CATANIA – Assolti perché il fatto non sussiste. Si chiude con una sentenza di assoluzione il processo Gettonopoli al Comune di Catania. Il gup Carlo Cannella ha assolto i consiglieri comunali di Catania Rosario Gelsomino, Agatino Lanzafame, Giovanni Marletta, Niccolò Notarbartolo, Riccardo Pellegrino, Elisabetta Vanin e i tre segretari comunali Piera Caruso, Vittorio Canzonieri e Rosalba Sottile.
Sentenza di non luogo a procedere per gli altri 25 imputati: i consiglieri comunali Sebastiano Anastasi, Ludovico Balsamo, Andrea Barresi, Santi Bosco, Giuseppe Catalano, Carmelo Coppolino, Maurizio Mirenda, Salvatore Spadaro, Michele Failla, Salvatore Giuffrida, Agatino Lombardo, Antonino Manara, Erika Marco, Giovanni Marletta, Ausilia Mastrandrea, Alessandro Messina, Giuseppe Musumeci, Carmelo Nicotra, Alessandro Porto, Elena Ragusa, Francesco Saglimbene, Ersilia Saverino, Carmelo Sgroi, Carmelo Sofia, Massimo Tempio, Salvatore Tomarchio, Francesco Trichini, Antonino Vullo, Lanfranco Zappalà.
Prosciolti anche i segretari comunali Daniela Catalano, Salvatore Distefano, Sebastiana Ferrara, Maria Emanuela Furnò, Giuseppe Germenia, Francesca Impellizzeri, Stefano Leone, Maria Assunta Marino, Antonio Marotta, Luigia Pettinato, Emanuela Pirrone, Giuseppe Raciti, Giuseppa Rigaglia, Giuseppa Sottile.
Alle 16 in punto il Gup Carlo Cannella ha letto la sentenza di assoluzione accogliendo così la richiesta del pm Fabio Regolo formulata nella scorsa udienza. Questa mattina si sono svolte le arringhe dei difensori degli imputati che avevano scelto l’abbreviato e cioè gli avvocati Luca Mirone, Vittorio Basile, Salvatore Trombetta, Pierfrancesco Iannello, Stefania La Porta, Francesco Navarria, Vanessa Belfiore, Enzo e Mallia e Giuseppe Lo Faro.
Il processo si è aperto dopo che il Presidente del Gup Nunzio Sarpietro ha disposto l’imputazione coatta per gli indagati ed ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pm, che ha chiesto la sentenza di non luogo a procedere per tutti gli imputati. Valutazione accolta dal Gup Cannella. Nelle scorse udienze si sono svolte invece le discussioni degli altri difensori tra cui gli avvocati (professor) Tommaso Rafaraci, Isabella Giuffrida, Salvo Pace, Vittorio Basile, Luca Blasi, Licinio La Terra Albanelli, Giuseppe Marletta, Serana Cantale, Walter Rapisarda, Daniele Napoli.
L’inchiesta è partita da un articolo che riassumeva le denunce del Movimento 5 Stelle per fatti accaduti nel 2014. Si ipotizzava che alcuni consiglieri comunali erano presenti “contemporaneamente e in modo anomalo e non conforme al vero, in diverse sedute, nello stesso giorno e alla stessa ora, in sedi distanti tra loro”. Gli imputati sono accusati, a vario titolo i reati di truffa aggravata, abuso d’ufficio e falso in atto pubblico.
Le reazioni. “La formula assolutoria (‘il fatto non sussiste’) dà l’esatta dimensione alla vicenda processuale”, commentano gli avvocati Mellia e Lo Faro, difensori della consigliera Vanin. “Giustizia è stata fatta”, è il commento invece dell’avvocato Napoli, difensore di Andrea Barresi. “Si conclude una vicenda processuale veramente paradossale e la circostanza che il Gup abbia deciso di prosciogliere non soltanto colore che avevano optato per il giudizio abbreviato, ma anche gli imputati che avevano scelto il rito ordinario, dimostra come non vi fosse neanche l’astratta possibilità di sostenere il processo”, commenta l’avvocato Walter Rapisarda. L’avvocato Salvo Pace: “Il Gip ha mostrato di avere piena conoscenza degli atti di causa. Le ipotesi di reato contestate agli imputati erano in tutta evidenza incosistenti. Le sovrapposizioni di orario tra alcune commissioni consiliari erano frutto di meri errori nella compilazione dei relativi verbali. Errori ininfluenti ai fini della percezione dei gettoni di presenza perché tutti i partecipanti avevano già superato il tetto massimo di presenze e quindi le ulteriori presenze non comportavano per loro alcun beneficio e per il comune alcun esborso”. Si ritiene soddisfatto l’avvocato Luca Mirone che commenta: “L’assoluzione e la formula utilizzata dal Giudice danno conferma di quanto sempre difensivamente sostenuto in ordine all’inesistenza di illeciti nella vicenda Gettonopoli. La scelta di definire il procedimento con il rito abbreviato e quindi permettere al Gup la piena cognizione degli atti ne dà conferma”. “Pienamente soddisfatto” si dice il professor Tommaso Rafaraci che insieme all’avvocato Isabella Giuffrida assisteva quattro segretari comunali. “Abbiamo sempre creduto – commentano Rafaraci e Giuffrida – che nei confronti dei nostri assistiti non ricorressero neppure gli estremi per iniziare un processo”.