CATANIA. Scende in campo l’eurodeputato Giovanni La Via. L’esponente del Nuovo Centro Destra sembra intenzionato a dividersi tra Strasburgo e Catania: e l’intento parrebbe quello di voler creare un fronte d’opposizione unito da contrapporre all’attuale governo cittadino. Probabilmente più facile a dirsi che a farsi ma La Via pare stia studiando seriamente da leader.
Onorevole, politicamente parlando l’Europa premia il merito: non ci sembra che a livello locale sia, però, così.
“Devo dire che quello del merito non è certo un concetto che può essere applicato da noi: a livello regionale, ad esempio, non posso dire che vi sia un governo che abbia realizzato cose pregevoli. Ma lo stesso mi sembra anche sul piano locale: anche l’amministrazione del Comune di Catania probabilmente, anzi sicuramente poteva e doveva fare molto meglio”.
Ad esempio?
“Beh, diciamo che vi sono una serie una serie di temi che vanno completamente rivisti nella loro impostazione”.
Ci faccia capire.
“Noi siamo un Comune che ha un Piano regolatore che, ho la leggera sensazione, sia scaduto: ed in assenza di uno strumento urbanistico non avremo mai una ripresa economica. Noi sappiamo bene che in termini occupazionali una delle maggiori industrie è quella dell’edilizia. L’idea dell’amministrazione è quella di aspettare l’area metropolitana e poi realizzare uno strumento urbanistico che serva l’area metropolitana: e, al contempo, procedere con uno stralcio per il centro storico. Non credo che sia la prospettiva migliore”.
Perché, secondo lei, il sindaco Bianco si è impantanato su questo aspetto?
“Secondo me, Bianco si è un pò lasciato prendere la mano su questa storia. Si è innamorato della sua idea dell’area metropolitana perché in tutta Italia ve ne saranno dieci più tre in Sicilia: quindi, l’idea di avere un’area metropolitana catanese a Bianco piace però non possiamo pensare di aspettare qualcosa che non sappiamo quando verrà. Noi siamo fermi agli anni cinquanta”.
E oltre il Prg?
“Prendiamo i rifiuti. Anche qua il modello è antiquato: abbiamo bisogno di farla la differenziata e non mi sembra che Catania brilli. Abbiamo bisogno di avviare un percorso. Provate a vedere i cassonetti che ci sono in giro e provate a vedere chi fa la differenziata, dove si fa la differenziata e quanta se ne fa: e se molto spesso non finisce tutto assieme. E non possiamo certo dire che l’amministrazione Bianco si sia insediata ieri mattina. Io credo che sia arrivato il momento di voltare pagina anche sulla differenziata: non possiamo pensare di continuare a caricare i cittadini di imposte sui servizi essenziali semplicemente perché siamo incapaci di ridurre il costo dello smaltimento dei rifiuti”.
Comprendiamo che La Via voglia assumere un ruolo da leader nella città e nel territorio. E’ così?
“Giovanni La Via è passato da due elezioni nel tempo: ha cominciato la sua attività come tecnico per due volte assessore regionale. Poi, è passato per due volte dalle forche Caudine del voto: arrivato a questo credo di potere avviare un vero e proprio percorso politico. Ed è un percorso che non può limitarsi a guardare solo verso l’Europa: il nostro territorio vive una molteciplità di problemi”.
Da cosa parte?
“Vanno aperti dibattiti: ad esempio, sul Porto che oggi è una gabbia sul mare. Guardiamo a tutte le città europee che stanno sul mare: Marsiglia o Valencia o quelle della Gran Bretagna. Da noi abbiamo, invece, una grande chiusura verso il mare. Sui trasporti, poi, semplicemente non esistiamo”.
Crede di riuscire a far convergere le diverse anime della minoranza?
Oggi, tra tutti coloro che non condividono il percorso che il governo della città, bisogna vedere se ci si può aggregare: in un partito o anche in una struttura diversa per costituire un fronte di opposizione che, evidentemente, va creato rispetto alla sindacatura Bianco. Non si può pensare di ridurre la Tasi di qualche euro e poi non garantire alcun servizio: non possiamo aspettare che sia il sindaco a gestire sia la maggioranza che l’opposizione”.
Come sono, oggi, i suoi rapporti con Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione?
“Io ho ottimi rapporti con loro. E’ chiaro che l’ampliamento delle forze d’opposizione va oltre gli schemi utilizzati in passato e quindi anche in questa direzione bisogna evolversi nei rapporti”.