Gesip, la rabbia dei lavoratori:| "Siamo pronti a tutto"

Gesip, la rabbia dei lavoratori:| “Siamo pronti a tutto”

Arrabbiati, delusi, pronti a tutto: ecco gli operai della Gesip, questa mattina in protesta di fronte Palazzo delle Aquile.

“Fare guerra, bruciare anche agli autobus, i mezzi pubblici, le macchine della polizia e dei carabinieri, fare la guerra. Se non otterremo niente distruggeremo Palermo”. Sono queste le parole di rabbia che questa mattina serpeggiavano tra i lavoratori della Gesip, riuniti a piazza Pretoria.

“Noi saremo pronti a fare la guerra”. Quello che sembra un D-day, un giorno lunghissimo in cui si respira la tensione e il timore per il futuro dei milleottocento dipendenti. Nella giornata cruciale per il futuro dei lavoratori della Gesip la protesta inizia da Palazzo delle Aquile, dove intorno alle otto di questa mattina alcune centinaia di dipendenti dell’azienda del Comune si sono ritrovati.

“Siamo pronti a tutto – ci racconta un operaio – vogliono togliere il pane ai nostri figli e questo non lo permetteremo”. Gli umori e l’aria che si respirano tra i lavoratori non è delle più tranquille. Durante questa mattina in cui Palermo celebra l’anniversario dell’uccisione del generale Dalla Chiesa, il sit in a piazza Pretoria si anima.

“Comunque noi siamo pronti a fare la guerra e loro lo sanno, la guerra la facciamo è assurdo che oggi vanno a commemorare un morto di trent’anni quando ci sono milleottocento persone che già stanno morendo e nessuno li commemorerà, né ora né mai. Ma noi siamo sempre pronti qui ci potete uccidere e poi ci commemorerete”.

In attesa che nel pomeriggio il sindaco Leoluca Orlando incontri il ministro Annamaria Cancellieri, la rabbia e il timore per il futuro riempiono gli occhi e le parole dei dipendenti dell’azienda partecipata dal Comune di Palermo. “I politici si sono mangiati tutto, e adesso – urla con rabbia ai nostri microfoni un altro dipendente – vogliono farci pagare il maltolto”.

“Ci difendiamo da soli, perché siamo costretti ad andare anche a manifestare a Roma, ma non a manifestare così. Andremo a fare danno a Roma”. La protesta proseguirà per tutto il resto della giornata con un altro sit in davanti alla prefettura.


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