PALERMO – Dovrebbe arrivare venerdì la firma per la Gesip, che permetterà di prorogare almeno di quattro mesi la speciale cassa integrazione in deroga che prevede anche 20 ore settimanali per conto del comune di Palermo. A comunicarlo è l’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede: “Venerdì abbiamo convocato il tavolo e firmeremo, estendendo il protocollo condiviso al ministero del Lavoro alle stesse condizioni per prossimi quattro mesi”.
I lavoratori così potranno continuare a prestare servizio almeno fino ad ottobre, mentre per novembre e dicembre si vedrà. “Non ci sono presupposti economici per i sei mesi – aggiunge l’assessore – ma stiamo facendo una verifica per trovare la copertura economica”. Un intervento che, di fatto, scongiurerà possibili tensioni in città per il Festino di Santa Rosalia e, per evitare disparità con gli altri cassintegrati, il governo regionale ha anticipato sempre a venerdì la convocazione del tavolo per l’accordo quadro della Cig in deroga. “Siamo molto soddisfatti – commentano Salvo Barone di Asia e Ugl e Franco Giannotta della Cisal – e ringraziamo le istituzioni per la sensibilità dimostrata verso la nostra vertenza”.
Intanto per domani alle 9 è stato convocato un sit-in di fronte la Presidenza della Regione da Cgil, Cisl, Uil, Cisas e Usb. “E’ arrivato il momento di cambiare rotta e non scendere più in piazza per difendere una situazione precaria come quella attuale, ma per riavere il posto di lavoro in Gesip – dice Charlie Biondolillo della Cgil – dopo quasi un anno di cassa integrazione ogni lavoratore ha perso circa 6.500 euro, soldi che non verranno più distribuiti sul territorio palermitano. Non intendiamo più essere gli unici a pagare tra tutte le aziende partecipate del Comune”. “Chiediamo non tanto un intervento di Crocetta – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – perché sappiamo che da sola la Regione, così come il Comune, non può far molto. Vogliamo evidenziare che siamo da sempre contrari alle forme di assistenza che non siano legate a un piano di rilancio dei lavoratori, perchè alla fine lasciano il tempo che trovano e non danno certezze. Vogliamo ridare dignità ai lavoratori e siamo disponibili a fare pressing sul ministero del Lavoro. Ma sappiamo che chiedere garanzie al ministero senza un piano mirato di rilancio in termini di efficienza e produttività, tutti gli sforzi saranno inutili. Se ci mettiamo tutti insieme a un tavolo e mettiamo nero su bianco un progetto che coinvolga Gesip ma probabilmente anche tutte le altre società, con step chiari e scadenze, il ministero ci prenderà in considerazione e darà il suo contributo. Chiedere l’assistenza non è una soluzione. Fare lavorare queste persone che risultano utili per servizi espletati alla città, è l’unica possibile via d’uscita. Basta contrapposizioni – prosegue Flauto – ognuno dia il suo contributo e dica cosa può garantire in modo da chiedere al ministero, con le idee chiare, ciò che serve per trovare una volta per tutte una soluzione. In assenza in un progetto chiaro il ministero non ci prenderà mai in considerazione. Altrimenti l’amministrazione comunale ci dica se questo progetto non si può fare e il perché”.
“Non si può andare avanti di proroga in proroga – dice Mimma Calabrò della Cisl – i provvedimenti tampone non servono, occorre un piano serio, credibile e concertato. L’ammortizzatore sociale sarebbe dovuto essere solo lo strumento per traghettare i dipendenti in una realtà lavorativa che dia servizi efficienti per la cittadinanza, eliminando gli sprechi, e salvaguardi i dipendenti. Le dichiarazioni dell’assessore non sono né esauriente, né esaustive: si tratta solo dell’ennesimo provvedimento tampone che non copre tutto l’anno. E non c’è alcuna progettualità dal primo gennaio 2014: e quello è il vero problema di questi lavoratori. Solo con un tavolo condiviso con tutte le parti istituzionali e sociali si potrà arrivare alla definizione della vertenza”.