Giornalisti a Palermo | (e non solo a Palermo) - Live Sicilia

Giornalisti a Palermo | (e non solo a Palermo)

Si vota a fine maggio per il rinnovo delle cariche nell'Ordine dei giornalisti. Dice: ma a noi che ci frega? Livesicilia pensa, invece, che ai lettori la circostanza potrebbe tornare utile per sbirciare nelle cucine del ristorante "Libera informazione" e per scoprire, nella naturale cascata di comunicati e commenti che scaturiranno dall'evento,  le nostre magagne. Sì, le piccole e grandi sporcizie che,  spesso, noi censori dei costumi altrui, non siamo in grado di denunciare per pigrizia e viltà. Noi, intanto, riprendiamo un commento scritto da Laura sul tema dagli amici di Rosalio. E speriamo che sia utile al confronto.
La stampa e i lettori
di
3 min di lettura

di LAURA Sono anch’io una pubblicista. Una di quelle che in questi giorni sta ricevendo telefonate a tempesta da gente che vuole essere votata ma che non ha niente da dire o da proporre almeno perchè il tenore delle telefonate è questo: “Ciao, scusa se ti disturbo, noi non ci conosciamo, ma sai volevo sapere se hai già qualcuno da votare il 23 maggio… perchè io mi candido e mi piacerebbe poter contare sul tuo voto”.

Punto uno – chi sei?

Punto due – come hai avuto il mio numero visto che non ci conosciamo?

Punto tre – perchè dovrei votarti? Cosa proponi?

Apprezzo Alessia Cannizzaro (una candidata, ndr) che conosco solo di nome, ma non di persona (o forse qualche volta mi sa che ci siamo sentite per telefono) che ha avuto il coraggio di esporsi in prima persona e dire quali sono le sue idee. Perchè al momento di idee io non ne ho viste. Mi pare solo una caccia al voto, vuota e priva di significato. Non posso non apprezzare e condividere la sua voglia di cambiare le cose. Anzi, lo facessero tutti!!! Ma poi parli con i colleghi più anziani e ti rendi conto che a candidarsi sono sempre le stesse persone e quindi di cambiamento non se ne parla affatto. Mi spiace non poterla votare, perchè altrimenti lo avrei fatto.

Voglio raccontarvi la mia esperienza. Io sono entrata giovanissima in una redazione e con me c’erano anche altri aspiranti pubblicisti (che volevano il tesserino per entrare gratis allo stadio e intervistare l’attore e il cantante di turno, impossibile negarlo. ed è questo che poi fa male alla categoria). All’inizio lavoricchiavo dopo la scuola, scrivendo alla meno peggio i pezzi che mi venivano assegnati. Poi raggiunta la maggiore età ho iniziato la pratica per il famigerato tesserino. Ora io posso dire che ho imparato ben poco. Nelle redazioni dove ho lavorato solitamente non c’era un giornalista vero, se non sulla carta, e quindi noi eravamo in balìa di noi stessi, senza una guida a copiare da dove potevamo e ad autogestirci, affidandoci magari a chi era là da più tempo. Una volta raggiunto l’obiettivo (premetto che mi sono pagata io le ritenute e tutto quanto e ho lavorato gratis per più di tre anni) e quando ho chiesto di avere almeno un rimborso spese, l’editore mi ha detto che se volevo restare gratis andava bene, altrimenti se me ne andavo lui mi avrebbe rimpiazzato con un altro aspirante pubblicista. Io restai per un po’ poi me ne andai. Ora faccio un altro lavoro ma vorrei poter fare la giornalista. Sapete quante volte ho visto giornalisti veri con tanto di tesserini venire a chiedere di lavorare e poi andarsene perchè non pagati??? Ora, quando Alessia Cannizzaro parla di concorrenza sleale non ha torto. Perchè finchè diventare pubblicista sarà la scorciatoia più facile per diventare giornalista e ci saranno ragazzini che come avete detto nell’altro post, scriveranno gratis per farsi leggere dal nonno, che speranza c’è per l’intera categoria? Quanti colleghi riescono ad avere un contrattino di sostituzione ferie se le redazioni sono piene di aspiranti pubblicisti, stagisti e gente che lavora gratis? Io che speranze ho, ora che sono pubblicista a tutti gli effetti di lavorare in questo mondo? Nessuna.

Caro Carlo M. un editore una buona penna non se la tiene e ti spiego perchè. Loro guadagnano con le pubblicità, i giornalisti invece sono spese. In una città come Palermo le pubblicità scarseggiano, ma i giornalisti sempre li devi pagare… Te l’ho detto, loro tengono al profitto proprio perchè editori. La qualità non interessa, serve un contenitore per la pubblicità, comunque esso sia.

Finchè ci sarà la regola del tesserino che non si nega a nessuno (vero) le cose non cambieranno mai. E ben venga una ventata di aria fresca, qualcuno con delle idee.


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