Giovane mamma uccisa a coltellate a Nicolosi |Fermato l'ex convivente: "Sono stato io" - Live Sicilia

Giovane mamma uccisa a coltellate a Nicolosi |Fermato l’ex convivente: “Sono stato io”

Giordana Di Stefano, accanto il luogo del ritrovamento del cadavere in aut

Giordana Di Stefano, 21 anni, è stata uccisa a coltellate a Nicolosi. Nel 2013 aveva denunciato episodi di stalking. La vittima lascia una figlia di quattro anni. Rintracciato in Lombardia il suo ex, un 24enne padre della bambina: "Voleva lasciare l'Italia". Era andato a Milano in auto e avrebbe tentato di fuggire in Svizzera in treno.

In provincia di Catania
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NICOLOSI. La violenza scatenata sul corpo della povera Giordana è stata impressionate. Il numero di coltellate inferte, al momento, resta indefinibile. “Tante, tantissime”, scandivano silenziosamente – nel rigore del momento – questa mattina gli investigatori giunti sul luogo del delitto. Il corpo della prossima 21enne, Giordana Di Stefano, era in una pozza di sangue: lasciata grondare lì per tutta la notte e fino al mattino.

L’auto della ragazza, una Audi A2 di colore grigio metallizzato, era sulla corsia di via Monpeluso, una strada di periferia a nord del Comune di Nicolosi ed a due passi dalla casa dove abitava la giovane. Un appuntamento in strada: quello con il suo carnefice che l’ha assassinata con una brutalità che non gli ha lasciato scampo. Le ricerche si sono concentrate immediatamente sul suo ex convivente, con il quale aveva avuto una bimba che oggi ha 4 anni. Luca Priolo, 24 anni, si era reso irreperibile per tutta la giornata: è stato rintracciato e fermato dai carabinieri a Milano. Stava cercando di andare in Svizzera e ha confessato il delitto ai carabinieri: “Sì, sono stato io…”, ha detto, rendendo spontanee dichiarazioni.

Un bacio alla madre, che era già a letto, poco prima di mezzanotte, poi prende le chiavi dell’auto della mamma e va via, cominciando la sua folle corsa verso Milano nel tentativo di fuggire all’estero. Non senza avere l’accortezza di spegnere il cellulare e lasciarlo a casa. Ma il tentativo di non farsi trovare non è servito a Luca Priolo, che è stato ugualmente localizzato e arrestato da carabinieri di Milano. E’ stato bloccato attorno alle 16.30 alla stazione Centrale del capoluogo lombardo. I carabinieri di Catania avevano comunicato ai colleghi lombardi che il ricercato era in viaggio verso il nord e avrebbe potuto arrivare a Milano. Hanno inviato una foto e la sua descrizione. I militari hanno quindi atteso in stazione il primo treno utile e hanno individuato Priolo. Quando lo hanno visto, hanno pronunciato il suo nome e lui si è girato dicendo in tono di resa “sì sono io”. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Luca Priolo voleva andare a Lugano, in Svizzera, ma i militari del nucleo investigativo di Milano lo hanno bloccato sulla banchina della stazione Centrale pochi minuti prima che salisse sul treno. Appena ha capito di essere stato scoperto è scoppiato in lacrime davanti ai militari in borghese. Indossava jeans e una maglia, addosso non aveva alcuna arma. Al momento si trova al comando provinciale dei carabinieri di via della Moscova in attesa che gli venga notificato il provvedimento di arresto. Non è ancora chiaro se volesse andare in Svizzera perché aveva contatti o semplicemente perché è il Paese straniero più vicino.

Secondo fonti investigative Priolo aveva in mente di lasciare l’Italia. Ha viaggiato per tutta la notte e la mattina a bordo della Fiat Punto della madre (la targa è stata rilevata a più riprese ai caselli autostradali) fino a che non è stato bloccato alla stazione Centrale di Milano diretto verso una meta estera. Il procuratore di Catania Michelangelo Patanè e il sostituto Alessandro Sorrentino hanno emesso, nei suoi confronti, un fermo per omicidio volontario aggravato.

Il giovane sarà ascoltato dai magistrati della Procura di Milano su rogatoria attivata dai loro colleghi di Catania. Era stata la mamma di Giordana, all’alba, a lanciare l’allarme: non aveva avuto più notizie della figlia che non aveva fatto ritorno a casa. Da lì le ricerche dei carabinieri fino alla macabra scoperta. La relazione tra Giordana e Luca si era interrotta da tempo ed era stata correlata anche da un esposto per stalking presentato nel 2013 dalla ragazza che aveva più volte segnalato le insistenze del suo ex: messaggi assillanti e appostamenti. Un procedimento che ha visto il rinvio a giudizio dell’imputato. La prima udienza si sarebbe dovuta tenere stamattina ma è stata rinviata perché il legale del 24enne aveva chiesto il ricorso a riti alternativi ipotizzando anche una bonaria risoluzione. La giovane donna non aveva nominato un avvocato e non aveva dato più seguito alla sua denuncia. La notte scorsa il drammatico epilogo. Giordana è stata uccisa con fendenti all’addome, al torace e alla gola.


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