PALERMO – Ancora una fumata nera. La partita sulla nuova giunta comunale di Palermo si sta rivelando più complicata del previsto per il sindaco Roberto Lagalla che aveva convocato per oggi pomeriggio il vertice con i partiti della maggioranza, così come anticipato da Livesicilia: una riunione che però è stata rinviata a data da destinarsi.
Ufficialmente solo per impegni imprevisti e difficoltà nel trovare un nuovo orario che andasse bene per tutti, ma il sospetto è che i veti incrociati e le richieste dei partiti abbiano reso la faccenda più ingarbugliata di quanto l’ex rettore non potesse prevedere. Un incontro che già alla vigilia aveva creato più di un mal di pancia, vista l’esclusione delle liste che non sono riuscite a raggiungere il 5% per entrare in consiglio comunale, ossia quella di Totò Lentini ma anche partiti nazionali come l’Udc e Noi con l’Italia di Saverio Romano. Proprio l’ex ministro, a Livesicilia, domenica aveva annunciato possibili ripercussioni sulle prossime Regionali e così la strada si è messa in salita.
Oggi il sindaco è stato comunque impegnato a tempo pieno: incontri con Rap e Reset, il punto sulle delibere urgenti che il vecchio consiglio comunale dovrà affrontare prima dello scioglimento, Tari su tutte, con un occhio agli impegni in agenda per domani.
Se di mattina il sindaco sarà in viale Regione Siciliana sull’eterno cantiere all’altezza di via Principe di Paternò, poi volerà a Roma dove è in programma l’incontro con Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e uomo di fiducia di Mario Draghi. L’obiettivo, per Lagalla, è strappare il sì definitivo a una revisione del piano di riequilibrio che eviti al neo sindaco di dover iniziare il mandato con un vertiginoso aumento delle tasse; i primi segnali giunti dai ministeri dell’Economia e dell’Interno sono stati incoraggianti, ma adesso bisogna passare dalle parole agli impegni concreti e il vertice con Garofoli potrebbe rivelarsi decisivo.
Inevitabile, quindi, che la partita sulla giunta passi momentaneamente in secondo piano e che il vertice col centrodestra sia rinviato a questo fine settimana; il timore di molti, però, è che tutto slitti dopo il Festino proprio per la difficoltà di incastrare tutti i pezzi del puzzle. Fratelli d’Italia non ha ancora sciolto le riserve, tanto che non aveva previsto di mandare nessuno al vertice di oggi, mentre in Forza Italia si spinge ancora sul trio Tamajo-Pennino-Mineo con Giulio Tantillo alla presidenza del consiglio, il che taglierebbe fuori Francesco Cascio; alla lista Lagalla dovrebbero andare tre posti (di cui uno ai renziani e due a fedelissimi del sindaco), uno alla Lega e uno ai cuffariani. In un secondo momento si discuterà di partecipate e lì potrebbero rientrare in gioco le liste escluse.
Il punto però è il “fattore tempo”. La giunta sarebbe dovuta essere pronta la scorsa settimana, ma il rischio è che passi anche questa senza nulla di concreto mentre la città è alle prese con il cimitero stracolmo, i rifiuti per le strade, il dissesto alle porte. Gli occhi dei palermitani sono ormai concentrati sul Festino, ma i partiti guardano invece alle mosse di un sindaco alla sua prima vera prova politica: l’ex rettore potrebbe uscirne come un decisionista, pronto a vincere resistenze e veti della sua stessa maggioranza imponendo la linea e tirando dritto, oppure come ostaggio di richieste in cui rischia di rimanere imbrigliato insieme alle tante emergenze della città.