Quindici lunghissimi giorni. Quindici giorni senza potersi dare pace né riparo. Quindici giorni di poco sonno e di pochissima fame. Gioele, dove sei? Questo il ritornello dell’angoscia dei familiari del piccolo che sembra inghiottito dai boschi di Caronia. E non c’è ancora una risposta, dopo il ritrovamento del cadavere di Viviana Parisi, sua madre, in una terribile storia che si racconta passo dopo passo, procedendo come a tentoni, nel buio.
Il nuovo appello del padre
Sul suo profilo Facebook il papà del bimbo, Daniele Mondello, ha lanciato un nuovo appello per le ricerche. Eccolo: “Invito tutti quelli che si vogliono unire alle ricerche di mio figlio Gioele – così ha scritto – a presentarsi mercoledì 19 agosto presso il centro di coordinamento sulla SS113 al distributore di benzina IP di Caronia. Saremo lì intorno alle 7.30. Si raccomanda di indossare abbigliamento adeguato, pantaloni lunghi e maglie con le maniche lunghe per proteggersi dai rovi. Indossate un cappellino per il sole e possibilmente portate l’acqua da bere da tenere nello zainetto insieme alle magliette di ricambio. Vi ringrazio anticipatamente”. Una richiesta disperata per tentare il tutto per tutto.
Le analisi sulle celle telefoniche
Intanto, la Procura di Patti sta facendo eseguire “delle analisi dei tabulati delle celle telefoniche di Caronia e delle zone limitrofe per individuare le persone presenti sul posto il 3 agosto (data dell’inizio di tutto, ndr), per capire chi fosse lì in quel momento”. Lo dice, citato dall’agenzia Ansa, il procuratore Angelo Cavallo che spiega: “Sono indagini obbligatorie e di routine, aspettiamo i risultati, ci vuole qualche giorno”.
“Viviana era agitata
“Da quello che ci è stato riferito dai turisti che hanno visto Viviana Parisi viva a Caronia dopo l’incidente stradale sull’autostrada Palermo-Messina, la signora era agitata e impaurita – ha aggiunto il procuratore -. Le indagini proseguono in tutte le direzioni. Al momento non ci sentiamo di escludere nulla. Chiaramente, da come ci è stata descritta, emerge la fragilità della donna in quel momento”.
“Le ricerche proseguono e dobbiamo continuare a cercare Gioele. In seguito alla riunione qui in Prefettura, convocata dal prefetto, abbiamo anche altre dieci squadre dell’esercito che si uniranno alla ‘battuta’ e questo è un dato positivo. Abbiamo un terreno sterminato dove cercare – ha concluso il magistrato – un terreno che è difficile da percorrere e dove è difficile fare delle ricerche. Più personale abbiamo, più cani abbiamo più è facile si arrivi ad un risultato”.
Le ricerche vanno avanti senza sosta, dunque, inseguendo ogni possibile dettaglio. Anche semplici cittadini stanno partecipando e tanti cercano di dare una mano, tentando di colmare con la solidarietà l’abisso spalancato da quella domanda che fa battere forte il cuore: Gioele, dove sei?