Gli negano la carrozzina |la battaglia di un disabile - Live Sicilia

Gli negano la carrozzina |la battaglia di un disabile

La Via Crucis di Daniele Pappalardo, costretto sulla sedia a rotelle da ben 13 anni, per ottenere la carrozzina super leggera. " Mi sento umiliato –spiega - e profondamente offeso nella mia dignità". Immediata la risposta dell'Asp: "A volte succede di reagire in maniera non corretta".

 

CATANIA – “Scrivo per lamentarmi di alcuni medici che hanno tenuto nei miei confronti un atteggiamento sprezzante, sarcastico e umiliante, dimostrando un’insensibilità non consona al ruolo che devono svolgere all’interno dell’Azienda”. Ecco quanto recita una lettera che Daniele Pappalardo, costretto sulla sedia a rotelle da ben 13 anni, a causa di un incidente stradale, ha recapito ai vertici della Asp 3 per denunciare un presunto caso di ‘malaburocrazia’. “In data 22/07 – si legge nella missiva- mi sono recato presso gli uffici Asp di via Santa Maria la Grande per farmi autorizzare , dopo 5 anni, la fornitura di una carrozzina super leggera. All’ufficio protesi mi è stato detto – qui è il nodo diviene saliente- che oltre alla prescrizione dovevo fornire una certificazione attestante lo svolgimento di una intensa attività esterna. Un’opzione che ho contestato immediatamente. Sono stato mandato quindi dal medico responsabile, Marina Maria Granà, la quale ha rifiutato l’accettazione della pratica in mancanza della suddetta certificazione”.

Il racconto di Pappalardo non si ferma però davanti alla sola contestazione di un iter burocratico che chiama l’utente a fornire da sé una certificazione sulla propria attività esterna, ma mette in discussione la modalità d’approccio del personale Asp nei confronti degli stessi utenti: “Ciò che lamento – sottolinea Pappalardo- è l’atteggiamento scortese della stessa dottoressa. Contrariato dalla sua insensibilità e indisponibilità ho chiesto di poter parlare con un altro dirigente. Mi sono avvicinato al dott. Antonio Vicari, che, appena mi ha visto, si è messo le mani in testa con una espressione evidente di fastidio e d’insofferenza. Alla mia richiesta di essere ascoltato si è alzato ed è uscito dalla stanza con sprezzo, suscitando perfino il disappunto della collega di stanza che lo invitava a rientrare. Alla mia dimostrazione, plateale ma realistica, di mettermi a terra per avvalorare che la sedia garantisce la mia mobilità e, quindi, incide sulla qualità della mia vita, lui, invece di mortificarsi, si è permesso di dirmi che stavo esagerando. Mi sento umiliato –conclude Pappalardo- e profondamente offeso nella mia dignità e desidero sapere, prima di prendere altre iniziative, quali provvedimenti verranno adottati verso queste persone”.

Si schiera totalmente dalla parte di Daniele Pappalardo, la madre, Paola Missiato,: “Ritengo giusto – riferisce a LiveSiciliaCatania- che i ragazzi come mio figlio intraprendano queste battaglie. Se non ci si smuove, tutto rimarrà invariato. Io spesso ho dovuto combattere anche per altre persone, che venivano trattate male all’interno di questa Asp. Non riesco a tollerare le ingiustizie e la poca professionalità di certa gente. Fortunatamente, Daniele è ragazzo autosufficiente, ma ci sono altri disabili che non lo sono affatto”.

Smorza io toni della faccenda Marina Maria Granà, il dirigente medico addetto all’ autorizzazione protesi e ausili, per l’Asp 3: “Il decreto Ministeriale del 27 agosto 1999, n.332, mette a dispone la carrozzina super leggera per studenti e lavoratori; dal conto nostro chiediamo una certificazione che lo dimostri. Solitamente per i liberi professionisti e i lavoratori non dipendenti ci basta che sia presentata la partita Iva, o qualcosa che ne dimostri l’attività. Anche agli sportivi, ad esempio, chiediamo una certificazione simile. Al signor Pappalardo ho chiesto la stessa cosa. Certo, lui era amareggiato. Lo stesso io. Sono un medico e capisco che la situazione in sé non sia del tutto piacevole. Purtroppo noi lavoriamo con le carte. Come le chiediamo a tutti, le abbiamo chieste pure a lui”. In merito ai presunti momenti di tensione tra le due parti, la Granà ha chiarito: “Sono comunque rimasta nella mia professionalità. Ad ogni modo, capisco il loro nervosismo. Con l’utenza però ho sempre avuto un ottimo rapporto. Lo ripeto, mi sono limitato a dire che chiediamo una certificazione a tutti, come prevede la normativa”.

Una storia triste e intricata che fortunatamente, però, ha un finale positivo. Francesco Luca, responsabile del Distretto Ct -3, dopo essersi scusato con Pappalardo, ha infatti annunciato a LiveSiciliaCatania che da domani le cose cambieranno. “Domani manderò una circolare a tutti gli uffici per modificare l’iter della pratica. Non sarà più il singolo utente a dover certificare la propria condizione, ma il medico specialista. Questa procedura negli anni è servita per frenare degli abusi che ci sono stati. Ma la soluzione, forse, è stata peggiore del male. L’utente – sottolinea il dirigente Asp- deve essere lasciato libero da alcuni adempimenti formali che non gli spettano. Mi scuso, dunque, con i signori Pappalardo, a nome dell’azienda e dei miei colleghi, di quanto accaduto. Oggettivamente, siamo stressati: serviamo centinaia di persone al giorno. E a volte succede – rivela con franchezza Luca- di reagire in maniera non corretta. Confermo che c’è stato dunque un momento di nervosismo. Penso però che se l’utente si sente leso, l’azienda ha il dovere di verificare la cosa. Cosa che -conclude- avverrà anche in questo caso ”.

Soddisfatto Daniele Pappalardo che ha accolto con favore la notizia. “Ha molto senso che sia lo specialista a decretare l’utilità o no della carrozzina leggera, un dispositivo, me lo lasci dire, che ci permette realmente di vivere –  dichiara a LiveSiciliaCatania. Mi spiace di essere arrivato ad un gesto forte in favore di un esercizio che a me sembra scontato. E mi spiace ancora – conclude- che il dottor Luca si sia dovuto far carico da solo di queste scuse”.

 


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