Gesip, Colge: "Verso di noi| cattiveria allo stato puro" - Live Sicilia

Gesip, Colge: “Verso di noi| cattiveria allo stato puro”

PALERMO – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Colge, Comitato lavoratori Gesip.

“Gentile Redazione, non si può più stare a leggere interviste come quella rilasciata dal Riccardo Nuti. La nostra cultura e la nostra etica ci suggerivano saggiamente di farci scivolare addosso ogni e qualsiasi forma di attacco mediatico nei nostri confronti ma allo stato attuale ci sembra più conducente far sentire anche la nostra voce e rivendicare i nostri diritti. Comprendiamo che non si può non dare risalto alle problematiche che coinvolgono la società tutta (malapolitica, corruzione, sistemi clientelari e di assistenzialismo). Però oggi non si può più stare zitti nei confronti di tutti coloro che, senza cognizione di causa e forse solo perché ciò rappresenta la moda del momento a Palermo. Incolpare 1800 dipendenti delle Società Gesip di essere la causa di tutto ciò che affligge la nostra città o anche la nostra Regione. La Gesip, nata nel 2001, ha riunito nel suo insieme diverse categorie di Lsu che già da un decennio e a vario titolo avevano prestato la propria attività lavorativa per l’Amministrazione Comunale di Palermo; tali categorie quali cooperative storiche, personale proveniente da liste di mobilità ed altri, erano tutte state create e sempre supportate da leggi nazionali.

Vent’anni fa avevamo la media di 30 anni, con l’assunzione in Gesip con contratto a tempo indeterminato abbiamo approntato la nostra vita facendo affidamento su uno stipendio di 1.000/1.200 euro, abbiamo messo su famiglia, acceso dei mutui, fatto progetti per i nostri figli. Oggi, con un’età media di 50 anni, vediamo svanire tutto, la nostra vita stessa e purtroppo, anche quella delle nostre famiglie. Oggi, benché stabilizzati da oltre 11 anni, viviamo nel precariato da 20. E’ stata una gioia osservare come per altre categorie di Lsu (ex articolisti, DL 24, Forestali, Pip) siano state trovate soluzioni definitive ma con amarezza ci chiediamo perché non si trovino soluzioni definitive anche per le nostre Aziende. In tutta questa tristissima vicenda vorremmo capire quale potere decisionale e quali colpe ha avuto l’operaio Gesip: non abbiamo diviso utili e neppure deciso la destinazione di fondi, non abbiamo stilato bilanci e neppure scelto servizi da espletare. Noi Non siamo responsabili delle precarie condizioni economiche in cui versa il Comune di Palermo. E, com’è ovvio, non abbiamo deciso noi di girare verso le nostre Società fondi originariamente destinati ad altro.

Le nostre Aziende, sicuramente, non avranno avuto indici di produttività nello stile tedesco ma, come in qualsiasi altra realtà lavorativa, siamo in tantissimi, operosi, volenterosi ed onesti, che hanno prodotto e producono oltre le loro capacità colmando, a volte, indici di produttività meno apprezzabili. Non si può e non si deve dunque alimentare questa vera e propria campagna mediatica a favore della sparizione della Gesip dalla nostra città perché insieme a noi dovrebbero sparire anche tutti quegli enti, pubblici e non, perché improduttivi, tacciati di politiche clientelari, corrotti. Chiediamo a coloro che chiedono il nostro sangue a gran voce, a tutti loro che si sentono forti dietro un nickname se hanno mai conosciuto la disperazione. Chiediamo se riescono a comprendere cosa ha spinto Giuseppe Bulgarella al suo gesto estremo, la cui grande dignità sia di monito a tutti e a cui va un affettuoso pensiero. Nel rispetto del dramma di 1.800 famiglie oggi, non chiediamo promesse e neppure assistenzialismo ma soluzioni tangibili al nostro problema lavorativo. Chiediamo che ci vengano riassegnati i servizi, i nostri, quelli che abbiamo svolto fin dal 2002. Tutto si può migliorare e correggere iniziando magari dall’applicare una politica di rigore e di economia da parte degli organi deputati a farlo.

Non si può voler essere così ciechi da non osservare lo stato in cui versano sottopassi, canile, impianti sportivi, foro italico e tutti gli altri siti il cui era previsto il nostro operato. Tutto ciò è sotto gli occhi di tutti coloro che hanno la volontà di vedere guardando la città. Noi non possiamo non difendere la bontà dei servizi che abbiamo reso. Anche il suo, signor Nuti, a nostro umile parere, si configura purtroppo come spot pre-elettorale volto ad adescare chi, come lei, non si sforza di cercare soluzioni produttive per il futuro di 1.800 persone. Augurarsi la perdita del lavoro per 1.800 persone è cattiveria pura”.

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