“E’ necessario uno sforzo coordinato dell’SSN (Sistema Sanitario Nazionale) per la realizzazione di un’indagine siero-epidemiologica nazionale trasversale di popolazione su Covid-19, ripetuta a distanza di tempo, per aree geografiche, per fasce di rischio e per classi di età specifiche in linea con gli indirizzi già indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità . A tale scopo, la raccomandazione è di iniziare immediatamente una raccolta campionaria ad hoc di campioni di siero nella popolazione sana, ad esempio nei centri per la donazione del sangue, accompagnata dalla registrazione di alcune informazioni individuali. Finora, infatti, la sorveglianza si è concentrata principalmente sui pazienti sintomatici e, dunque, non ci sono informazioni sull’intero spettro della malattia, inclusa la prevalenza delle infezioni lievi o asintomatiche che non richiedono cure mediche”. Questa la proposta degli epidemiologi italiani, contenuta in una nota indirizzata al Ministero della Salute, al Dipartimento di Protezione Civile, al Presidente del Comitato Tecnico Scientifico Covid19, al presidente ISTAT, alla Conferenza Stato–Regioni, al Coordinamento Interregionale Prevenzione Sanità Pubblica. A tal fine, l’AIE avverte: “Le stime del tasso di letalità (rapporto tra numero di decessi e numero di infetti) e di altri parametri epidemiologici sono distorte e devono essere affinate per predisporre ulteriori misure di controllo. Al pari di tante altre infezioni, anche il virus responsabile di Covid-19, lascia una traccia di risposta immunitaria – precisano gli epidemiologi – nelle persone che ha infettato e fin da ora si devono disegnare e programmare studi di siero-epidemiologia, che potranno essere condotti con la disponibilità di saggi di laboratorio adeguati, per stimare l’effettiva circolazione dell’infezione e poter valutare il grado di immunità della popolazione. La disponibilità di saggi di determinazione degli anticorpi specifici adatti per una tale indagine sarebbe infatti cruciale, ma sappiamo che non siamo lontani dalla loro realizzazione. Vi sono molti aspetti, però, ancora da chiarire, tra cui sensibilità, specificità e variabilità tra laboratori. I saggi per lo studio di siero-prevalenza dovranno essere sottoposti a validazione prima di un loro uso esteso”. In tale direzione, “l’AIE può mettere a disposizione un protocollo ed un questionario base da utilizzare e può offrire supporto al coordinamento della conduzione dell’indagine, preceduto da un necessario studio pilota”. L’Associazione Italiana di Epidemiologia, infatti, rileva ancora che: ” L’attuale pandemia sta richiedendo al nostro Servizio Sanitario Nazionale (SSN) un impegno che non ha precedenti nella nostra esperienza recente e anche dopo il passaggio della prima ondata della curva epidemica sarà necessario continuare a fare fronte al controllo dell’infezione e alla verifica e acquisizione di conoscenze aggiuntive. Vi sono attualmente diverse iniziative per l’attuazione di indagini di popolazione, ma queste non sono coordinate e possono moltiplicarsi nei prossimi giorni. Pur seguendo, inoltre, le direttive nazionali ogni regione e provincia autonoma si è organizzata secondo il proprio assetto e le proprie possibilità, cercando di contrastare l’altrettanto disomogeneo diffondersi delle infezioni, ma anche con tali limiti è importante però cercare di coordinare attività comuni che verranno richieste a breve”. L’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) include molti operatori sul territorio che sono impegnati nella risposta alla pandemia e contribuisce anche attraverso la rivista Epidemiologia e Prevenzione (E&P) permettendo lo scambio di informazioni e strumenti tra gli epidemiologi sul campo ed è pronta a collaborare attivamente alle iniziative che il Servizio Sanitario Nazionale vorrà attuare in collaborazione con le diverse istituzioni.