Giuseppe Francese, cronista che cercava pace e verità

Giuseppe Francese, cronista che cercava pace e verità

Anche lui è stato vittima della mafia come il padre Mario

“Diciannove anni senza di te e il tuo sorriso”, scrive Giulio Francese, presidente dell’Ordine siciliano dei giornalisti, postando la foto del fratello Giuseppe. Entrambi sono figli di Mario, cronista giudiziario del Giornale di Sicilia assassinato dalla mafia il 26 gennaio del 1979 a Palermo.

Anche Giuseppe è una vittima della mafia. Furono la sua ostinazione e il suo lavoro a dare l’impulso necessario per inquadrare il delitto del padre, fare riaprire le indagini e trovare i colpevoli.

Così scriveva Giuseppe Francese nei suo appunti: “Avevo dodici anni quando la sera del 26 gennaio del 1979 ho sentito da casa quella tragica sequenza di colpi di arma da fuoco. Sei per l’esattezza. Dal lì a poco scoprii che quei colpi avevano centrato il bersaglio, e che il bersaglio era mio padre, il giornalista Mario Francese. Da quel tragico momento la mia vita è stata sconvolta, come se quel lugubre rosario di colpi avesse leso irrimediabilmente qualche punto nevralgico della mia esistenza”.

“Accadono cose che sono come domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita risponde. Intanto crescevo ma contemporaneamente cresceva dentro me, diventando sempre più grande, un immenso vuoto ed un’incredibile ansia di giustizia. Ammetto che per un breve periodo la sete di verità si è trasformata in rassegnazione per una giustizia assai lenta ad arrivare. Ma la rassegnazione presto si è trasformata in rabbia”.

Nel 2001 arrivarono le condanne per alcuni dei boss più pericolosi della Sicilia. A cominciare da Totò Riina, sui cui interessi economici legati alla diga Garcia Mario Francese era riuscito a fare emergere.

Giuseppe si tolse la vita nella notte tra il 2 e il 3 settembre 2002 nella sua abitazione. Solo lui conosce le ragioni di quel gesto, ma di certo la disperazione per l’orrore subito aveva segnato la sua esistenza. Di lui resta l’ostinazione nel cercare la verità senza fronzoli. Da vero cronista, come il padre.


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