CATANIA – Una sorta di giro di boa per il processo che vede alla sbarra Salvatore Di Grazia, accusato dell’omicidio della moglie Mariella Cimò, scomparsa nel 2011 dalla sua villa di San Gregorio. Terminati i testi dell’accusa rappresentata dal pm Angelo Busacca, già da diverse udienze è partita la sfilata dei testimoni chiamati dal difensore del 76enne, l’avvocato Giuseppe Rapisarda. Sono stati ascoltati davanti alla Corte d’Assise di Catania quattro militari dell’Arma. In particolare il tenente Mancuso e il maresciallo Ferrarotto, della Compagnia di Gravina di Catania, hanno reso dettagli sui sopralluoghi effettuati alla villa dopo la denuncia di scomparsa di Mariella Cimò.
L’avvocato Rapisarda ha puntato l’attenzione sul perchè gli investigatori non si fossero soffermati in fase di accertamenti sul terreno immediatamente sottostante al giardino dei coniugi. Zona – secondo la tesi difensiva – che in assenza di rovi permette di allontanarsi dalla casa senza passare dalla strada principale. Dallo studio delle immagini di video sorveglianza dei vicini, Mariella Cimò risulta entrare nell’abitazione ma mai uscirne, almeno non dalla porta principale. Ma se il terreno sottostante risultava abbastanza praticabile, non lo era secondo l’accusa il passaggio tra il giardino e il latifondo. Il pm ha voluto che venissero mostrati diversi frame tratti dal video realizzato dai carabinieri durante i sopralluoghi dove si evince la presenza di arbusti che avrebbero reso difficile l’accesso a quel campo. Accesso che nel corso del sopralluogo si sarebbe però presentato diverso rispetto a quello ceh appare durante l’intervista andata in onda su Rete 4 di Salvatore Di Grazia, l’area infatti appariva bonificata.
A questo punto sarà cruciale per l’andamento del dibattimento il sopralluogo da parte della Corte alla villa per verificare lo stato dei luoghi e soprattutto capire se ci fossero delle vie di uscita che non potevano essere inquadrate dall’occhio delle telecamere. I giudici, insieme ai due carabinieri Mancuso e Ferrarotto, saranno alla villa di San Gregorio il prossimo 23 maggio.
Nessuna traccia di sangue è stata trovata alla villa, all’autolavaggio e alla casa di Pozzillo. L’esame anche con il luminol ha dato esito negativo. A confermarlo è il capitano De Luise del Ris di Messina. Gli accertamenti vennero effettuati il 13 ottobre del 2013, diversi mesi dopo la scomparsa, ed inoltre.- secondo il parere dell’esperto dei Ris- la scena era stata compromessa dalla presenza di cani e gatti, con feci e peli quasi in ogni angolo, ad eccezione della cucina, del bagno e del piano terra della villa di San Gregorio.
Ascoltato anche un militare della stazione di Aci Santantonio in merito a diverse denunce tra il nipote e l’imputato, ma su questo è stata prodotta solamente una querela.
Al termine dell’udienza alcuni avvocati di parte civile hanno posto l’attenzione sull’ultima puntata di Quarto Grado andata in onda su rete 4, dove è stato intervistato Di Grazia. Per i legali sarebbe utile acquisire i video tra gli atti del processo, a questo punto al termine degli interrogatori di tutti i testi, prima delle arringhe e della requisitoria, potrebbero presentare ufficiale istanza alla Corte.