Gli auguri di Crocetta? | Un rosario di imposture - Live Sicilia

Gli auguri di Crocetta? | Un rosario di imposture

Dai precari al salario minimo, passando per il "Patto per il sud". Le favole della rivoluzione.

PALERMO – “Ma quale stabilizzazione? Quella è solo una proroga”. La doccia gelata ha preso le sembianze del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. E ha spento l’ultima bugia, l’ultima impostura del 2016. Anzi, la penultima. Perché dopo quella, il governatore si è anche esibito in un video col quale ha raccontato una Sicilia che cambia, che cresce, grazie a lui.

Crocetta del resto era corso, a scranni ancora caldi, a prendersi il merito di una assunzione di massa che non esiste. “Li abbiamo stabilizzati” ha detto riferendosi ai quasi ventimila precari degli enti locali. E ti aspetteresti tutto un ribollire di Comuni ed enti indaffarati nelle procedure di assunzione. Ma quando mai. Una proroga era e una proroga rimane. In attesa di una stabilizzazione. Così come, del resto, era stato previsto già nel 2013, dalla cosiddetta “legge D’Alia”.

Eppure, ecco persino lo spumante. Per brindare alle feste, certo. Ma anche a quella operazione “rivoluzionaria” che ha “posto fine” all’eterno problema del precariato. Ma quando mai. Al suo fianco, anzi, l’assessore all’Economia Baccei spargeva un po’ di sano realismo: “Abbiamo deciso di correre dei rischi, sarà necessario un dialogo col governo nazionale”. Tradotto: la norma, così com’è, rischia persino di essere impugnata da Palazzo Chigi. E sarà comunque Roma a dover dare il via libera con specialissime deroghe. Senza quelle, è persino in bilico la proroga. Altro che stabilizzazioni. Quelle sono tutte da vedere. Ma di sicuro, nessuna assunzione ha prodotto, al momento, quella legge regionale che prolunga di altri due anni il precariato.

E la “sparata” di Crocetta sembra aggiungersi alle altre di questi giorni, che sembrano rientrare in un tardivo e a tratti disperato tentativo di lasciare all’opinione pubblica un buon ricordo di questa fallimentare legislatura: i paginoni dei giornali con i fondi stanziati nel “Patto per il Sud” rientravano in questa logica. Peccato che quei soldi li avessero messi Stato ed Europa. E la Regione si era limitata a proporre i progetti da finanziare. Progetti che, se tutto andrà bene, vedranno la luce solo nei prossimi anni. Sempre che la Sicilia sia in grado di spenderli quei soldi. Del resto, l’esperienza ad esempio relativa ai Fondi europei non induce all’ottimismo. La Sicilia è la peggiore Regione d’Italia: la spesa della nuova programmazione è ferma a zero. Cosa ha raccontato invece Crocetta? Che con lui – finalmente – la Regione è stata efficiente e veloce nella spesa. Favole, che finiscono fatalmente per scontrarsi con i fatti.

Concetti ribaditi persino in un video di auguri elettorali. Lì, Crocetta afferma di aver invertito “la marcia di una macchina che stava andando in un burrone”, ha rivendicato l’accordo con lo Stato descrivendo come una difesa dello Statuto pure la rinuncia ai contenziosi con Roma, ha parlato di Pil e occupazione in crescita quando i dati dell’Istat parlano di nuovi posti di lavoro persi e infine, ecco l’ultima, l’ultimissima storiella: il 2017 sarà l’anno del “salario di inclusione”. Una specie di reddito di cittadinanza per le famiglie povere. Dopo quattro anni di annunci, insomma, l’ultimo anno, quello delle elezioni sarà l’anno buono. C’è ancora qualcuno che crede a queste parole?

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