Gesip, intesa Comune-sindacati| E' nata la società consortile Reset - Live Sicilia

Gesip, intesa Comune-sindacati| E’ nata la società consortile Reset

Palazzo delle Aquile ha raggiunto nella notte l'accordo con i sindacati: il nuovo soggetto, che si chiamerà Reset, coinvolgerà in un primo momento solo Rap e Sispi. Dal primo gennaio transiteranno subito 950 dipendenti Gesip, gli altri 620 dal primo giugno. Corsa contro il tempo per partire il 2 gennaio.

PALERMO – Più che una nuova partecipata, una nuova società consortile tra Comune, Rap e Sispi che inglobi subito 950 lavoratori Gesip e a partire dal primo giugno 2015 gli altri 620 dipendenti rimasti in Cig in deroga a zero ore. Il nome sarà Reset, Rete servizi territoriali società consortile per azioni. Ecco la novità, per certi versi inedita, con cui Palazzo delle Aquile ha chiuso ieri a mezzanotte l’accordo con i sindacati confederali sperando, così, di mettere la parola fine all’annosa vicenda della Gesip.

L’idea di una società consortile non è certo nuova, ma era stata accantonata in fretta e furia dalla stessa amministrazione dopo essere stata presentata come una panacea per il sospetto che non si concretizzassero reali risparmi. Oggi torna in auge e con una novità: il coinvolgimento, in un primo momento, oltre al Comune, solo di Rap e di Sispi (con una quota dell’1% a testa, il resto di Palazzo delle Aquile), visto che le altre aziende o non sono completamente in mano a piazza Pretoria o hanno qualche difficoltà finanziaria. Il piano è semplice: entro il 2014 bisognerà trasferire 950 dipendenti nella consortile, mentre i 620 rimarranno in Cig grazie al diretto intervento dello Stato, anche se il Comune garantirà un’integrazione per mantenere gli attuali livelli economici. Poi, dal primo gennaio, anche questi andranno nella consortile alle stesse condizioni dei 950 che li hanno preceduti. L’intenzione del Comune é di applicare i part time: 28 ore, grazie a qualche economia, in modo da garantire almeno 900 euro netti al mese, oltre agli assegni familiari. Bisognerá però discuterne con i sindacati, visto che l’accordo firmato non ne fa menzione.

La consortile (capitale sociale 4 milioni di euro), a conti fatti, non è altro che un’alleanza fra aziende che decidono di mettere in comuni alcuni servizi ottenendo così dei risparmi, come le pulizie o la cura del verde, tagliando le esternalizzazioni. Rispetto a una nuova società, però, non richiede un nuovo contratto di servizio ma solo un atto costitutivo che approderà in consiglio comunale in tempi strettissimi: l’Aula è stata convocata addirittura per questa domenica alle 10 e poi ancora per lunedì, visto che il termine ultimo per inviare a Roma tutti i documenti è il 16 dicembre, visto che tocca al Ministero, al tavolo di crisi, sbloccare la Cig. Una corsa contro il tempo per consumare tutti i passaggi burocratici e firmare i contratti, consentendo ai dipendenti di poter prendere servizio dal 2 gennaio senza perdere giornate lavorative.

Inoltre si potranno risparmiare 5 milioni di euro dall’iva (Rap e Sispi non ne pagherebbero per scambiarsi servizi), così come confermato dall’Agenzia delle Entrate, e dall’Irap, grazie alle agevolazioni del governo per le imprese contenute nella Legge di stabilità (ma per avere una cifra esatta bisognerà aspettare il testo finale esitato dal Parlamento). Alle altre partecipate toccherà favorire il più possibile i pensionamenti e così, mettendo insieme i risparmi di iva, Irap, circa 150 pensionamenti e i 29 milioni di euro in bilancio, si otterrebbero i fondi necessari (tra cui i 4 milioni per la costituzione).

