“Grazie a Catania ed | alla Sicilia per l’accoglienza” - Live Sicilia

“Grazie a Catania ed | alla Sicilia per l’accoglienza”

La diretta da Catania.

La chiusura della Festa dell'Unità
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CATANIA. Ha chiuso lui. Matteo. Atteso dai fedelissimi come una rockstar.
Ha ringraziato Catania e la Sicilia togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa: dal Movimento 5 Stelle fino alla “grana” interna di Massimo D’Alema. Bastone e carota con gli uni e con l’altro. Ma con affondi mirati. 

All’arrivo del Premier ci sono tutti. La sfilza di deputati regionali e nazionali, di assessori isolani e sindaci è precisa e puntuale. Da Crocetta a Bianco. Non manca nessuno.

Fuori, però, il clima è da sommossa. Scontri si sono registrati tra forze dell’ordine e manifestanti davanti a Villa Bellini dopo che ha finito di parlare il premier Matteo Renzi. Il corteo ha tentato di forzare il blocco lanciando bottiglie e pietre. La polizia si è frapposta e sono nati dei tafferugli. Nella zona vi sono sono stati contatti e proteste. Due persone sono state bloccate dalla polizia dopo gli scontri avvenuti davanti la Villa Bellini di Catania dove aveva finito di parlare il premier Matteo Renzi. Sono due giovani, vestiti di nero, che sono stati portati via su auto della Polizia di Stato.
Va detto, che sono stati solo alcuni facinorosi a provocare la “sommossa”: qualcuno ha anche indossato il casco per andare volutamente incontro alle Forze dell’Ordine.

Ma, si diceva, l’intervento del Premier. Dal palco della villa Bellini ha parlato a ruota libera: al centro il Sì al referendum, certo. Ma anche una Questione meridionale mai davvero affrontata ed accennata solo parzialmente. Sfiorata appena.

LA SINTESI DELLE PAROLE DEL PREMIER. “Grazie a Catania ed alla Sicilia per l’accoglienza.
Noi abbiamo una potenza inespressa che è quella della forza del nostro Meridione. La Sicilia ha gli stessi chilometri di coste delle Baleari e delle Canarie: eppure, abbiamo solo un quinto dei turismi che visitano quei territori. Ieri c’è stato un momento che mi ha commosso, ed è stato quello di stare alla Valle dei Templi. Sulla terra dei templi di Agrigento, Giovanni Paolo II scomunicò i mafiosi. E ancora mi vengono i brividi”.

“In questi giorni, il nostro pensiero non può non andare alle vittime del terremoto. Ci siamo ritrovati uniti. E lasciatemi ringraziare le Forze dell’Ordine ed i Vigili del Fuoco che ci hanno detto che questa è l’Italia: quella che è fatta dalla straordinaria forza di ognuno di noi. Ma compito della politica è anche quello di mettere nelle condizioni giuste chi porta una divisa. C’è chi strumentalizza il lavoro di queste persone andando in giro con le loro magliette: ma siamo noi che abbiamo sbloccato quel contratto che era bloccato da sette anni. Tenetevi le camicie verdi!”.

“Sul terremoto abbiamo scelto Vasco Errani non perchè è del Pd ma perchè è un uomo che ha dimostrato di essere capace. Mettiamoci al lavoro per migliorare le strade e le case: su questi temi si gioca la nostra credibilità e chiedo al Pd, per rendere degno questo Paese, un sacrificio: non attacchiamo Virginia Raggi. Rispettiamo il voto dei cittadini. Facciamo vedere che noi abbiamo uno stile: ma questo non significa abbassare la guardia. Noi siamo quelli che le istituzioni le rispettano sempre”.

“Il Movimento 5 Stelle, dopo aver urlato e sbraitato ed avere detto che avrebbero trasmesso tutto in streaming, si sono nascosto. Hanno finito i giga. Dicevano che avrebbero portato trasparenza: noi la trasparenza l’abbiamo portata sulla costituzione”.

“Cos’è accaduto dallo scorso anno a oggi? Eravamo a Milano perchè era l’anno dell’Expo: dall’Expo noi abbiamo mandato via i ladri ed è accaduto che 21 milioni di persone sono entrate nel sito dell’Expo ed è volato l’export dei prodotti italiani. Ma è accaduta anche una cosa più bella: che chi entrava con i passeggini diceva quant’è bello essere italiano.
La legge sulle unioni civili è legge: e l’ha fatta questa legislatura. E non ci credeva nessuno. Ma la cosa bella è che quando parliamo di diritti, parliamo di tante cose: dagli anziani ai disabili.  E questo Parlamento ha dato delle risposte: questi nostri fratelli e sorelle non sono cittadini di serie B”.

“C’è, poi, la legge sull’omicidio stradale e le tasse che sono andate giù. Iniziamo a farle pagare le tasse: il 2015 è stato l’anno record per la lotta all’evasione. E’ stato l’anno della Salerno-Reggio Calabria; dell’accordo a Parigi sul clima. Io vorrei che ci fosse da tutti quanti voi un sentimento sano di orgoglio. E chi ha provato a rovinarci la festa e che spaccano tutto non hanno in testa il futuro dell’Italia”.

“Vengo al racconto di quello che vogliamo fare. Che cosa è accaduto in questi cinque anni: il Sud ha perso 9 punti di Pil. L’Italia ha perso 900 mila posti di lavoro. C’è chi aveva promesso 1 milione di posti di lavoro: questi qui hanno privato della libertà di assumere. E, allora, dal 2014 sono tornati a crescere i posti di lavoro: ma non basta. Quelli che hanno sempre detto “faremo, faremo, faremo” sono stati bravi a non essere bravi a fare. La macchina che abbiamo messo in moto è ripartita. Ma non basta”.

