetta, dominus di due imprese operanti nel settore delle costruzioni edili e dell’installazione di impianti. Avrebbe omesso di versare imposte per oltre 4,5 milioni di euro.
Al commercialista delle due imprese è stato imposto il divieto di esercitare attività di impresa per un anno. Stesso provvedimento per i rappresentanti legali di due imprese coinvolte nel meccanismo illecito. In tutto gli indagati sono 8.
Il gip ha disposto il sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie, fino a coprire l’ammontare della presunta evasione.
Salsetti si sarebbe servito di sei imprese compiacenti per mettere in piedi una “indebita compensazione di tributi”, ricorrendo all’istituto dell’accollo tributario e mediante operazioni di compravendita di crediti
iva risultati del tutto inesistenti.
I militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del comando provinciale, guidato dal colonnello Stefano Gesuelli, hanno fatto le pulci alle imprese. Il fenomeno è piuttosto ampio, se si considera che le indagini volute dal procuratore di Gela Fernando Asaro hanno consentito di recuperare 24 milioni di euro di tributi non pagati.
Salsetti è stato da poco eletto consigliere dell’associazione antiracket di Gela. In passato le sue imprese sono state bersaglio di attentati intimidatori. È il secondo scandalo in pochi mesi. Ad Agosto, Renzo Caponetti, che dell’associazione è stato l’anima, è finito sotto inchiesta per una presunta truffa ai danni dell’Ufficio del Commissario Antiracket. Caponetti è accusato di avere intascato indebitamente quasi 400mila euro dal fondo destinato alle vittime del pizzo.
“Sono certo che ogni aspetto della vicenda sarà presto chiarito”, aveva detto Caponetti, rassegnando le dimissioni.