I sindacati chiedono però che, entro il 2015, tutte le aziende controllate completamente da Palazzo delle Aquile aderiscano al nuovo soggetto, così da far aumentare i servizi e di conseguenza i livelli reddituali, visto che per il momento rimarrebbero quelli attuali. Sono previsti nuovi incontri per febbraio, aprile e giugno 2015.

LE REAZIONI
“Siamo prudenzialmente soddisfatti – dice Raffaele Loddo della Cisal – questo accordo definisce un percorso d’insieme che vedrà al tavolo aziendale la definizione degli aspetti interni al personale e ai servizi. Questo è l’inizio di una fase costituente che, ci auguriamo, entro il 2015 o il 2016 possa avere conclusione con il tempo pieno dei dipendenti nella società il cui nome sarà Reset, Rete servizi territoriali. Parteciperemo al tavolo nazionale per definire risorse e ammortizzatori utilizzabili, al tavolo aziendale è demandata la definizione degli altri aspetti”.

“E’ già un passo in avanti aver raggiunto un’accordo quadro su Gesip, ma è fondamentale definire i contenuti del piano nell’intesa con i sindacati di categoria. Saremo attenti e vigili nel formulare un accordo che punti a scelte trasparenti, che sia capace di assicurare servizi salvaguardando il reddito e i livelli occupazionali di tutti i lavoratori”. Lo dice il segretario regionale della Fisascat Cisl Mimma Calabrò.

“Con questo importante accordo quadro per il riordino delle partecipate del comune – commentano Enzo Campo segretario Cgil Palermo, Daniela De Luca segretario Cisl Palermo Trapani e Giovanni Borrelli della Uil Palermo – sono state poste le giuste premesse per la salvaguardia dei lavoratori delle partecipate, l’occupazione dei dipendenti Gesip e per il duplice obiettivo di tutelare tutti e garantire servizi migliori ai cittadini”. “Al comune – continuano – abbiamo chiesto infatti di definire insieme il percorso che porterà alla creazione della società consortile alla quale il comune intende far aderire entro il 2015 tutte le società a totale partecipazione comunale e, attraverso il recupero di risorse, aumentare anche i servizi a favore dei cittadini e adeguare i livelli di reddito dei dipendenti transitati nel rispetto dell’equilibrio finanziario delle aziende”. La prossima settimana le organizzazioni sindacali di categoria incontreranno l’amministrazione comunale per definire i criteri e modalità di passaggio di tutti i lavoratori, compresi i 620 lavoratori Gesip, per i quali si prospetta la cassa integrazione in deroga per cinque mesi, e la definizione dell’orario di lavoro. Per questi 620 lavoratori il periodo di cig vedrà l’integrazione da parte del Comune della quota di minor trattamento integrativo e con mantenimento dell’attuale livello di sostegno al reddito. In programma inoltre l’apertura di un tavolo al Ministero del Lavoro sulla salvaguardia del bacino e al giugno del prossimo anno il passaggio alla neo società consortile. Altri incontri periodici sono in calendario a partire da febbraio 2015 per verificare tutti gli step di questo percorso di riordino. “Non è stato definito ancora nessun dettaglio, tutti i contenuti dei contratti dei lavoratori Gesip saranno infatti oggetto di accordi di categoria”, precisano e concludono i segretari di Cgil Cisl e Uil. Per il bacino di tutte le partecipate previsti accordi di categoria e tavoli con le organizzazioni sindacali che avranno l’obiettivo di agevolare “il collocamento a riposo con accesso al pensionamento per quanti abbiano già maturato o maturino i requisiti”: si tratta in una prima fase di circa 150 dipendenti. Eventuali risparmi maturati grazie, ad esempio, all’esenzione dell’Irap e Iva e all’accompagnamento alla pensione, verranno utilizzati per l’aumento ore del personale consortile, tutto regolato sempre da accordi di categoria.

