Giulio, l'anima del Palermo - Live Sicilia

Giulio, l’anima del Palermo

Lo spogliatoio rosanero
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Forse, potrebbe addirittura impegnarsi come portiere e magari essere decisivo anche tra i pali. Giulio Migliaccio è ormai diventato l’anima del Palermo, è diventato colui che nei momenti cupi riesce a trascinare i propri compagni. Un po’ come è successo contro il Milan, quando Giulivo Superstar non ha risparmiato fiato pur di fermare Cassano e co. “cinque sconfitte co­minciavano a diventare pe­santi, troppo – ha detto Migliaccio al “Corriere dello Sport – ci sembrava davvero di approfittare del­la civiltà dei tifosi e della città: ci hanno accompagna­to dentro questa crisi senza fischiarci nemmeno dopo il 7- 0. Incredibile no? Deve essere il destino di Delio Rossi. Quando mi volle a Bergamo a gennaio tentam­mo la disperata corsa alla salvezza e non ci riuscì. Però retrocedemmo tra gli applausi, cosa che forse può succedere solo in Inghil­terra. Questo può far capire chi è Delio Rossi. Ma questo è anche un altro discorso. La vittoria sul Milan, per tornare a noi, è il grazie che dobbiamo a Palermo e ai palermitani: per la pazienza. Cosmi? Lui è un tecnico che si è dovu­to prendere le scorie di quel 7-0, cosa assolutamente non facile e che sta lavorando sul­l’aspetto della serenità. Ab­biamo bisogno di ritrovarla. Speriamo che questa vittoria con il Milan serva a riparti­re”.

Da centrocampista a difensore, Migliaccio ha cambiato mansione con risultati brillanti: “Potrei fare tutti i ruoli tranne quello del portiere. La storia del difensore comincia per la prima vol­ta, purtroppo, con la squali­fica di Carrozzieri. Zampa­rini e Ballardini vagliarono insieme questo tipo di solu­zione, si aggiunse una squa­lifica e contro il Cagliari giocai dietro facendo anche un gol. Ho continuato per 7-8 gare e con Zenga, l’anno dopo, ne feci altre 13- 14. Conta lo spirito con cui si fanno certe cose. Poi è chiaro che so­no un centro­campista”. Si inizia a parlare di futuro, in questo caso di passato: “Due anni fa c’era un’of­ferta importante del Rubin Kazan, era arrivato da poco Sabatini e mi disse che non mi cedevano. Fui contento. Mi era anche nata la secon­da figlia da poco… Ecco, aver perso Sabatini è stato un altro momento destabi­lizzante per la squadra que­st’anno. Futuro? Sono un ambizio­so e voglio fare sempre me­glio. Questa è una domanda impegnativa. Di­ciamo che domani è un al­tro giorno”.


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