LONDRA – Johnson si salva dal voto di sfiducia contro la sua leadership in seno al Partito conservatore britannico e può per il momento restare sulla poltrona di primo ministro, ma paga dazio fra i deputati della propria maggioranza per i malumori crescenti innescati dal Partygate.
Lo scrutinio segreto sul destino di Johnson ha decretato infatti una vittoria mutilata: 211 voti a favore, ma ben 148 ostili. Un salasso, se si considera che la fiducia di un centinaio di grandi elettori era blindata in quanto formata da ministri, sottosegretari o titolari d’incarichi governativi del gabinetto di Johnson.
Il premier britannico, citato dalla Press Association, ha detto che il suo governo può ora “andare avanti” dopo il risultato “convincente” e “decisivo” del voto di sfiducia dei Conservatori sul Partygate, superato dal primo ministro, anche se di misura.