“La nascita della Reset, la società consortile che prenderà il posto della Gesip, è il classico caso della montagna che ha partorito il topolino”. Lo afferma Angelo Figuccia, consigliere comunale di Forza Italia, che prosegue: “L’aumento delle tasse, imposto dal sindaco Orlando purtroppo con la complicità di una parte dei miei colleghi consiglieri, ha costretto i palermitani a pagare le aliquote più alte d’Italia per finanziare anche gli stipendi degli operai dell’ex società fallita da tempo, provocando un generale malcontento tra chi paga regolarmente le imposte, che sperava di avere servizi migliori, come ad esempio strade e piazze pulite e scuole degne di una paese civile. Ma così purtroppo non sarà. Anzi, il numero degli scontenti rischia di aumentare se davvero il sindaco dimezzerà lo stipendio agli ex Gesip, molti dei quali, inoltre, dovranno continuare ad accontentarsi della cassa integrazione garantita dallo Stato. Insomma, il sindaco cerca di accontentare tutti, ma ottiene l’effetto contrario. Ma c’è di più: se 950 continueranno a lavorare con lo stipendio ridotto, gli altri 620 resteranno con la cassa integrazione. A questo punto, sorge il dubbio sui criteri in base ai quali saranno scelti i due gruppi, che da un lato potrebbero agevolare chi ha una maggiore anzianità di servizio, ma dall’altro potrebbero penalizzare chi si ritrova con una famiglia numerosa a cui non potrà assicurare un dignitoso mantenimento. E se la montagna ha partorito il topolino, adesso c’è pure il rischio che la gatta frettolosa partorirà i gattini ciechi, considerato che in un paio di sedute il Consiglio comunale sarà costretto ad esaminare lo statuto della nuova società, perché la scadenza del 16 dicembre imposta dallo Stato è ormai dietro l’angolo. E dobbiamo sperare che la gatta affamata non si mangi il topolino”.

“Abbiamo già detto che per noi è assolutamente determinante il dover garantire il livello di retribuzione antecedente alla cassa integrazione. E comunque il verbale di ieri demanda alle organizzazioni i categoria l’accordo sul passaggio dei lavoratori alla nuova società”: lo afferma Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia, in merito all’accordo siglato la scorsa notte tra confederali e amministrazione comunale di Palermo sulla questione Gesip. Il Comune ipotizza l’applicazione di contratti part-time a 28 ore per garantire 900 euro al mese, ma la Uiltucs non ci sta: “Il fatto che il Comune abbia espresso la sua posizione senza prima discutere coi sindacati di categoria non è accettabile – dice Flauto – tutto deve passare dal tavolo con le categorie che hanno già espresso il proprio punto di vista. Di certi c’è che il reddito dovrò tornare ai livelli prima della Cig. Poi sulle modalità e i tempi necessari a ripristinare le condizioni salariali ne discuteremo al tavolo tutti insieme”.

“L’idea della società consortile – dice Mimmo Russo – l’avevamo già proposta anni fa. Siamo soddisfatti, anche se arriva con un po’ di ritardo, l’importante è risolvere il problema dei lavoratori. Almeno potranno fare un Natale sereno, uscendo dal disagio sociale in cui li avevamo cacciati, con un contratto a tempo indeterminato. Ora aspettiamo che anche le altre aziende rientrino nella consortile, per risparmiare il 22% di iva per tutti, a occhio e croce si tratta di 80 milioni di euro”.

“Dopo due anni si riaccendono le luci su una vicenda che ha messo a rischio il destino lavorativo di circa 1800 persone – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – non vogliamo ripercorrere le tappe della Gesip, oggi non è importante. Il sindaco ha lavorato bene in questa vicenda, ma ci riconosca il giusto merito per quello che abbiamo fatto come opposizione sin dal primo giorno, senza mai cercare di ridurre la vicenda a uno scontro politico. Molto si è fatto, ma non è abbastanza per il futuro delle famiglie dei lavoratori, serve uno sforzo comune per ridare a questi lavoratori la giusta dimensione dell’inserimento lavorativo. Lavoreremo pertanto su due obiettivi: aumento delle ore e inserimento annuale di questi lavoratori nella macchina comunale. La Reset dovrà essere una società di transizione”.


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