Giovanni Falcone era vivo

Giovanni Falcone era vivo

L'anniversario di Capaci
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Ogni 23 maggio vi ricordate di Giovanni Falcone. E volete la messa cantata, con la processione dell’ipocrisia. Volete la foto col sorriso, con la pettinatura giusta. La verità vi turba. Vi sconvolgono le foto di cronaca in bianco e nero, ma quelle abbiamo. E non possiamo cambiare le persone intorno. Vi turba sapere che fu la sinistra, negli ultimi anni della sua vita, a tradire Falcone. Vi turbano i suoi giudizi su Leoluca Orlando. Vi turba che qui nessuno abbia inventato niente. Perché volete la dolce retorica, non la verità. E ci volete complici nell’omicidio della memoria. Non accadrà mai.

Avete bisogno di sentirvi dire che c’è una linea di demarcazione tra buoni e cattivi. E che coloro che voi considerate buoni e timorati di Dio lo furono sempre. Avete la necessità di scordare le puntate televisive sui cassetti chiusi della Procura. E sul resto. E certo: Falcone venne stritolato da un blocco di potere. Ma subì l’abbandono bruciante dei famosi paladini della legalità che avrebbero dovuto difenderlo. Ci pare più grave.
Avete l’intimo stimolo di ridurre ogni sospiro alla politica. Garantiamo libertà di critica a tutti, come è dimostrato. Ma l’idiozia in malafede offende la decenza.
Vorreste leggere di una Sicilia cambiata, di un sacrificio utile. Non amate la voce di Giovanni Falcone. A distanza di anni fa ancora paura, suona ancora eretica. E non c’entrano le domande che non alterano il senso delle risposte. E’ che Giovanni Falcone da morto piace più che da vivo. Perchè non può più smentire nessuno.

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