Gestori e clienti divisi sui dehors | Le opinioni sulle nuove regole - Live Sicilia

Gestori e clienti divisi sui dehors | Le opinioni sulle nuove regole

Gestori dei locali e popolo della notte sono divisi sulle nuove regole per gli arredi esterni dei locali pubblici. Ecco cosa ne pensa la Palermo che ama fare le ore piccole.

PALERMO - IL REPORTAGE
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3 min di lettura

PALERMO – Approvato da pochi giorni in Consiglio comunale il nuovo regolamento per i locali pubblici e i dehors. Al bando i gazebo, le strutture verranno sostituite da sedie e tavolini come nelle principali città europee seguendo dei rigidi dettami del Comune su arredi e corredi (clicca qui per leggere il servizio sulle nuove regole varate da Sala delle Lapidi). E i commercianti protestano per i costi che dovranno sostenere per adeguarsi alle nuove norme e per la poca chiarezza che ha distinto sin qui l’ordinanza con le regole da seguire.

La città è stata suddivisa in quattro aree, ognuna delle quali avrà delle norme prestabilite sulla scelta dell’arredamento esterno. Dal colore dell’ombrellone, al materiale della struttura del dehors e perfino la grandezza e il numero di posti dei divanetti: ogni cosa dovrà essere in linea con il nuovo regolamento per dare uniformità agli ambienti esterni dei locali pubblici. Il nuovo regolamento prevede anche delimitazioni e distanze minime prestabilite rispetto a portoni, piste ciclabili e pompe di benzina. Quadrature che escludono a priori le strade più strette del centro storico, le stesse che attualmente sono affollate dai locali.

Vista la recente approvazione in Consiglio comunale c’è ancora tanta confusione tra i commercianti che negli ultimi mesi hanno assistito alle varie modifiche sul regolamento e che anche adesso sono poco fiduciosi rispetto all’effettivo rispetto delle nuove norme. “Bisogna far muovere la macchina cittadina e incitare al commercio, andare avanti e produrre” sostiene Francesco D’Amore, proprietario di Basquiat “la maggior parte di noi commercianti ha sempre seguito tutte le direttive previste dal Comune. Varie delibere sulla questione, speriamo che questa sia decisiva”.

Tolti i gazebo, lo spazio nei locali diminuisce e di conseguenza i gestori operano dei tagli sul personale: “Abbiamo tolto tavoli e gazebo e sono stati licenziati due camerieri – dice Claudio Sciacchitano, dipendente del Calamuri -“. Le preoccupazioni riguardano non solo i dipendenti, anche i gestori lamentano i costi delle modifiche da apportare, riguardo alle nuove spese dell’arredamento e al futuro dei locali stessi. Preoccupazioni sopratutto di chi, come Anna Napoli del ristorante Pelle d’Oca di piazza Marina, sfrutta sopratutto lo spazio esterno del locale.

Tra i commercianti, comunque, non si registrano solo lamentele. C’è chi è d’accordo con il nuovo regolamento. “Non abbiamo mai avuto il gazebo, né mai lo avremo – afferma Stefania Milano, gestore del ristorante Gagini – bisogna dare un ordine alle nostre strade e alle nostre piazze. È giusto che l’arredamento dei locali segua una logica col contesto circostante”. Dello stesso parere Fabrizio Verderosa, proprietario di Schiticchio: “Sono pienamente d’accordo, preferisco investire e dare una vetrina del mio locale in pieno accordo con l’ambiente circostante”.

Contrasti d’opinione anche tra i consumatori. “L’arredamento dei locali pubblici nelle altre città europee è ordinato, elegante – sostiene Chiara, una ragazza seduta ad un bar -. E’ giusto che il Comune abbia provveduto contro l’abusivismo dei locali sul suolo pubblico”. Ma non tutti la pensano allo stesso modo: “Tra i tanti problemi esistenti a Palermo, quello dei gazebo sembra l’ultimo – interviene Giulio, un altro cliente di un locale nella zona della movida palermitana. Sì alla regolamentazione di sedie e tavolini nel suolo pubblico, ma prima il Comune pensi, ad esempio, alla spazzatura per strada”.


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