CATANIA – “Se si è fatto qualche passo in avanti nei modelli di previsione delle perturbazioni meteo, siamo ancora all’anno zero in merito alla prevenzione”. È molto schietto il vicepresidente dei geologi di Sicilia Carlo Cassaniti, in merito al nubifragio accaduto ieri nel capoluogo etneo. “Il problema non sono solo le bombe d’acqua –sottolinea Cassaniti-, ma la mancanza di sinergia tra gli attori preposti alla prevenzione. Infatti, se da un lato la nuova legge 100/2012 ha ulteriormente chiarito ruoli e compiti, dall’altro subito dopo l’evento di ieri, si sono avuti i soliti rimpalli di responsabilità tra i diversi enti. Al cittadino tutto ciò non importa nulla, perché ciò che chiede è solo sicurezza”. Cassaniti mette in evidenza che “se è vero che la Regione siciliana non è riuscita a istituire il proprio centro funzionale è altrettanto vero che a livello nazionale, si è dato più importanza ai grandi eventi, anziché attuare quanto previsto dalle norme dello Stato. Sia prima che dopo un’emergenza –continua Cassaniti- le responsabilità vanno gestite a livello orizzontale, facendo sistema e mettendo in mora tutti quei comuni che ancora non hanno redatto e aggiornato i Piani di protezione civile e che non programmano le necessarie esercitazioni”. Il vicepresidente dei geologi isolani conclude dicendo che “le bombe d’acqua diventano bombe sociali perché negli ultimi cinquant’anni si è pianificato in modo scriteriato, prediligendo le cubature rispetto alla difesa del territorio che resta la prima infrastruttura, purtroppo costantemente disattesa dalla politica nei vari programmi elettorali”.
Non resta in silenzio il vicepresidente dei geologi di Sicilia, Carlo Cassaniti: “Il problema non sono solo le bombe d’acqua –sottolinea - ma la mancanza di sinergia tra gli attori preposti alla prevenzione".
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