CATANIA – La composizione della giunta del sindaco Enrico Trantino non è stata un percorso semplice. Soprattutto non per l’area di Fratelli d’Italia che fa riferimento all’ex primo cittadino e oggi senatore Salvo Pogliese. Una questione che gli osservatori politici più acuti avevano notato subito. La scorsa settimana, quando sono state rese note le nomine degli assessori, almeno un assente aveva fatto più rumore degli altri dieci presenti: mancava Luca Sangiorgio. Il cui nome potrebbe tornare tra non troppo sulle pagine delle cronache politiche cittadine.
Delfino di Pogliese, suo fedelissimo, apprezzato consigliere comunale uscente: aveva deciso di non ricandidarsi, lasciando posto in lista agli eletti Erio Buceti ed Erika Bonaccorsi, mentre tutti i rumors lo davano prossimo a un assessorato di prestigio. Che, invece, non è arrivato. Nel pallottoliere che ha usato Trantino per comporre la sua giunta, una pallina blu di Fratelli d’Italia è saltata in favore di una nomina “tecnica” di assoluta fiducia del primo cittadino: il professore Paolo La Greca, urbanista di fama, scelto come vicesindaco e assessore assessore alla sua materia.
Il “caso” La Greca
Sul punto, il racconto che viaggia da un corridoio all’altro è mutevole: c’è chi dice che il neoprimo cittadino avesse comunicato da tempo alle forze politiche di centrodestra, e al partito che lo esprime, l’intenzione di trattenere per sé uno dei posti in giunta. Cosa, peraltro, con un precedente fresco fresco: Roberto Bonaccorsi, assessore al Bilancio e vicesindaco della giunta di Salvo Pogliese, scelto per le sue competenze professionali necessarie per fare fronte al dissesto del Comune. La Greca, docente universitario, ordinario di Tecnica e Pianificazione urbanistica, ha mostrato sin dai primissimi giorni l’intenzione di prendere in mano i Piani urbani integrati da realizzare con i fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza).
D’altro canto, però, c’è chi racconta che in realtà Trantino abbia comunicato solo dopo l’elezione, e nel momento delle trattative, la sua decisione di attribuire a La Greca una delega. Anziché sceglierlo semplicemente come consulente. Una casella in meno, tolta all’area di Fratelli d’Italia di riferimento dei pogliesiani. Le malelingue lo interpretano come un segnale di discontinuità: rispettare i patti con tutti i partiti della maggioranza, ma togliere un posto proprio ai pogliesiani? Sarebbe un modo per lasciare intendere ai partiti, che negli anni dell’amministrazione Pogliese lamentavano un eccessivo accentramento di cariche e posti di sottogoverno nelle mani dei suoi, che l’aria è cambiata.
Ipotesi “rimpastino” per la staffetta?
Speculazioni a parte, il dato da registrare è che chi non ha avuto nulla è in attesa. Forse di “compensazioni” in società partecipate o negli auspicati organismi elettivi delle ex province, la cui composizione è finora eternamente rinviata. E poi c’è l’ipotesi di una staffetta interna a FdI: Sergio Parisi, si dice, potrebbe restare in carica per un anno circa. Dimettendosi subito dopo, per lasciare spazio al giovane Luca Sangiorgio, il cui passo indietro rispetto alla ricandidatura non dovrebbe rimanere inosservato. Un rimpastino di giunta anticipato, per sanare assenze che, alla luce del risultato elettorale ottenuto, per qualcuno restano inspiegabili.