“Servono adesso istituzioni più forti: eccolo, il referendum. Il testo che troverete nella scheda riguarda il superamento del bicameralismo perfetto, del numero dei parlamentari, dei costi, della revisione dei Titolo quinto fatto dopo la Bicamerale D’Alema-Berlusconi. Chi vota no, vota per tenere il numero dei parlamentari”.

“In questi ultimi mesi cosa è accaduto? “Renzi hai sbagliato, hai personalizzato!”. Noi nelle ultime settimane abbiamo sparecchiato tutti gli elementi che erano stati oggetto di critica: dalla legge elettorale – siamo pronti a discutere – alla legislatura. C’è soltanto un punto che rimane da sparecchiare: quello di chi dice che Renzi ha voluto questo referendum per sè. Ebbene, questa Riforma è la stessa del programma del Pds del 1994, dell’Ulivo del 1996″.

“D’Alema è venuto qua a parlare di politica estera ma si è messo a parlare di referendum accusando la nostra segreteria di non leggere libri. Io credo che sia stata una battuta per fare il simpatico ma non gli è venuta bene. Quando ho letto “Massimo D’Alema un Paese normale”, lo hanno scritto Berardi e Cuperlo, lui ci ha messo solo la firma. D’Alema scriveva che doveva essere superato il bicameralismo perfetto: “A me sembra un modello di governo più forte ed europeo”. Io la penso come Massimo D’Alema. Questa è una Riforma della nostra storia e del nostro passato. E siccome quelli come D’Alema sono talmente esperti di passato che vorrebbero fregarci il futuro con le risse, con un congresso permanente, diciamo che questa Riforma è la Riforma del Pd così come lo era del Pds e dell’Ulivo”.

“Aldo Moro diceva che occorre dire sempre la verità. E la verità è che questa Riforma abbiamo voluto e costruito e non riduce gli spazi della democrazia ma le poltrone. Non consentiremo che il Referendum diventi l’ennesimo Congresso del Pd: chi ha i voti si presenti al prossimo Congresso del Pd. Ed è lì che aspetto anche loro”.

“La Riforma è anche su un Paese che sia più semplice: senza fare ping pong tra una Camera e l’altra. Noi dobbiamo dire che il futuro è un posto difficile ma sarà anche meraviglioso se ci andremmo con la scommessa di fare il bene dell’Italia.
Utilizzo tre siciliani per immaginare le sfide del futuro. Il primo: Archimede, un siciliano di Ortigia che disse “Datemi una leva e solleverò il mondo”. Lo dico perchè sottovalutiamo il contributo che i siciliani hanno dato alla cultura occidentale. E quella leva è l’educazione. Lo dico anche chi oggi protesta: abbiamo impiegato e messo al ruolo cento mila insegnanti. Cento mila persone che erano state prese in giro dallo Stato. Certo, anche trasferendo professori al Nord: ma come diceva Don Milani: “La scuola è per il bene dei ragazzi e non degli insegnanti. C’è una differenza di monte ore tra Nord e Sud e su questo dobbiamo lavorare tutti assieme e noi siamo pronti a fare la nostra parte. Ma se dopo sue anni si è rimesso in moto il mondo della Ricerca, dell’innovazione, dell’edilizia scolastica: bisogna guardarci negli occhi per migliorare i diritti di ogni bambino”.

“Il secondo siciliano è Giorgio La Pira che non è stato soltanto un sindaco di Firenze. La Pira è stato un giurista che può essere molto utile a fare la sintesi a ciò che avviene oggi in Europa. Noi abbiamo detto: basta alla Europa che è solo burocrazia. E’ inutile continuare continuare con l’austerità se la gente non riesce ad arrivare alla fine del mese. Il punto è: non l’uomo per il sabato ma il sabato per l’uomo, come diceva La Pira. Ovvero, non posso più di regole che non riescono a vedere elementi di speranza”.

“Se venerdì siamo andati da Tsipras, sentendoci dire le stesse cose, significa che stiamo dicendo all’Europa: svegliati”.

“C’è poi un terzo siciliano, si chiama Pietro il medico di Lampedusa: ha detto alla stampa “Questa non è l’isola dei morti”. Questo non vuol dire che noi dobbiamo accogliere tutti. Significa che siamo italiani e cerchiamo di salvare tutti.

“E, allora, non abbiate paura. E non è facile oggi che è l’11 settembre non avere paura. Viene in mente il volo United 93 con quei passeggeri che cercano di ribellarsi; è l’11 settembre di chi è rimasto nella nostra mente tuffandosi dai palazzi in fiamme. E io pensando alla Festa del Pd dell’11 settembre ho pensato a Obama. Nel 2008 Obama aveva visto primarie che sembravano impossibili: in questi otto anni il presidente Obama vinto sfide spaziali. Cosa ci insegna questa storia? Che il partito democratico riesce a dare un’opportunità a tutti”.

“Fuori da qui, c’è solo un interesse personale e populista. E noi non dobbiamo farci trascinare nella macchina del fango. La bellezza della nostra Italia non sono i nostri monumenti, i nostri brevetti, i nostri lavoratori: la bellezza dell’Italia è la qualità dei rapporti umani. Verranno tempi difficili? Io sono certo che nessuna paura è troppo grande quando gli italiani sanno abbracciarsi per andare avanti.
Noi vogliamo un’Italia che dice Sì: che dica Sì all’Italia e non alla palude”.


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