Gesip, "La vita in diretta" | E la piazza si incendia - Live Sicilia

Gesip, “La vita in diretta” | E la piazza si incendia

Le telecamere Rai creano scompiglio tra i dipendenti dell'ex partecipata, desiderosi di poter esprimere la propria sui disagi che stanno vivendo. Ma non appena si spengono i riflettori scoppia la bagarre. Scontri, spintoni ed anche qualche malore. Bloccata via Maqueda.

Momenti di tensione
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PALERMO – Prima tre minuti di collegamento su RaiUno con “La vita in diretta”, condotto da Marco Liorni, poi la tensione. A piazza Pretoria prosegue la protesta della Gesip e non cala la tensione, visto che la soluzione ai problemi della società di via Maggiore Toselli è ancora lontana. Dopo tanta attesa arriva il collegamento con l’inviata Annamaria Jacobini. Tre minuti di interventi delle persone in piazza, dove emerge la condizione difficile in cui non possono non trovarsi famiglie senza stipendio da due mesi. Il coro recita “Vogliamo lavoro”, e non manca un po’ di insofferenza per la brevità del collegamento che irrita gli animi in piazza.

Fra i volti della gente c’è chi vorrebbe l’obiettivo della telecamera, ma soprattutto c’è chi vorrebbe gridare a gran voce la propria disperazione. Disperazione e non povertà, in piazza ci tengono a sottolinearlo e dicono alla corrispondente, venuta direttamente da Roma: “Lei non sarebbe povera se le togliessero lo stipendio?”. In tanti emerge la dignità di volersi guadagnare col sudore uno stipendio, non la carità o la compassione. C’è chi discute animatamente con lo staff della Rai impegnato per le riprese. I cameraman lamentano qualche spintone di troppo a fine diretta, ed in effetti il mancato collegamento finale produce urla di rabbia e qualcuno sgomita. C’è chi si avvicina alla Jacobini per scusarsi della tensione, mentre la conduttrice discute senza timore con chi lamenta un trattamento superficiale, dicendo “sono i media locali a dar poca visibilità alla vostra vicenda”. La troupe se ne va, promettendo di tornare fra i manifestanti con maggiore spazio, mentre qualcuno chiede un collegamento in prima serata (“magari con Ballarò”).

Quando vanno via le telecamere Rai volano parole di rabbia e frustrazione fra gli ex dipendenti della Gesip. Un capannello si forma intorno alle tende piazzate d’innanzi all’ingresso di Palazzo delle Aquile. Nessuna scintilla particolare, ma qualche spintone con le forze dell’ordine in assetto antisommossa. La situazione però non si sgonfia, ed in prima fila ci sono anche le donne della Gesip. Una di loro si sente male, parte una carica di alleggerimento ed è un fuggi fuggi delle madri con i bambini che gridano ai propri mariti di allontanarsi.

Arriva quindi l’ambulanza per soccorrere la signora che ha avuto il malore. Alcuni scaricano la propria rabbia sui vasi posizionati sul perimetro della piazza e su alcuni bidoni che cadono per la strada sottostante. Non c’è violenza, ma tanta frustrazione e la sincera disperazione di chi non sa come risolvere i propri problemi. La Municipale blocca via Maqueda, progressivamente fino a piazza Verdi. Il traffico va in tilt, sommerso dai clacson degli automobilisti. Ed intanto la troupe della Rai raggiunge l’aeroporto.

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