CATANIA – Passano al contrattacco gli avvocati dei 28 imputati al processo per il presunto buco di bilancio del Comune di Catania. Tra di essi figurano politici e revisori dei conti che hanno amministrato Palazzo degli Elefanti tra il 2013 e il 2018, tra cui l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco. Il dibattimento, in Tribunale, è slittato a dicembre. Il 1 dicembre in aula Crispi inizieranno a sfilare i testimoni delle difese degli imputati.
Le accuse
Il rinvio a dicembre è stato disposto dal presidente della seconda sezione penale del Tribunale di Catania, Riccardo Pivetti. Il processo si celebra dinanzi alla prima sezione, presieduta da Chiara Raffiotta. Già in aula hanno deposto tutti i testimoni della lista del Pm Fabio Regolo. Gli imputati sono accusati a vario titolo di falso ideologico.
Ex sindaco, alcuni assessori e revisori dei conti in carica all’epoca delle contestazioni, tra l’altro, avrebbero “falsamente attestato la veridicità delle previsioni di entrata”. Lo avrebbero fatto anche se “consapevoli della sovrastima”. E inoltre avrebbero “dolosamente omesso l’iscrizione nell’atto contabile di somme sufficienti a finanziare gli ingenti debiti fuori bilancio”.
Gli imputati
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catania. Gli altri imputati sono Salvatore Andò, Francesco Battaglia, Pietro Belfiore, Luigi Bosco, Calogero Cittadino. Poi Marco Consoli, Rosario D’Agata, Salvo Di Salvo, Michele Giorgianni, Giuseppe Girlando, Francesco Gullotta, Clara Leonardi, Orazio Licandro. E ancora Massimiliano Lo Certo, Agatino Lombardo, Maria Ausilia Mastrandrea, Orazio Palmeri, Fortunato Parisi, Marco Petino, Roberto Politano, Massimo Rosso, Valentina Scialfa, Fabio Sciuto, Natale Strano, Maurizio Trainiti, Fiorentino Trojano e Angelo Villari.
Le difese
All’epoca del rinvio a giudizio, l’ex sindaco di Catania, ed ex ministro dell’Interno, Enzo Bianco, si era detto convinto che ci sarebbe stato presto il modo di dimostrare l’assoluta correttezza del comportamento suo e della sua giunta davanti al Tribunale. Dal canto suo, l’avvocato Giovanni Grasso, difensore di Bianco e di Licandro, aveva espresso rammarico per il fatto di essere arrivati al rinvio a giudizio.
In quella sede il legale aggiunse la sua “ferma convinzione che il dibattimento sarà in grado di documentare l’insussistenza dei fatti e la piena correttezza dell’Amministrazione Bianco, che ha sempre agito nell’interesse della città di Catania”.