Gestione idrica ex Eas, 13 sindaci contrari a una norma del ddl Stabilità

Gestione idrica ex Eas, 13 sindaci contrari a una norma del ddl Stabilità

Chiesto il ritiro o la bocciatura dell'articolo 16

PALERMO – Tredici sindaci, da Erice a Poggioreale, chiedono all’Ars e al governo di ritirare o bocciare l’articolo 16 del Disegno di legge di Stabilità. Il rischio a detta dei sindaci firmatari dell’iniziativa è di scaricare sui Comuni ex E.A.S. una responsabilità che non hanno mai avuto.

I sindaci ricordano che per decenni l’Ente Acquedotti Siciliani ha gestito integralmente il servizio idrico nei loro territori: infrastrutture, contatori, misurazioni, riscossioni. Nessun Comune ha mai sostituito l’E.A.S., né giuridicamente avrebbe potuto farlo dopo la liquidazione dell’ente. Su questo punto la giurisprudenza è cristallina: la Corte Costituzionale e il TAR Palermo hanno ribadito che il servizio, cessata l’operatività dell’E.A.S., ricade sulla Regione. Eppure la Regione, nonostante poteri straordinari, è rimasta sostanzialmente immobile, mentre nel frattempo Siciliacque continuava a fornire l’acqua sulla base della convenzione trentennale.

Dentro questo scenario – si legge in una nota -, l’articolo 16 del Disegno di Legge di Stabilità esplode come un corto circuito: imporre ai Comuni il pagamento dell’acqua 2024-2025 (e degli anni a venire) per poi “farsi rimborsare” dai cittadini. Una soluzione che, al di là del giudizio politico, i sindaci definiscono semplicemente impossibile: i Comuni non hanno i contratti, non hanno la disponibilità dei contatori e non hanno soprattutto il titolo giuridico per fatturare consumi che non possono verificare. Le conseguenze, secondo gli amministratori, sarebbero pesantissime: bilanci da amputare, servizi sociali sacrificati, e per alcuni enti locali persino l’ombra concreta del dissesto. E mentre i Tribunali, con ogni probabilità, dichiarerebbero illegittima la norma, i danni economici ricadrebbero comunque sui territori”.

“Da qui la richiesta netta, rivolta nuovamente ai deputati regionali: ritirare o bocciare l’articolo 16 e assumere finalmente, a livello regionale, la gestione che la legge e le sentenze indicano come obbligatoria. Non un gesto di rottura, sostengono i sindaci, ma un atto dovuto per riportare ordine in una vicenda che dura da troppo. Intanto, annunciano la mobilitazione generale: un segnale politico che punta a evitare che una misura “tampone” diventi l’ennesima ferita aperta nella gestione del servizio idrico siciliano”.


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