Governo tecnico| Lombardo accelera - Live Sicilia

Governo tecnico| Lombardo accelera

Gelo coi miccicheiani
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Raccontano che ieri sera dalla parti del Pdl Sicilia si sono vissuti momenti di angoscia. Alti papaveri del clan miccicheiano si sarebbero attaccati al telefono contattando pezzi grossi dell’Mpa per chiedere lumi: “Ma è vero che lo fa stasera il governo?”. Sì, perchè l’imprevedibile Raffaele Lombardo avrebbe impresso una nuova, vigorosa e, come sempre, improvvisa sterzata al percorso della politica siciliana. E contro tutti i pronostici, il governatore starebbe davvero lavorando per partorire nelle prossime ore un governo tutto di tecnici. Malgrado la situazione romana sia tutt’altro che definita, Lombardo sembra deciso ad andare avanti per la sua strada, anche a costo di rotture dolorose. “Sarebbe stato più ragionevole aspettare dicembre e capire cosa accade a Roma – ammette un deputato regionale della maggioranza -, glielo abbiamo consigliato tutti, ma lui è deciso. Potrebbe avere avuto qualche rassicurazione”.
Un governo tutto di tecnici vorrebbe dire rottura con il Pdl Sicilia, o almeno con Miccichè, che all’ipotesi si è sempre opposto, difendendo le poltrone dei suoi due assessori politici, Bufardeci e Cimino. I finiani dovrebbero restare anche a costo di sacrificare la poltrona di Nino Strano, quanto a Misuraca, la sua posizione negli ultimi tempi è sembrata più vicina a quella degli ex An che a quella dei miccicheiani (destinati a quel punto a un ritorno al vecchio centrodestra, magari con una lista “sudista” da affiancare a quella ufficiale del Pdl per disturbare Lombardo e Fini alle prossime elezioni).
Chi dovrebbe apprezzare la mossa di rottura è invece il Pd, anche se ieri il trio Burtone-Mattarella-Fazio ha invocato un intervento romano per affrontare l’anomalia siciliana. “Se Lombardo fa il governo tecnico, lo fa per il Pd”, spiega un parlamentare dell’Mpa, che ammette che l’aria che tira sembra presagire alla nascita di un Lombardo quater a brevissimo. Su questo scenario scommetteva ogg il Giornale di Sicilia, lanciando, tra i nomi dei possibili assessori tecnici new entries, quello di Giuseppe Verde, preside della facoltà di Giurisprudenza a Palermo, da molti, scrive il quotidiano, considerato vicino a Miccichè.
Tra Mpa, gruppo misto e Pd, il governo dovrebbe avere una maggioranza all’Ars. Anche se il punto, a sentire un deputato regionale palermitano, sarebbe del tuto secondario: “Non c’è un problema di maggioranza all’Assemblea. Non ci sarà mai un voto di sfiducia a Lombardo, perchè nessun tacchino anticipa il Natale e qui non c’è nessuno, dico nessuno, certo di essere rieletto”.
Stamattina Lombardo comincerà un giro di incontri, partendo dal deputato regionale rutelliano Mario Bonomo, che insieme al coordinatore siciliano dell’Api Egidio Ortisi vedrà a Palazzo d’Orleans il governatore. “Il problema vero non è questo rimpasto, è la necessità di varare immediatamente la manovra correttiva per salvare l’ecnomia siciliana, una manovra che deve essere super partes”, spiega Bonomo, che all’Ars siede nel gruppo misto. Il cui capogruppo, Dino Fiorenza, si dice perplesso sulla scelta del governo tecnico: “E’ il fallimento della politica. Tanto più che i tecnici governano e i politici vengono dirottati nei posti di sottogoverno al posto dei tecnici. Un paradosso”.
Resta l’incognita Udc. In Sicilia la fronda antiCasini monta sempre di più, non piace ai centristi siculi l’idea di uno spostamento verso il centrosinistra. “Continuano a giocare alla volpe e l’uva. Parlano male del governo Lombardo perchè non ce li fanno entrare”, maligna un dirigente autonomista. Che scommette sull’ingresso in giunta di un tecnico Udc vicino all’area del messinese Gianpiero D’Alia.


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